Premio Napoli, riflettori puntati sulla poesia nella rassegna “I finalisti incontrano i lettori”

Cagnone, Nappo e Scarpa protagonisti dei nuovi appuntamenti in vari quartieri della città partenopea

Libri finalisti al Premio Napoli 2019Napoli – Con Nanni Cagnone, Francesco Nappo e Tiziano Scarpa, candidati nella sezione “Poesia” del Premio Napoli 2019,si darà il via alla seconda tranche di appuntamenti della rassegna “I finalisti incontrano i lettori”, che fino al 29 novembre animerà diversi luoghi della città e della provincia partenopea.

I tre autori presenteranno i loro libri al pubblico giovedì 21 alle ore 17.00 nella sede della Fondazione Premio Napoli; venerdì 22 alle ore 10.00 si confronteranno con gli studenti del liceo classico Genovesi e alle ore 17.00 saranno nella Fondazione Humaniter; infine, sabato 23 alle ore 11.00 dialogheranno con i lettori-detenuti di Poggioreale.

Nanni Cagnone è in gara al Premio Napoli 2019 con “Le cose innegabili”(Avagliano),Francesco Nappo con“I passeri di fango”(Quodlibet)e Tiziano Scarpa con “Le nuvole e i soldi” (Einaudi).Ogni appuntamento sarà introdotto da Domenico Ciruzzi, presidente della Fondazione Premio Napoli. Il ciclo d’incontri, a cura di Carmen Petillo, farà da prologo alla 65esima edizione del Premio Napoli: unico nel panorama nazionale, invita la cittadinanza a decretare i vincitori attraverso la condivisione di un percorso di lettura. I riconoscimenti, che rappresentano il risultato dei voti espressi dai “giudici lettori”, saranno consegnati nel corso della cerimonia in programma il 18 dicembre al Teatro Mercadante.

L’edizione 2019 conta più di mille “giudici lettori”: le adesioni sono state raccolte sul sito web www.premionapoli.it. La diffusione capillare degli oltre cinquanta comitati di lettura, distribuiti tra Napoli e provincia e nelle strutture carcerarie di Secondigliano e Poggioreale, sono motore trainante costituente una rete di divulgazione letteraria in perenne espansione. I gruppi di lettura sono interlocutori privilegiati nella programmazione culturale del Premio Napoli: il maggior numero dei partecipanti è costituito dagli studenti delle scuole superiori. La rassegna “I finalisti incontrano i lettori”, che ha già visto protagonisti Giulio Cavalli, Maria Pace Ottieri e Andrea Pomella, candidati nella sezione “Narrativa”,proseguirà con Paolo Isotta, Salvatore Silvano Nigro e Gian Piero Piretto, in nomination nella “Saggistica”.

Il calendario della rassegna “I finalisti incontrano i lettori”. Poesia: Nanni Cagnone, Francesco Nappo e Tiziano Scarpa. 21 novembre ore 17.00 Fondazione Premio Napoli Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito – 80132 Napoli. Moderano i giornalisti Vincenza Alfano e Pier Luigi Razzano.

22 novembre ore 10.00 Liceo “Antonio Genovesi” – Incontro con gli studenti Piazza del Gesù, 1 – 80134 Napoli Incontro coordinato dalla docente Rosa De Bonis. Interviene il dirigente scolastico Vittorio Delle Donne. Ore 17.00 Fondazione Humaniter Piazza Vanvitelli, 15 – 80129 Napoli Incontro organizzato in collaborazione con il comitato di lettura Humaniter, coordinato dal giornalista Francesco Gravetti.

23 novembre ore 11.00 Casa Circondariale di Poggioreale Via Nuova Poggioreale, 167 – 80143 Napoli. Incontro non aperto al pubblico, coordinato da Anna Farina dell’area educativa. Interviene la direttrice Maria Luisa Palma.

Saggistica: Paolo Isotta, Salvatore Silvano Nigro e Gian Piero Piretto. 28 novembre ore 17.00 Fondazione Premio Napoli Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito – 80132 Napoli. Modera la giornalista Armida Parisi.

