Comunali Avellino, D’Ercole: “Disposto a fare un passo indietro a patto che…”

giovanni d'ercoleRiunione e contro riunioni. Giornata frenetica per Giovanni D’Ercole che nonostante le bacchettate che gli giungono dai suoi stessi colleghi di partito, Ines Frocillo e company, prima di prendere altre decisioni continua a portare avanti la strada del dialogo col Popolo della Libertà capitanato da Cosimo Sibilia. Il ragionamento è questo: Continuo a sentirmi del Popolo della Libertà. Il candidato legittimo sono io. E non farò passi indietro a patto che…
Il dietro front ci sarà – come ha anticipato nella edizione di ieri da Il Sannio Quotidiano – solo se sarà proprio il numero uno del Popolo della Libertà Cosimo Sibilia ad accettare la sfida di conquistare, con un ruolo di punta, la città capoluogo. Per D’Ercole (etc. etc.) solo Sibilia potrebbe salvare capre e cavoli. Altrimenti non ci sarà trippa per gatti: D’Ercole andrà avanti come sta facendo e potrebbe a stretto giro tirare dal cilindro sorprese dell’ultimo millesimo di secondo.
Le indiscrezioni ormai la fanno da padrona. Ma i dati di fatto ci sono. Il numero uno del Popolo della Libertà va avanti per centrare l’obiettivo della vittoria. E ha aperto la trattativa non solo all’Udc ma anche a Galasso, Festa e non solo. Qual è la sua opinione? E’ sempre la stessa oppure ci sono ammorbidimenti in corso d’opera?
“Cominciamo per gradi. Sono una persona abituata a commentare i fatti concreti e non le indiscrezioni. Che il senatore Sibilia abbia tutta la voglia di centrare la vittoria ad Avellino non è un’indiscrezione ma è un obiettivo comune a me, a lui e a tutti quelli che in questi anni hanno militato nel centrodestra. Né è un mistero che sia in corso una trattativa con l’Udc nel tentativo di portare questo partito ad appoggiare un candidato del PdL. Anche su questo non c’è nulla da dire. Sull’ipotetica e ventilata alleanza con l’ex sindaco di Avellino, il dottor Galasso, ed il suo vice Festa, al di là di quello che ho appreso da questo giornale, non sono informato. Credo che qualora dovesse esservi una vicenda così dirompente, il senatore Sibilia – che è uomo che conosce bene i meccanismi di un partito – convocherebbe gli organismi deputati a discutere l’opportunità o meno di questa scelta. Ma se il capogruppo uscente al Comune non è stato minimamente informato di questa intenzione, mi sembra evidente che non ci sia altro che un’indiscrezione. Ma non mi sottraggo al merito della questione. Per quanto mi riguarda un’alleanza con Galasso sarebbe cosa più oscena del suo stesso operato degli ultimi anni. A Galasso ed alla sua giunta va attribuito in maniera assoluta la drammatica situazione della nostra città. Oggi anche nel Pd, partito che ha sostenuto Galasso per quasi un decennio, si rendono conto del disastro Galasso, sarebbe suicida fare una campagna elettorale non potendo utilizzare i nostri argomenti, anzi, difendendo l’indifendibile. Ma non c’è solo questo”.

Cosa altro c’è?
“C’è che la classe politica dovrebbe dimostrare di aver imparato qualcosa dall’affermazione di Grillo. Dovrebbe dimostrare di aver capito la lezione e di attenersi a regole base quali la coerenza, la rispettabilità dei compagni di avventura, l’avversione totale per tutte le geometrie, le liturgie della vecchia politica, superate in nome della concretezza e del bisogno di rispondere velocemente ai drammi che vive la gente, a cominciare dal lavoro. E invece si perdura in una logica preistorica. Io non ci sto a farmi mettere nella stessa risma di chi appare ormai completamente slegato dalla realtà cittadina”.

Cosa le potrebbe far cambiare idea?
“Dall’apparentarmi con Galasso? Nulla. Non ho una preclusione personale nei confronti di Galasso. È stato il sindaco al quale ho fatto opposizione in maniera dura ma leale. Ciò non significa che nutra un odio personale, ma vuol dire che ritengo l’ex sindaco il responsabile primario politico, insieme al suo ex partito, del disastro della nostra città. Amo troppo Avellino per tradirla con chi l’ha violentata. Nulla basta per farmi arrivare a tanto: nessuna poltrona, nessuna promessa. Appartengo ad una generazione a cui non è stato dato nulla ed alla quale hanno tolto qualsiasi certezza salvo una: l’unica strada possibile, se si vuole tenere la schiena dritta, è la strada in salita. Non ci sono scorciatoie. Ecco, la schiena diritta, la coerenza, il rispetto delle idee e la libertà sono l’unico patrimonio della mia generazione. Non siamo disposti a svenderlo con nulla”.

