Montoro – Restauro del Castello Longobardo di Borgo

Una nota dell'Architetto Carmine Petraccaro

Screenshot_2019-02-21 Modello - FOTO 2019 pdfMontoro – L’architettura medioevale nella Valle dell’Irno non sta avendo molta fortuna e non solo perché il Governo del Territorio non riesce a fare squadra, essendo ancora vivi comportamenti “campanilistici”,  ma anche perché chi viene coinvolto nella tutela e valorizzazione non riesce  a dare il meglio di sè a causa dell’incapacità di cogliere“l’arricchimento culturale” che deriva dall’occuparsi di qualcosa che, grazie agli uomini,  è destinato ad essere eterno, essendo veri e propri manoscritti di pietra per chi è in grado di  leggerli. Dalla sola osservazione di come vengono portati avanti gli interventi di Restauro e Risanamento Conservativo si comprende subito che chi sta operando non ha compreso nè la forza delle pietre, nè il valore economico che questi manufatti rappresentano e neanche ciò che si riceve dalla semplice osservazione di questo Patrimonio. Purtroppo bisogna prendere atto che il più delle volte le scelte sono guidate da approcci esclusivamente “tecnicisti”,ignorando che su questi temi si gioca il nostro futuro e che per raggiungere gli obiettivi dobbiamo operare nel rispetto della Storia, aspetto imprescindibile negli interventi di valorizzazione del Patrimonio e del Paesaggio,grande contenitore dell’opera dell’uomo.

Dover ancora oggi fare queste considerazioni evidenzia tutto il dramma che vive il nostro Patrimonio Culturale, materiale e/o immateriale che sia,ed in particolare quello ridotto allo stato di rudere e che va goduto per quello che è, lontano da specifiche funzioni. La fruizione di questi non può che limitarsi al piacere di osservare per fare un tuffo nella storia passata e immaginare il nostro futuro, a condizione però che ciò che si osserva sia ancora in grado di raccontare. Queste considerazioni sono maturate osservando ciò che accade a “casa nostra”e in particolare alle meravigliose rovine del Castello Longobardo di Montoro che definiscono un contesto unico di Architettura Medioevale e capaci,almeno fino a pochi mesi fa, di emozionare il visitatore. E invece, in questi giorni,nella totale indifferenza di tutti, viene portata avanti un’azione scientifica di sistematica distruzione.

Cosa è accaduto? Sono arrivati dei finanziamenti, si è approntata una documentazione ad hoc, sono iniziati i lavori, il tutto nel totale disprezzo di quanto fortunosamente è giunto fino a noi. Trovo certamente discutibile che alla base di scelte così importanti per il Territorio, capaci di rafforzare o negare la continuità del luogo con la sua Storia,il tema della valorizzazione venga affrontato con superficialità e ancora peggio senza avere la giusta conoscenza del Luogo e del Monumento. Sembra paradossale ma non ci si rende conto che operando in questo modo si perde la propria identità dal momento che in queste pietre è scolpita la Storia. L’incompetenza nell’affrontare questi temi crea una “frattura”nella continuità storica che solo il Monumento riesce a garantire. Tutto viene rabbuiato da superficialità e barattato con la necessità di avere finanziamenti, poco importa che tipo di interventi siano stati previsti e se contribuiscano o no  a migliorare le condizioni del Monumento.

Ciò che si vede nelle nostre zone è in controtendenza rispetto a quanto, giorno dopo giorno, viene fatto e raccontato in altre parti del nostro paese. C’è quasi nell’aria una strategia per cancellare i segni di una storia fatta da uomini veri, forgiati da un territorio da cui avevano saputo trarre tutto quanto necessario a soddisfare i propri bisogni, contribuendo ad assegnare a questi luoghi strategici un ruolo dominante nella storia. Spesso sono portato a pensare che la sciagura di queste “rovine”risieda nel fatto che continuano ad affascinare ed a riempirci di orgoglio,per la capacità che hanno di continuare a trasmettere emozioni, raccontare l’intraprendenza e le capacità di coloro che hanno popolato queste terre prima di noi e che con la loro opera hanno attribuito al territorio un“valore aggiunto”, di cui tutti inconsapevolmente beneficiamo anche indegnamente.

A volte la mania di onnipotenza che si insedia anche in chi dovrebbe occuparsi del“Governo del Territorio” e custodirlo, genera inconsciamente la consapevolezza di non poter mai raggiungere risultati così alti nella trasformazione e utilizzazione delle risorse disponibili. L’azione degli uomini che hanno abitato queste terre è perfettamente visibile e raccontato dalle “rovine testimoni della Storia”.Tutto questo mette in atto proprio in chi dovrebbe tutelarlo strumenti di “annientamento” più che di “valorizzazione e recupero”con la complicità di chi ha fatto della Storia un “paravento” da utilizzare in ogni circostanza. Troppo spesso anche gli “Operatori Culturali” o chi è chiamato ad avere un ruolo decisionale sul punto, hanno atteggiamenti ambigui perché non si riesce a fare la differenza tra la Storia e quello che Storia non è .Mettendo in atto la distruzione dei “segni”sperano di far emergere la“pochezza” ,la “banalità” o il kitsch del presente: poco importa se il prezzo da pagare è molto alto.

