Solofra – I chiarimenti del Consorzio depurazione

Il comunicato in seguito all'intervista all'ex Assessore alla Ambiente della Regione

solofraSolofra – In merito all’intervista rilasciata all’emittente Telecolore in data 11 agosto, dall’ex Assessore alla Ambiente della regione Campania dott. Romano, il CODESO Consorzio Depurazione Solofra chiarisce quanto segue : 

I Conciatori hanno l’obbligo, il dovere ed il diritto di depurare i propri reflui quale parte finale del proprio processo produttivo in conformità alle vigenti normative che il dott. Romano vorrebbe invece aggirare in via amministrativa. Già nelle iniziali previsioni, infatti,  Il PS3 della regione Campania, per il disinquinamento del Golfo di Napoli, aveva previsto la gestione in forma associata della depurazione dei reflui conciari, in quella che negli anni 70 era individuata quale stazione di pretrattamento chimicofisico dei reflui di Solofra.  Attivato sin dal 1986,  l’impianto originario è stato successivamente migliorato e potenziato per ben 3 volte nel 1995, nel 2001 e da ultimo nel 2006.

Il Consorzio dei conciatori ha dovuto effettuare in proprio numerosi interventi di miglioramento funzionale  dell’impianto  (messa in esercizio della sezione di flottazione nel 2003) a causa della mancata realizzazione del depuratore di mercato San Severino, che per oltre 20 anni ha impedito il completamento dello schema depurativo dell’alto Sarno, in attuazione dei programmi elettorali contra legem sostenuti da tutti i candidati sindaci, tra i quali figura lo stesso ex Sindaco Romano. 

Per tali ragioni nel 2001 l’impianto di Solofra fu reso autonomo con la realizzazione della sezione di trattamento biologico tuttora in funzione.

L’ex sindaco Romano, nonché ex assessore all’ambiente, quindi afferma una circostanza contraria al vero quando dice che a mercato San Severino viene completata la depurazione dei reflui conciari pretrattati a Solofra, nella sua visione priva di fondamento sottoposti a trattamento biologico a Mercato San Severino. La realtà è un altra: i reflui conciari sono trattati completamente a Solofra (inclusa la loro depurazione biologica) quale depurazione in forma associata (ai sensi dell’art 124 del D.lgs 152/2006) di gran parte delle imprese presenti nel Distretto Conciario (ad eccezione di quelle che depurano autonomamente i propri reflui) fino ad essere ricondotte nei parametri di legge previsti dalla parte III del D.lgs 152/2006 per il loro scarico nella condotta fognaria pubblica che li avvia insieme alle acque reflue civili di 8 Comuni al depuratore di Mercato San Severino.Appare d’uopo precisare che i reflui conciari non rispettano i parametri di legge per i parametri dei cloruri e dei Solfati (per i quali i costi di abbattimento con le attuali tecnologie – osmosi inversa ed ultrafiltrazione – sono improponibili ed i relativi benefici inferiori al consumo energetico necessario ad attuarli); trattandosi però di parametri derogabili per lo scarico in collettore fognario pubblico la Regione Campania con proprio decreto ha fissato limiti di immissione ad hoc per l’impianto di Solofra. L’impianto di Mercato San Severino non attua alcun trattamento per la riduzione della concentrazione dei Cloruri e dei Solfati limitandosi a ridurne la concentrazione nei limiti di legge mediante diluizione con le altre acque che vi pervengono. 

(Sostenere l’unitarieta dei due impianti è un’abberrazione tecnico giuridica che fu applicata con esiti disastrosi già nel 2003)

Il progetto sostenuto e voluto proprio dall’allora Sindaco di Mercato San Severino, nonché assessore all’ambiente della Regione Campania, condusse alla stipula della famigerata Convenzione tra i Comuni di Solofra è Mercato San Severino per la gestione unitaria del sistema depurativo.Ma i fondi necessari alla gestione provenivano esclusivamente dalle concerie che pagavano sin dal 1986 l’intero costo della depurazione industriale. 

La distrazione di fondi privati pari al 30% delle entrate dell’impianto di Solofra servirono a coprire illegittimamente i costi di avviamento dell’impianto di Mercato San Severino a vantaggio esclusivo delle aziende dell’area a valle di Solofra che per lunghi anni non hanno pagato nulla per il trattamento dei loro reflui. Tale esperimento fu un successo enorme dal punto di vista del Sindaco di Mercato San Severino che depredando gli imprenditori solofrani accontentava i propri elettori con il consenso dell’allora sindaco di Solofra, che non si è accorse del danno enorme cagionato alla comunità di Solofra. 

Ciononostante, la mancanza di idonei finanziamenti impedì di li a poco la corretta gestione dell’impianto per cui dopo un solo anno di gestione convenzionale condotta dal Romano, dovette intervenire il commissario straordinario generale Jucci che con provvedimento ad hoc della Presidenza del Consiglio dei Ministri assunse direttamente la gestione del sistema depurativo dell’alto Sarno restituendo legalità e funzionalità ad entrambi gli impianti poi consegnati nel 2010 alla gestione temporanea della Cogei.  

Il Consorzio CODESO che raggruppa gli operatori del Distretto conciario di Solofra ha sempre chiesto l’affidamento della gestione dell’impianto deputato al trattamento dei propri reflui industriali, come peraltro suggerito dallo stesso Commissario di Governo. Che oggi ancora il Romano si permetta di riproporre soluzioni, peraltro non perseguibili per contrarietà alle vigenti norme, che hanno già causato danni rilevantissimi in passato agli operatori del Distretto Conciario Solofrano a diretto vantaggio dei suoi elettori è del tutto immorale. 

Costui non può permettersi di indicare pubblicamente quali inquinatori gli operatori della categoria che più di tutte con i propri finanziamenti ha reso possibile la gestione del sistema di depurazione, considerando che i più autorevoli studi condotti sul Fiume Sarno affermano che la qualità delle  acque peggiora mano a mano che ci si allontana da Solofra. Chieda invece agli elettori del suo comprensorio di  provvedere, proprio come i conciatori fanno, a proprie spese, già da molti anni,   a depurare correttamente i propri reflui.  

CODESO 

Source: www.irpinia24.it