Dai palazzi che contano si sbircia dal buco della serratura e da lì si riesce a sentire che lei sarebbe anche disposto a fare un passo indietro rispetto alla sua candidatura a patto che sia Cosimo Sibilia l’uomo di sintesi della coalizione di centrodestra. E’ così?
“Fatto salvo quanto ho appena detto – che non è emendabile in quanto appartiene alle categorie del buon senso e del decoro – mi sembra evidente che l’unico senatore della città, nonché ex presidente della amministrazione provinciale e capo provinciale del PdL, non potrebbe che costituire non solo la sintesi ma un elemento con un enorme valore aggiunto in città. Credo che la figura di Cosimo Sibilia sia imprescindibile in questa competizione ed anche se non fosse sua intenzione raccogliere la sfida della candidatura a sindaco – magari al fine di evitare strumentali contestazioni di accentramento – sarebbe importante che compisse l’atto d’amore di capeggiare la lista del PdL in città, così come fece con grande coraggio e generosità il senatore De Luca”.

Lanciare la candidatura di Cosimo Sibilia non è piuttosto strumentale?
“Affatto. Il presidente Sibilia è stato l’uomo di sintesi nel passato congresso provinciale del PdL, può essere la persona capace di raccogliere le tante anime del partito, un rinnovato entusiasmo da parte di tutti. Non solo. Abbatterebbe ogni pregiudiziale da parte dell’Udc, che lo ha già avuto a capo dell’ente Provincia, ed allontanerebbe – in quanto assolutamente inutile – l’ipotesi suicida dell’accordo con Galasso e Festa. La candidatura di Sibilia sarebbe strumentale solo ad una cosa, a vincere le elezioni in maniera sana e pulita, dando una appassionata speranza ad Avellino”.

Lei va avanti. Oltre alle sue liste civiche, ha cominciato un percorso di dialogo con altri movimenti politici alternativi alle forze del centrosinistra. E’ così?
“Non ho mai fatto mistero di pensare che ad Avellino sia necessario coinvolgere le tante persone perbene che non votano per il centrodestra – avendo un’altra sensibilità politica – ma che hanno l’onestà intellettuale di ammettere che, dinanzi alle emergenze provocate dalla disastrosa amministrazione precedente, l’unica prospettiva possibile è quella di spogliarsi delle etichette e di mettersi al lavoro per uscire dal baratro. È un’operazione che ho cominciato da tempo, compilando una lista civica che vede una serie di amici coinvolti che non hanno alcun rapporto con il PdL. Questo per due ragioni. La prima è che io non ho alcuna intenzione di fare concorrenza sleale al mio partito. La seconda è che non avrebbe senso fare la solita lista cosiddetta d’appoggio. Bisogna allargare la base del consenso al di là degli steccati dell’appartenenza per amministrare in nome degli Avellinesi e non dei partiti”.

Cosa ha da dire direttamente a Cosimo Sibilia?
“Il Pd è in uno stato confusionale, con candidati ammessi alle primarie per via giudiziaria… L’Udc, che prima delle elezioni vagheggiava corse solitarie, è ridotta al lumicino ed è terrorizzata di essere sempre più marginale, ad Avellino come a Napoli come a Roma. I montiani ugualmente vivono momenti di grande travaglio e l’ex sindaco è alla disperata, disonorevole e goffa ricerca di un qualsiasi approdo. Il PdL deve solo raccogliere un frutto maturo, senza scorciatoie, con l’orgoglio di essere quello che è e quello che è stato. Senza vergogna, senza scheletri negli armadi e senza complessi di inferiorità. È il frutto delle battaglie svolte con dedizione in consiglio comunale e sulle piazze. Rivendichiamole e pensiamo ad amministrare bene questa città”.

Messaggio diretto a Caldoro?
“Il presidente Caldoro è stato l’artefice del capolavoro politico della vittoria del centrodestra in questa regione. Nessuno ci credeva dopo quello che era successo con Cosentino. E invece col ‘sistema’ Caldoro, cioè con quell’insieme di buon governo politico unito a grandi capacità tecniche, si è riusciti a far vincere il centrodestra in Campania, in una terra così difficile. È lo stesso sistema che dobbiamo applicare ad Avellino. Anche perché non c’è differenza, se non per dimensioni, tra la catastrofe lasciata da Bassolino e quella lasciata da Galasso”.

Oggi in edicola: Fonte Il Sannio Quotidiano – Edizione Irpina – Edizione Sannio – Edizione Molise, di Teresa Lombardo