Salvatore Pignataro soddisfatto per l’approvazione della legge sulla “revenge porn”
Il Segretario regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza ha affrontato un tema molto discusso in questi giorni
Finalmente anche in Italia un legge che rafforza la tutela delle persone vittime di “ricatti pornografici. “Questa legge - spiega il dott. Salvatore Pignataro, Segretario regionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza della Campania – non solo disciplina solo il ‘reverenge porn’ letteralmente chi compie ‘ricatti sessuali’ ma include implicitamente anche l’acronimo ‘NCII : non-consensual intimate imagery’, ossia ‘immagini intime non consensuali’.
Chi diffondeva fino a qualche giorno fa foto sensibili sul web e sui social in generale veniva processato a seconda dei casi per diffamazione, violazione della privacy, stalking, tentativo di estorsione, trattamento illecito dei dati. Oggi invece la legge è più chiara e definisce un quadro più completo sulle responsabilità. Il reato di ‘revenge porn’ – spiega il dottore Pignataro che tra l’altro è esperto anche di investigazioni digitali forensi - era disciplinato meglio in paesi come in Gemania, Regno Unito, Australia, Israele e in 34 Stati degli USA.
La rete, ormai si sa, nasconde una serie di comportamenti non solo illegali ma estremamente pericolosi: le fake news, il cyberbullismo, il commercio illecito e tutto il mondo sommerso del dark web, insondabile per chi non è esperto nel settore. Tra questi comportamenti, il ‘Revenge Porn’ in italiano ‘vendetta porno’ è tra i più gravi e recidivi. Si tratta della diffusione non autorizzata di immagini o filmati intimi che ritraggono atti sessuali, spesso di soggetti filmati o fotografati a loro insaputa.
La diffusione delle immagini molto spesso è effettuata da ex fidanzati, da amici e persino da familiari, sui social più conosciuti, su siti specifici, sui servizi di messaggistica come whatsapp etc. In questi giorni se ne parla molto, dopo il suicidio della povera Michela Deriu, ma in Italia siamo purtroppo ‘abituati’ a casi di questo tipo, basta pensare al clamoroso caso di Tiziana Cantone, o delle 63 studentesse modenesi che si scambiavano materiale erotico che poi è stato intercettato e diffuso da un compagno di scuola. Si entra così in un sistema inarrestabile, e le immagini e i video circolano con una velocità spaventosa da un telefono, da un computer, all’altro, e non c’è niente che si possa fare per fermare questo terribile meccanismo.
Non solo il sistema di sicurezza tecnologica per contrastare questo problema non è sufficientemente adeguato ma occorreva colmare un vuoto normativo importante e specifico. Con questa legge, si da comunque una maggiore tutela alle vittime di ricatti sulla rete e sui social”.