Il primo giorno di Rosario Cantelmo nell’ “isola non più felice”
Il giorno di Rosario Cantelmo è finalmente arrivato. Si chiude stamani una querelle durata circa due anni; un tempo caratterizzato da polemiche, ricorsi, rinvii e sentenze che hanno segnato la nomina di Angelo di Popolo a Procuratore della Repubblica di Avellino. Una nomina considerata non legittima, prima dal Tribunale amministrativo regionale, e poi dal Consiglio di Stato che, con una sua pronuncia, si è espresso, aprendo la strada alla designazione del procuratore aggiunto della Dda di Napoli.
E così il 12 dicembre dello scorso anno, acquisito il parere del Ministro Guardasigilli, Paola Severino, il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha detto la parola fine ad una vicenda che rischiava di essere ormai troppo lunga: con quindici voti a favore, sei contrari e quattro astenuti, Cantelmo è stato mandato a dirigere un ufficio ‘complicato’, in una realtà che lui stesso, alcuni mesi fa, definì un’isola non più felice.
Dal giorno dell’elezione sono trascorsi circa 4 mesi. Tempo necessario, e a quanto pare richiesto da di Popolo, per portare a termine alcune inchieste in corso. Un tempo comunque non sufficiente se si considera che il 18 marzo scorso il Procuratore uscente espresse il suo rammarico per non aver potuto portare a termine alcune inchieste da lui avviate. “Sono tante le operazioni – affermò di Popolo – che avrei voluto in qualche modo chiudere prima di andare via e che mi stanno molto a cuore, come quella sul caso dell’Isochimica. Ancora tante altre le operazioni che i cittadini mi hanno segnalato e grazie alle quali il mio ufficio ha avviato inchieste, anche importanti.”
A dare il benvenuto al nuovo Procuratore non ci saranno soltanto i sostituti e i magistrati giudicanti. Una cerimonia di saluto, infatti, è prevista nella sede del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Le toghe irpine, guidate da Fabio Benigni, hanno voluto ribadire in questo modo l’intento di avere aperto un canale di dialogo tra magistrati e avvocati, continuando sul sentiero indicato già indicato da Di Popolo in questi due ultimi anni caratterizzati da una fattiva collaborazione. Ad attendere il nuovo procuratore ci saranno, ovviamente, le massime autorità cittadine e le istituzioni della provincia di Avellino.
La nomina di Rosario Cantelmo ha suscitato molte aspettative in una realtà che sente sempre di più il fiato sul collo della malavita organizzata. Negli ultimi anni, le cosche hanno visto nell’Irpinia uno spazio ancora relativamente “incontaminato” e, dunque, un’opportunità per mettere le mani sugli appalti pubblici e per radicare traffici loschi. Pertanto, secondo molti Rosario Cantelmo è l’uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto. L’ormai ex procuratore della Dda di Napoli conosce bene l’Irpinia, avendo coordinato le inchieste che hanno portato alla decapitazione dei clan camorristici irpini, in particolare i Graziano e i Cava, da ormai troppo tempo protagonisti di una faida sanguinaria che è andata ben al di là dei confini del Vallo di Lauro. Un Magistrato che saprà certamente mettere a frutto un’esperienza probabilmente unica nel Paese nell’esclusivo interesse della provincia di Avellino.
C’è la diffusa certezza, specie tra gli ambienti politici, che con l’arrivo di Cantelmo “molte cose dovranno cambiare”. Il primo auspicio, largamente condiviso, è che possa essere impressa un’accelerazione ai tempi della giustizia, che le inchieste avviate possano essere portate a termine in tempi ragionevoli. C’è poi la speranza, in chi combatte battaglie ostiche, spesso inascoltate, di trovare nel nuovo vertice della Procura un punto di riferimento fondamentale per poter proseguire sul sentiero della verità e per arginare infiltrazioni che rendono complicata, spesso ardua, la vita delle nostre amministrazioni locali.
La storia di Rosario Cantelmo parla da sé: senza ombra di dubbio sarà un autorevolissimo presidio di legalità in una terra che spera ancora di salvarsi e di tornare ad essere ancora quell’ “isola felice” che purtroppo non è più.
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