Avellino – Al Museo Irpino la Mostra di Cipriano

Nei pressi dell'ex Carcere Borbonico il vernissage dell'artista comincerà giovedì 11 ottobre alle ore 17

e5f9e7fbcbf0615deec97c91911d6624711e19fAvellino – Il Museo Irpino, ex Carcere Borbonico di Avellino, ospita, con inaugurazione giovedì 11 ottobre 2018, alle ore 17, una inedita mostra dell’artista Franco Cipriano, dal titolo “Ikonostasi”.  La mostra, col patrocinio della Provincia di Avellino, è promossa da Montoro Contemporanea e dall’Associazione ContemporaneaMente, a cura di Gerardo Fiore. Alla serata inaugurale interverranno oltre all’artista: il Presidente della Provincia Domenico Gambacorta, il consigliere provinciale Girolamo Giaquinto, Ernesto Forcellino (docente di Filosofia) e Luca Palermo (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”); l’assessore alla Cultura Raffaele Guariniello, e il Direttore di Montoro Contemporanea Gerardo Fiore. Modera Alfredo Taiani.

Dedicata dall’artista allo storico e critico dell’arte, recentemente scomparso, Antonio Del Guercio, la mostra è presentata da Ernesto Forcellino (docente di Filosofia) e Luca Palermo (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”). Pitture di teleri, sculture e video per l’istallazione di una eteroclita “camera picta” che risuona di “corpi dell’assenza”, orme impresse nella tessuta polifonia del rosso e nella luce d’ombra delle velature cineree del nero.  Esposizione come soglia dell’annuncio (kerygma) originante di una liturgia dell’impossibile rappresentare, dove indefinibilità dello spazio e atopica memoria s’intrecciano nella coagulazione della materia, nelle emersioni e nelle dissoluzioni delle immagini nella risonanza “sacra” dell’Immemoriale. La possibilità dell’arte, per l’artista, è nello spazio sospeso tra visibile e invisibile, dove il non-visibile non è svelato né figurabile, come nella solitudine dell’isolamento meditante del corporeo pensiero di un innominabile tempo dell’esilio.  Pittura prima e oltre l’idea rappresentativa, che avviene a gesto sempre inconcluso, rivolto al proprio indicibile fondo, nella “tensione” germinale di profondità e superficie.  Pitture, oggetti, sculture, video, suoni, gesti declinano un palinsesto performativo che mette in questione il linguaggio, interrogandone il de-comporsi “simbolico” nell’incombenza di un addio che si fa mappa ultima del senso. Un’impossibile Ikonostasi si espone come palinsesto del rivelarsi e del ritrarsi del corpo-immagine nelle “metamorfosi” del suo originarsi, in una duplicità tra dissolvenza e trasmutazione in traccia, orma, segno, materia.

 L’istallazione si presenta dunque un crocevia del linguaggio, sul bordo abissale del mondo, in uno spazio d’indefinibilità di senso, che fa del gesto artistico un persistente ma eccedente riflettersi nel suo cominciamento, nell’incomprensibile apocalissi che risuona nella memoria delle cose e insieme ne destituisce la nominazione, toccando il confine con l’oblio, nella vita come nell’arte. Historia del pensiero che si fa “corpo” dell’opera, “Ikonostasi” è una deposizione e una risorgenza del Senso dell’arte, spazio diramato della “crisi” del linguaggio delle “immagini” e insieme “mundus imaginalis” dove si riflette il senso e la memoria “impermanente” della vita e delle cose, nell’altrove kenotico (l’insorgere nel suo fondo di silenzio) del gesto “inattuale” dell’arte. Il catalogo della mostra sarà presentato nell’ambito del finissage, con testi di Franco Cipriano, Ernesto Forcellino, Nicola Magliulo, Luca Palermo, Lucio Saviani, e Stefano Taccone, con un commento poetico di Eugenio Lucrezi. Fotografie di Ciro Ciliberti e Anna Nespolino.

Source: www.irpinia24.it