Dopo la riunione Dem a Roma nel segno di Speranza, la parola a Gerardo Adiglietti

Bersani ha passato il testimone a Roberto Speranza, Adiglietti racconta di ieri e di come si vorrà ridefinire la sinistra nel Pd, chiarendo che le battaglie si fanno nel partito.

adigliettiAvellino – Dopo la riunione della corrente Dem del Pd di ieri a Roma, dove Bersani ha passato il testimone a Roberto Speranza, a parlare è Gerardo Adiglietti.

Cosa le sembra sia venuto fuori dall’incontro della sinistra che resiste nel Pd?

Mi pare che si sia intrapresa la strada giusta per evitare la polverizzazione del partito. La presenza di Speranza, Cuperlo, Paolucci, Bersani, Reichlin significa che forse siamo a una svolta. Alcuni valori non possono essere affidati ai malpancisti ma devono appartenere a un progetto politico di un partito che non si vergogni a dire di essere di sinistra.

Non le sembra che Reichlin abbia bocciato Matteo Renzi, quindi come si fa a essere di sinistra e a restare nel partito del rottamatore?

Reichlin ha posto una questione, che si apre a diverse letture. Come la interpretiamo noi pone una realtà: Renzi non è un leader di sinistra e noi siamo  con lui nella misura in cui si presti a comprendere che il nostro non è un partito che può permettersi il lusso di dimenticare la propria base di consensi, non a caso scuola e Job’s act sono gli esempi di come Renzi abbia perso la bussola. Ecco la sfida di Matteo Renzi oggi è impegnarsi a interpretare ciò che noi rappresentiamo. La parola più usata ieri è stata territorio ed è un nodo fondamentale, come lo è anche il nostro rapporto con le associazioni, con il sindacato. Abbiamo perso due milioni di voti e se li avesse effettivamente guadagnati un altro partito si sarebbe posto un certo tipo di problema, ma nella stragrande maggioranza si tratta di gente che non è andata a votare. Ci viene sottoposto un problema più serio, noi contribuiamo insieme agli altri al distacco dalla politica, perchè incapaci di rappresentare i bisogni di una società. 

E come inquadrare la posizione di Civati e Fassina e quindi quella di chi crede che la sinistra nel Pd non sia “possibile”?

Noi in piccolo questa esperienza l’abbiamo già vissuta, ci sono momenti nella storia politica delle persone in cui si sceglie di stare all’opposizione e di fare nel proprio partito una battaglia, oppure c’è la scorciatoia: fare altro. Noi per il passato abbiamo deciso di stare dentro. Ricordo a me stesso che quando cominciò la querelle sulla fondazione del nuovo partito ad Avellino ci fu una guerra tra chi voleva aderire al nuovo soggetto e chi no e alla fine ci fu una scissione. Io rispetto tutte le scelte, ma vivo l’uscita come un atto di resa rispetto a una maggioranza del partito, che molto spesso è vero non si comporta da tale e pensa che i numeri siano la risposta ai problemi.

Come mai Speranza, piuttosto che Cuperlo, a sintesi del percorso che intendono fare i Dem?

Cuperlo si è perso in un certo senso in un correntismo esasperato nel Pd. Speranza è figlio di quella cultura che impone la necessità di combattere certe battaglie all’interno del partito e si propone allo stesso tempo con la sua freschezza di posizioni, dovute anche alla sua giovane età. Chi pensa al partito della nazione commette un errore clamoroso, perchè si comporta come se non ci fosse una destra. La destra invece c’è ed è molto pericolosa, perchè aumenta l’effetto dei problemi e nella sostanza non ha un livello valoriale accettabile. Non è la destra europea, non a caso vive in Italia perchè si schiera contro gli immigrati. Noi siamo convinti che il partito democratico possa essere il partito degli italiani, che è cosa diversa dal partito della nazione.

Sospeso De Luca, pare che Rosetta D’Amelio sarà il nuovo Presidente del Consiglio Regionale.

Innanzitutto bisognerà vedere se a De Luca sarà data facoltà di nominare la giunta prima di essere sospeso, la legge c’è. E’ una pagina di un paese che vive gran confusione, tutti si riempiono la bocca sostenendo che noi siamo garantisti, però poi basta una condanna in primo grado per impedire a una persona eletta dal popolo di esercitare le proprie funzioni. Sono questioni di natura tecnica che non possono inficiare il dato politico di una vittoria in Campania, che ci vede esultare dopo 5 anni in cui siamo scomparsi nel panorama regionale. Avere Rosetta come Presidente per noi sarebbe una grande gratificazione, sarebbe il premio a una battaglia che l’ha vista protagonista in provincia di Avellino. E’ la vittoria di una donna che ha corso in una lista di renziani. Il partito ad Avellino si è gestito male e i risultati non sono venuti, è la sconfitta di chi ha usato pezzi del partito per raggiungere fini personali. Credo che anche qui ci sia bisogno di una svolta, nei prossimi mesi non avremo gli alibi che abbiamo avuto fino ad oggi. 

Non pensa che la grande battaglia della sinistra, guardando a Tsipras, si possa giocare in Europa?

Noi in Europa siamo stati abituati a un capitalismo buono, foraggiato dai governi, ma con la caduta del muro di Berlino tutto questo è venuto meno, ognuno ha tirato fuori le proprie identità. Facciamo oggi i conti con un capitalismo selvaggio, che alimenta addirittura forme di terrorismo. L’Europa che finge di essere possibilista e civile mette anche dei freni. La verità è che abbiamo lasciato solo Tsipras, perchè anche noi vantiamo dei crediti avendo comprato BOT greci, alla fine prevalgono degli egoismi. Spero che il popolo greco continui a dare forza a Tsipras perchè questo costringerà gli altri paesi europei a guardarsi intorno. Recuperare il rapporto con Tsipras ritengo sia fondamentale.

Source: www.irpinia24.it