“Il ’68 degli Irpini”, il nuovo libro di Paolo Saggese e Gianni Festa

Appuntamento per giovedì 15 novembre, nella Sala Cesvob, viale Mellusi alle ore 17

libroAvellino – Il libro, a cura di Gianni Festa e Paolo Saggese, dal titolo “Il ’68 degli Irpini. La città, gli studenti, i partiti, la Chiesa”, raccoglie articoli e saggi editi e inediti, tratti dal “Corriere dell’Irpinia” e dalla “Tribuna dell’Irpinia” degli anni passati, con scritti di Antonio La Penna, Antonio Di Nunno, Gianni Festa, Domenico Gallo e altri testimoni di quel decennio: Franco Festa, Nino Lanzetta, Giuseppe Iuliano, Rodolfo Salzarulo, Antonio Spina, Gaetana Aufiero.

Un primo capitolo è dedicato alla città di Avellino, alla situazione socio-culturale-politica di quegli anni. Un secondo capitolo riguarda i giovani del Liceo “Mancini” e “Colletta” di Avellino, il Classico “Pascucci” di Dentecane, il “De Sanctis” di Sant’Angelo dei Lombardi, e quindi le ragazze, che in quegli anni per la prima volta fecero ingresso nelle austere aule in cui si studiano i classici greci e latini. Un’altra serie di interventi è incentrata sulla discussione in seno alla Chiesa e alle novità rappresentate anche dal nuovo protagonismo dei giovani, che vide in prima linea in vario modo don Michele Grella e padre Pio Falcolini, e che ebbe risvolti di carattere anche giudiziario. Un altro aspetto di particolare rilievo riguarda la discussione all’interno dei partiti politici, nonché la lacerante azione dell’allora Ministro della Pubblica istruzione Fiorentino Sullo, le cui clamorose dimissioni scossero non solo la politica irpina, ma persino quella nazionale. 

Nel tracciare un quadro di quegli anni, Domenico Gallo scrive: “Prima abbiamo parlato del presepe, ma io vorrei parlare di un’altra esperienza concomitante, la contestazione del natale consumistico effettuata da un gruppo di giovani nella vigilia del Natale ‘68. Ricordo una manifestazione assolutamente inusitata, un seat-in lungo il Corso, all’altezza della Standa in cui alcuni giovani ed un giovane francescano, padre Pio Falcolini, innalzarono alcuni cartelli in cui si contestava la riduzione del Natale ad evento commerciale, il Natale consumistico, appunto, e si richiamavano alcuni versetti del Vangelo. Non si trattava di una manifestazione di integralismo religioso, di una contestazione dei costumi corrotti in nome della purezza della fede. No, quella manifestazione, così ingenua, metteva il dito su una piaga del nostro tempo, che nel frattempo è cresciuta e si è allargata a dismisura, la cultura del consumismo. Quella sub-cultura che trasforma il consumo, da mezzo (da strumento per la realizzazione dei bisogni della persona) in fine. Che trasforma il consumo in un idolo, in un mito da perseguire a prezzo della dignità e della libertà morale, destituendo di senso l’avventura umana. Che, in campo politico, da cittadini ci ha trasformato in consumatori di consenso politico, che oggi viene acquistato, in confezioni preconfezionate, al supermarket dei media. Una sub-cultura che oggi è arrivata all’apice, al punto che chi è più ricco diventa un idolo e si trasforma in leader politico osannato dalle folle, proprio per la sua ricchezza”.

 

Source: www.irpinia24.it