Avellino – “Dai respiro alla ricerca” campagna di donazioni sulla Fibrosi cistica

Massimo Passaro: In prima linea su queste iniziative perché solo la ricerca può garantire un futuro

fibrosi cisticaAvellino – Questa mattina, alle ore 11:30 pressi il bar Morelli’s, l’avvocato Massimo Passaro e Piero Pastena hanno tenuto una conferenza stampa durante la quale hanno parlato di una malattia comune alla quale spesso non viene dato il giusto spessore, e della campagna per la raccolta fondi che si terrà oggi e domani a partire della 14:00 sino alle ore 19:00. Infatti presso il Morelli’s ci sarà la possibilità di acquistare con un contributo di 15 euro, un panettone e il ricavato verrà devoluto interamente alla ” Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus“. La Fibrosi Cistica è la malattia genetica più diffusa in Italia, con 7.000 pazienti nel nostro paese e 100.000 al mondo. Colpisce i polmoni ma anche l’intestino , il pancreas, il fegato, le ossa e l’apparato riproduttivo. E’ il danno ai polmoni che determina la qualità, la durata della vita. E che alla fine porta all’impossibilità di respirare. La ricerca può dare nuovo respiro. “Noi- comincia Passaro – in generale di fronte a queste iniziative che si occupano di ricerca e di aiuto ai più deboli partecipiamo sempre. Nel nostro piccolo cerchiamo di dare sempre un sostegno materialmente fattivo. Siamo sempre molto legati a queste iniziative sulla ricerca e quando Piero ci ha sollecitato questa tra i nostri interessi è una di quella attività che sponsorizziamo con piacere anche perché la ricerca su questi mali drammatici deve essere abbracciata dalle associazioni. Per noi questa è anche una missione, come  stare accanto ai malati di fibrosi cistica e agli anziani noi non ci tiriamo mai indietro siamo un piccolo gruppo ma coraggiosi che non hanno mai paura di affrontare le grandi sfide.  Chiunque in questa occasione voglia fare un’offerta, al di là del panettone e ben accetta, perché è una malattia della quale se ne parla poco e a volte la pubblicità è scarsa e non escludiamo la possibilità di fare dei convegni anche all’interno delle scuole per la conoscenza e la sensibilizzazione. La fondazione non ha bisogno di grande pubblicità in quanto è conosciuta, ma riteniamo che a livello locale una ricaduta doveva essere data da un gruppo di cittadini sempre present come il nostro. Noi siamo stati onorati quando Piero ha pensato a noi per dare possibilità a chi non ha voce. I cittadini dovrebbero partecipare perché può capitare ad ognuno di noi e solo la ricerca può garantire e inoltre questa è solidarietà”.

A raccontare la propria storia e il suoi impegno nella ricerca contro questa feroce malattia che lo ha colpito personalmente è Piero Pastena. “La fibrosi cistica nasce nel 1980 perché io purtroppo ho due figlie affette da questa malattia, una che nell’evoluzione del tempo è diventata psicologa clinica titolare a Londra e un’altra che nello stesso luogo è la titolare di un’attività che si chiama “C.v. e coffe” nella quale sistema gli italiani che vogliono lavorare a Londra. Oggi va così forte che è senza pensieri l’unico è che non ha più la sorella e deve gestire anche lei questa malattia. La fibrosi cistica si manifesta sempre con una pelle salata, hanno una respirazione difficile, si cura il cancro o il tumore ma per questa malattia non c’è alcuna cura se non palliativi per tenerla sottocontrollo .  I portatori sani sono 1 su 25 e lo stesso mia moglie che ci ha portato a generare due figlie che purtroppo sono affette. Noi, da quando la mia prima figlia è morta lo scorso anno a soli 39 anni, la abbiamo sempre fatta la raccolta ora più che mai la dedico a mia figlia Rosa. Chi vuol dare può dare, per aiutare a trovare una cura, la ricerca ha bisogno di soldi”. Non è ancora possibile guarire dalla fibrosi cistica e lei sue cure esistenti sono ricolte ai sintomi e alle complicanze. Ascoltando la storia di Piero Pastena ci si rende conto di quanto la poca informazione a volte e l’indifferenza, quanto il problema non riguarda se stessi, non porta da nessuna parte. L’aiuto di tutti con un piccolo contributo può fare la differenza e non si donano solo soldi ma anni di vita, che non hanno prezzo.  Come lo slogan della campagna insieme bisogna dire “Dai respiro alla ricerca”.

Source: www.irpinia24.it