Dalla parte di produttori e consumatori: l’Apooat difende la qualità di un prodotto di nicchia

Valorizzazione del territorio e promozione di prodotti tipici e di qualità: l'Irpinia si difende con l'eno-gastronomia d'eccellenza.

pcLa valorizzazione di un territorio è presupposto fondamentale per la vita e per la crescita di una comunità e l’Irpinia è notoriamente culla di prodotti eno-gastronomici d’eccellenza. L’Apooat è un’associazione di produttori di olio di oliva che, promossa dalle Acli di Avellino, si propone di tutelare il settore, dando assistenza agli oltre 3000 soci nella gestione delle proprie attività e agendo al fine di favorirne l’accesso agli aiuti comunitari. L’olio extravergine d’oliva è erede di una tradizione colturale che negli anni si arricchisce progressivamente di competenza e buone pratiche, attente a garantire qualità e rispetto dell’ambiente. Come ha sottolineato il presidente dell’associazione Giuseppe Pacifico, in occasione di un incontro informativo rivolto ai ragazzi in servizio civile presso le Acli di Avellino, alla base dell’attività dell’Apooat c’è la convinzione che la promozione del territorio debba passare anche attraverso la valorizzazione dei suoi prodotti di nicchia, favorendo uno sviluppo sostenibile del sistema produttivo locale, per tutelare allo stesso tempo il produttore e il consumatore.

Assistenza quotidiana alla produzione e attività di informazione, dunque, vanno di pari passo nei progetti dell’Apooat e i numerosi eventi informativi, sedute d’assaggio e laboratori dimostrativi, hanno lo scopo di presentare le caratteristiche che denotano la qualità dell’olio, perché i consumatori possano scegliere in piena tranquillità e consapevolezza. “Puntiamo sull’associazionismo – ha affermato Pacifico – per favorire la produzione e la valorizzazione di prodotti di nicchia difficilmente realizzabili dalle aziende, per rappresentare l’identità specifica del territorio e offrire al consumatore un prodotto di valore, non solo tipico, ma sano e dalle qualità nutrizionali eccellenti”.

Presenti in seduta d’assaggio, il presidente regionale Acliterra Giovanni Perito, il presidente provinciale Acliterra Rocco Di Pietro, il presidente di Confcooperative Francesco Melillo, i dottori in agronomia e tecnici Apooat Ivan Rizzitelli e Franco Castelluccio. Partendo dalla differenza tra le tre categorie merceologiche di olio extravergine d’oliva, olio d’oliva e olio lampante, Castelluccio ha illustrato quelli che sono i parametri fondamentali nell’approccio all’acquisto, nella scelta e nella valutazione dell’olio: «Dopo l’assaggio – ha detto Castelluccio – sono i parametri chimici e organolettici legati all’olfatto e al gusto a consentirci di stabilire che un olio appartenga a una determinata categoria merceologica». E se l’extravergine rientra nella categoria merceologica di qualità massima, con un odore caratteristico che gli esperti del settore definiscono “fruttato di oliva verde” e con note olfattive piacevoli che ricordano il profumo dell’erba appena falciata, il semplice olio d’oliva è tale per aver subito un declassamento. Il termine “raffinato”, che compare sulle etichette informative, è, in questo caso, un riferimento alla miscela di olii d’oliva vergini e olii d’oliva lampanti, considerati, questi ultimi, non idonei al consumo umano.

Olive sane, non attaccate, fresche e conservazione idonea – ha spiegato Rizzitelli – possono garantire l’assenza di quei difetti organolettici di natura, rispettivamente, fermentativa e conservativa, all’origine dell’odore rancido/acetato di alcuni olii o della loro rapida ossidazione e morte”. Come in una cerimonia solenne, a ciascuno il suo bicchierino, tutti i presenti si sono cimentati nell’assaggio, riconoscendo, nell’uno o nell’altro degli olii proposti, caratteristiche riconducibili all’una o all’altra categoria. Pomodoro, erbe aromatiche e talvolta mandorla richiama il sapore dell’olio di qualità che, più o meno amaro, più o meno piccante è, al di là dei gusti soggettivi, un’eccellenza.

 

di Eleonora Fattorello

Source: www.irpinia24.it