A dimostrazione di ciò il Restauro del Castello Longobardo della Città di Montoro, tutt’ora in atto. Con un intervento che non mortifica solo la Storia di Montoro ma di tutta la Valle dell’Irno, atteso che viene compromessa la lettura di una Architettura rappresentata per lo più da ruderi che hanno un fascino senza eguali e che non hanno bisogno di presentazione ma solo di essere visti e raccontati. Gli interventi in atto sono più idonei alla ristrutturazione di una “casa colonica”atteso che, a parte il danno alla Storia, si stanno distruggendo le rovine, intervenendo su parti fondamentali della struttura per trasformarle in altro..

Chi ha progettato, contabilizzato e diretto queste Opere? A quale Teoria del Restauro o Norme che regolano la materiasi è ispirato? Il Restauro che“sembrerebbe” autorizzato (i progetti non risultano firmati dal Soprintendente BAP di Avellino nè tantomeno dal Funzionario che ha istruito il Progetto), viene portato avanti in maniera “estemporanea” e senza un minimo di buon senso. A guardare gli interventi sembra sia in atto un’opera sistematica di distruzione per cancellare quanto fortunosamente è giunto fino a noi. L’arroganza e l’ignoranza su di un tema così delicato stanno giocando un brutto scherzo al Territorio che diventa ogni giorno più povero visto il destino riservato anche al Convento di S. Maria degli Angeli con la Piazza, al Pastificio Vietri e ad altri palazzi storici. La cosa più grave è che tutto ciò risulta autorizzato e finanziato da Enti Pubblici che della tutela ne hanno fatto una bandiera. Probabilmente tempi ristretti assegnati per la presentazione del Progetto non hanno consentito agli Enti preposti il necessario approfondimento,dal momento che si opera con progetti che riportano il solo timbro della Soprintendenza BAP e senza nessuna firma da parte del Rappresentante dell’Ente né tantomeno quella del funzionario che ha istruito il progetto.

Ebbene, quanto sta accadendo al Castello Longobardo di Borgo è inqualificabile. Si sta cercando di “mettere a nuovo”e “impreziosire” una struttura che il tempo e gli eventi calamitosi hanno ridotto allo stato di rudere,ignorando che bisognava intervenire solo per conservare nel tempo il suo fascino e mostrare con severa imponenza la sua Storia, che viene sistematicamente mortificata dagli interventi in atto. L’impianto architettonico, la composizione da me accuratamente studiata e rilevata sono stati la base di tutti i progetti redatti e depositati presso il Comune e allora, a parte l’uso improprio, non si comprende come sia stato possibile interpretarli in questo modo. È evidente che solo la “non conoscenza” del sito e il “disprezzo” per il Monumento possono giustificare gli interventi in corso. Non si stanno distruggendo solo le pietre con la loro storia ma anche quella di Montoro visto che si sta trasformando una Torre d’Angolo in “contrafforte” e ricostruendo parti delle strutture murarie (peraltro senza una puntuale verifica strutturale) che bene avrebbero fatto a lasciare allo stato di rudere. Ancora una volta chiedo che venga fatta piena luce su tutto ciò e fermata questa barbarie, questo ennesimo attacco alla Storia che trasforma un Monumento in strutture insignificanti non più in grado di raccontare.

Mi rendo perfettamente conto che nel Restauro le cose non sono semplici da affrontare e richiedono un approccio interdisciplinare, uno sforzo e un’attenzione superiori. Non sono in gioco aspetti esclusivamente “tecnicisti”.Essendo il restauro un’azione “diacronica”che coinvolge non solo chi opera sul Monumento ma anche chi osserva,è necessario stare dentro le cose altrimenti è meglio starne lontani perché si fanno danni irreversibili. È necessario che le opere in corso diano la possibilità di comunicare una visione evolutiva dell’opera, perché tutto il resto non ha nessun senso. Mettere a nuovo alcune parti della struttura è un affronto gravissimo, dimostra che non si è riusciti a capire nulla del processo evolutivo che sta alla base di un tema così importante come il Restauro di un Edificio allo stato di rudere. Le strutture vanno lette e osservate secondo il loro divenire nel tempo, congelando per quanto è possibile lo stato in cui esse si trovano. Solo operando così si può garantire la conservazione del Monumento affinché possa continuare a scrivere la pagina aperta sulla Storia.

Source: www.irpinia24.it