29 novembre ore 11.00 Università“Federico II” – Aula 3 (1° piano) Corso Umberto I, 40 – 80138 Napoli Incontro coordinato dal docente di Letteratura italiana Pasquale Sabbatino. Intervengono i docenti Flaviana Ficca e Matteo Palumbo. Ore 15.00 Scuola militare “Nunziatella”–Incontro con gli allievi Via Generale Parisi, 16 – 80132 Napoli Incontro coordinato dal docente Antonio Cervellino, interviene il giurato Alfredo Guardiano. Ore 18.00 Villa Fernandez Via Diaz, 144 – 80055 Portici (Na) Incontro coordinato dalla giornalista Ileana Bonadies.

I finalisti della sezione “Narrativa”
1. “Carnaio” di Giulio Cavalli (Fandango). Giovanni Ventimiglia è un pescatore. Da tutta la vita raccoglie nelle sue reti acciughe e granchi, anche se negli ultimi anni il mare è diventato avaro e sulla sua piccola nave non ha più un equipaggio. Il pesce lo vende nel mercato di DF, un paesino aggrappato alla costa come tanti. Un giorno, attraccando al pontile, Giovanni trova un cadavere, un uomo che in ammollo dev’essere stato per giorni, un ragazzo forse dell’Est o del Sud. E dopo di lui, i ritrovamenti di cadaveri sbiaditi dall’acqua, tutti giovani, tutti neri, si susseguono. “Carnaio” è un incubo di carne e soldi, la profezia di un mondo prossimo, in cui l’ultimo passo verso l’abisso è già alle nostre spalle.

2. “Il Vesuvio universale” di Maria Pace Ottieri (Einaudi). Dalle coltivazioni della Terra dei fuochi alle fabbriche di Pomigliano, dai merluzzi di Somma Vesuviana alle strade della periferia di Ercolano, fino alla nuova Pompei nata duemila anni dopo l’eruzione del 79 d. C.: “Il Vesuvio universale” è il ritratto di una terra di prepotente bellezza, che brulica di vita e non ha intenzione di arrendersi, nemmeno alla minaccia del vulcano che la sovrasta. L’ultima eruzione risale al 1944. Oggi il Vesuvio è inerte, la sua calma è apparente: Maria Pace Ottieri intraprende un viaggio alla scoperta delle tante esistenze che resistono in bilico sul cratere.

3. “L’uomo che trema” di Andrea Pomella (Einaudi). Un memoir di una potenza rara. È la storia della depressione di un giovane uomo, che guarda il suo male in faccia per cercare di comprendere più che può. Usando tutte le armi che ha: l’intelligenza, la forza delle parole, la letteratura, l’arte, la musica, l’ironia, la memoria. “L’uomo che trema” racconta. Guarda la sua malattia come se fosse un corpo estraneo, la viviseziona, tenta di capire qualcosa d’importante e di farlo capire ai suoi lettori. È in gioco il senso di tutto, per lui. Sa che più si è depressi, “più le cose si fissano nell’attesa di farsi ghiaccio”, come scriveva Cioran. E, in un certo senso, la sua cronaca è di ghiaccio: proprio per questo emoziona nel profondo.

I finalisti della sezione “Poesia”
1. “Le cose innegabili” di Nanni Cagnone (Avagliano) Tra le più suggestive raccolte di Nanni Cagnone. I 71 testi sono preceduti da numeri romani, a indicarne la funzione di “stanze”poematiche, in cui il poeta procede nell’attraversamento delle cose tangibili per rilanciarne gli interrogativi più alti e coinvolgenti per l’essere umano. Contro ogni facile ontologia, l’innovativa e al contempo classica poesia di Cagnone ribadisce la concretezza e la certezza delle esistenze, pur entro la coscienza della caducità in cui tutto quanto vive e sta nel mondo è iscritto.Cagnone tocca i vertici di una perfezione tecnica mai disgiunta dall’intensità espressiva per nitore dei significati e autentica capacità di evocazione.

