Il Codacons continua la sua battaglia contro le truffe agli anziani

Parte dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere la crociata codacons

codaconsQuesta mattina, presso il tribunale di S. Maria Capua Vetere, doveva esserci la discussione sulla opposizione alla richiesta di archiviazione per una truffa perpetrata ai danni di un’anziana signora. Il Codacons ha fatto un presidio presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema ormai ineludibile, ma soprattutto per sensibilizzare tutti i PM, perché si arrivi ad un’azione penale che sfoci in una condanna severa e perché in futuro si evitino quei danni agli anziani che sono innanzitutto di natura economica, ma troppo spesso di natura psichica, che costringono i soggetti più deboli e indifesi a rinchiudersi in se stessi fino a rifiutarsi di uscire di casa. Il GIP, Dott.ssa Grammatica, si è dichiarata incompatibile e l’udienza è stata rinviata al mese di Ottobre col GIP Dott. Rossi. A questo punto l’Avv. Marchetti dichiara “…Parte dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere la crociata Codacons contro le truffe agli anziani”.

I metodi usati sono decine e tutti sono giunti a compimento perché hanno sfruttato l’eccessiva buona fede degli anziani. E finalmente è stata emanata una nuova legge, che rischia di essere solo “fumo negli occhi” se la norma non sarà modificata rendendo più facile l’accertamento delle prove di reato. Lo afferma il Codacons, che da anni si batte contro il fenomeno dei raggiri perpetrati da veri e propri professionisti della truffa a danno degli anziani. Allo stato attuale il testo del disegno di legge rischia di non apportare un grande contributo alla lotta contro i truffatori. Il problema risiede infatti nella prova che deve essere fornita circa la truffa messa in atto, prova che spesso la magistratura per mancanza di tempo ed organico non si preoccupa di ricercare.

Considerato che sempre più spesso tali raggiri avvengono via telefonica, il Codacons chiede oggi ai parlamenti di modificare la norma in oggetto, prevedendo l’esistenza di semplici indizi come prova di reato, con particolare riferimento all’intestazione delle utenze telefoniche utilizzate per mettere in atto le truffe. Solo prevedendo come reato il possesso di un numero telefonico usato per truffare sarà possibile arginare il fenomeno e salvare gli anziani dai raggiri. Oggi, quindi, miriamo a far sentire forte la nostra voce per la necessità che gli anziani vengano ulteriormente protetti e per questo ci siamo opposti alla richiesta di archiviazione e ci aspettiamo una decisione importante in difesa di questa categoria meno protetta e sempre più vessata.

 

 

 

Source: www.irpinia24.it