Paternopoli – “L’archeologia dei desideri” nella terra dello stramonio

Fervono i preparativi per l'arrivo del treno storico Avellino-Rocchetta, previsto per sabato 26 maggio

il fiore dello stramonioPaternopoli – “Si avvicina il 26 maggio, giorno nel quale giungerà alla stazione di Paternopoli  per il suo viaggio inaugurale il treno storico sulla ferrovia Avellino-Rocchetta. Per questo evento il  comitato “Prossima fermata Paternopoli” sta organizzando una festa che si terrà alla stazione. Fuochi pirotecnici, degustazione di vino e prodotti tipici, riprese per la realizzazione di un conto-metraggio e intitolazione della stazione a Giuseppe De Iorio, sindaco di Paternopoli negli anni della realizzazione della ferrovia, accoglieranno i  fortunati viaggiatori  del treno. Ma l’opera del comitato non si ferma qui.

Infatti, il ritrovamento di un’antica e dimenticata cantina annessa alla stazione, fatta casualmente  dalla ditta che esegue i lavori di pulizia, impresa guidata e diretta dal sapiente e generoso Amato Natale di Nusco, ci ha ha fatto coniare il termine “Archeologia dei Desideri” per indicare le future attività del comitato. Passato il treno, il comitato si farà carico di ripristinare l’antico sentiero dei serroni che da Paternopoli scendeva alla stazione e da li  al fiume, in un luogo noto come “li dui piscuni“. Una piscina naturale creata da due grossi massi e utilizzata da sempre per il bagno e i tuffi da tutti i giovani del paese di diverse generazioni. Il sentiero si snoda come le spire di un serpente fino al fiume ed è il regno incontrastato delle lucertole, delle ginestre e di una pianta magica: lo stramonio, detto anche l’erba del diavolo,  dai  fiori bellissimi che sono chiusi di giorno e si aprono alle prime ombre della notte.  

I nomi erba del diavolo ed erba delle streghe si riferiscono alle sue proprietà narcotiche, allucinogene e sedative dovute al ricco contenuto di alcaloidi allucinogeni come la scopolamina e l’atropina. Ormai nessun conosce più la ricetta usata dai nostri antenati sia a scopo terapeutico che magico. L’ultimo sciamano e’ stato ‘Zi Roberto re Carlicchio’, maestro di innesti e potatura e saggio conoscitore delle tecniche per utilizzare lo stramonio. Quando ero un giovane studente al Liceo, Zi Roberto qualcosa mi insegnò, ma adesso non saprei ripetere l’infuso  senza mettere a rischio la mia vita. Dunque, il ritorno del treno, il ripristino dell’antico sentiero “re lo riaolo“ e infine la pulizia e ristrutturazione dell’antica e storica “Fontana dell’amore“. Quest’ultima, posta dietro la casina di campagna della famiglia Modestino, è un luogo per gli innamorati.

Un’antica leggenda locale racconta che i giovani erano soliti recarsi qui per prendere acqua fresca durante i lavori nei campi. Un giorno una fanciulla incontrò un giovanotto. I due ragazzi si piacquero subito tanto che presero ad incontrarsi tutti i giorni. Un venerdì ognuno di loro portò alla fontana altri tre amici. E così divennero quattro fanciulle e quattro giovanotti. Qui, i giovani si giurarono eterno amore e suggellarono la promessa bevendo l’acqua della fontana. Tre coppie di li a poco convolarono a nozze felici mentre una coppia si separò.  Uno dei giovani  dovette partire per l’America per cercare fortuna e lo fece con il treno. Passarono gli anni e la ragazza, rimasta a Paternopoli non si sposò , forse attendendo il suo amore emigrato in America. Trascorsi dieci anni, il ragazzo ormai uomo, tornò a Paternopoli. Aveva fatto fortuna in America, era  milionario e neppure lui si era sposato. Venne e sposò il suo amore giovanile, la ragazza a cui aveva giurato amore eterno alla fontana.

E’ questa l’archeologia dei desideri: l’archeologia dei paesaggi antichi. Esistono luoghi che ci chiamano, vicini e nostri o magari anche da molto lontano. Non ne conosciamo la ragione profonda, ma ancora prima di averli visti o rivisti, sappiamo che seguendo il loro richiamo ritroveremo un pezzo della nostra anima. Perché non  può appassire  o morire  ciò che fiorisce di desiderio.” Andrea Forgione, componente del comitato ‘Prossima fermata Paternopoli’.

Source: www.irpinia24.it