2. “I passeri di fango” di Francesco Nappo (Quodlibet). Il canto “mite e discorde” di Francesco Nappo rappresenta un astro solitario all’interno della poesia italiana contemporanea. In questa sua terza raccolta, l’autore esprime un’esigenza storica, politica e religiosa, che lo conferma come il poeta più inattuale della sua generazione,uno dei più indispensabili. Nei suoi versi sembra di ascoltare una lingua immemoriale, formata da parole alte, spesso desuete e riappropriate nuovamente, con legami sintattici inediti.È anche fatta di oggetti preziosi ossidati, conchiglie rotte, ciottoli, e il suo splendore è opaco.Alto e basso, popolare e aristocratico, miseria e nobiltà si confondono e si fondono nell’opera di Nappo.

3. “Le nuvole e i soldi” di Tiziano Scarpa (Einaudi). È la luce della concretezza a irradiare le poesie di Scarpa. Sono esperienze reali, come le circostanze in cui l’autore ha visto in faccia la morte. E poi, la paura di diventare poveri, le tragedie familiari, i figli non avuti, i fatti epocali, la cronaca spicciola. Anche quando è la fantasia a sprigionare le sue immagini, queste si stagliano in figure nitide, in personaggi e animali vividi: il delfino che salta e si reimmerge nelle onde del discorso, il guidatore della metro che non sa di essere seguito da una misteriosa teleferica. L’altra faccia della concretezza è l’attenzione alla materia solida della poesia, il linguaggio: dalla meditazione all’epigramma in rima. 

I finalisti della sezione “Saggistica”
1. “La dotta lira” di Paolo Isotta (Marsilio). Il teatro musicale nasce nel nome di Ovidio: per cinque secoli si ispira a lui, più che a ogni altro poeta. E così anche il poema sinfonico, la sinfonia, la sonata, il concerto. Perché Ovidio è il più grande narratore del mito della storia dell’arte. Il libro di Paolo Isotta ricostruisce per la prima volta un rapporto d’amore che va da Poliziano a Richard Strauss, passando per Monteverdi, Händel, Scarlatti, Bach, Haydn, Cherubini, Berlioz, Liszt, Offenbach, Massenet, Pergolesi e Cavalli, tra i tanti compositori. “La dotta lira” ha creato musica più di ogni altra voce poetica: voce, poi, echeggiata e variata per l’ultima volta nel Novecento dall’arte di Gabriele D’Annunzio.

2. “La funesta docilità” di Salvatore Silvano Nigro (Sellerio). Il libro ha un’intricata relazione con il racconto giallo, il saggio letterario e l’affaire. Ha un inquilino scomodo: Alessandro Manzoni. È lo scrittore, ha rilevato Sciascia, “su cui si verificano sconcertanti paradossi, disastrose incongruenze: molto italiano senza gli italiani, molto cattolico senza i cattolici, molto laico senza i laici”. Salvatore Silvano Nigro conduce un’appassionata inchiesta su “I promessi sposi”, che coglie collegamenti, apre interrogativi inediti sulle tracce del legame tra la scrittura e l’arte in figura nel classico per antonomasia della nostra letteratura.

3. “Quando c’era l’URSS” di Gian Piero Piretto (Raffaello Cortina). L’universo sovietico ha suscitato per circa settant’anni entusiasmi e avversioni. Gian Piero Piretto analizza nel suo libro eventi storici, imprese, campagne promozionali e dissuasorie subite dai cittadini del Paese dei Soviet, con uno speciale accento sulla percezione dei fatti nella quotidianità della gente comune. Propaganda, retorica, passioni sono prese in esame sulla base della cartellonistica, delle riviste, del cinema, dell’architettura e della cronaca.Tutto è documentato da un ricco apparato iconografico, tratto dalla straordinaria produzione di grafici e artisti del tempo.

Source: www.irpinia24.it