Fanpage e le acque sporche della regione Campania, la nota di Rossano
L'Architetto: "I recenti fatti non mi hanno affatto sorpreso"
In una nota l’Architetto Claudio Rossano dichiara: “I recenti fatti scaturiti dall’inchiesta di Fanpage e che hanno portato alle dimissioni di Roberto De Luca da assessore di Salerno non mi hanno affatto sorpreso. Ben conosco infatti quello che è avvenuto negli ultimi anni nel torbido ciclo integrato delle acque della Campania, ciclo intimamente connesso a quello dei rifiuti proprio attraverso i fanghi della depurazione. Questi fatti del resto sono noti a tutti coloro che hanno letto gli atti della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’inquinamento del fiume Sarno. Nella lontana seduta di giovedì 14 ottobre 2004 venivano ascoltati, tra gli altri, il Prefetto di Avellino, il Sindaco di Solofra ed il presidente dell’ASI di Avellino. Nel corso dell’audizione emergono alcuni fatti molto interessanti: a Solofra era presente un essiccatoio per i fanghi e un deodorizzatore, entrambi acquistati molti anni prima per i quali non esisteva collaudo: il solo costo dell’essiccatoio pare sia stato di circa 7 miliardi di lire. E’ evidente che i fanghi non essiccati avessero un peso enorme che andava ad incidere sul costo del rifiuto speciale. A pag.4 della documento della Commissione il Prefetto di Avellino evidenziava i suoi rapporti con il Generale Jucci che, chiamato in giudizio per la questione delle acque di spruzzo, gli chiedeva di interessarsene presso la procura della Repubblica”.
Testualmente: “L’unica cosa che voleva sapere da me era che cosa faceva il procuratore della Repubblica”. A pag. 9 si leggono alcune considerazioni sull’essiccatoio. “ Si tratta di un impianto realizzato con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno dall’ASI di Avellino, mai collaudato e per il quale non esiste neppure un verbale di consegna. L’ASI accusa la società Codiso di aver manomesso o smontato questo impianto, la Codiso dichiara di non aver mai messo mano su di esso; il risultato è che l’impianto di Solofra tira fuori oggi un fango di risulta con una percentuale di umidità elevatissima, che supera addirittura il 70 per cento, quindi grandi quantità di fanghi che costano una quantità enorme di denaro. I fanghi normalmente vengono smaltiti in discariche di tipo A, che cioè sono preposte per poterli accogliere; in Campania non ne abbiamo, quindi vengono trasportati in Puglia.” Sono del tutto evidenti i costi altissimi di queste operazioni e di come conseguentemente ad esse fossero interessati soggetti malavitosi.
Il dottor Lettieri, presidente del Codiso ( pag 27 – 28 – 29 ) parla addirittura di “ un partito trasversale che gestisce non solo la questione dell’immondizia, dei fanghi, della depurazione.” Parla inoltre degli impianti autorizzati : “Sono gli impianti di Luogosano, San Mango sul Calore, Nusco e di altri centri dell’Alta Irpinia, gestiti da una società formata dall’ASI” ovvero CGS. Il senatore Iervolino (UDC) : “Quindi lei ipotizza delle collusioni tra soggetti non ben definiti.” I lavori proseguirono in seduta segreta forse per non rendere noti tali soggetti (pag.28). A pag. 30 il senatore Flammia – membro della Commissione dice: “C’è stato anche un morto a Solofra: un sindaco si è suicidato.“ Le audizioni poi proseguono ascoltando il Presidente dell’ASI ing. Foglia. Il Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta chiede all’ing. Foglia: “Le apparecchiature per l’essiccazione e la deodorizzazione non sarebbero mai state collaudate né utilizzate.”
FOGLIA. “Sì, è così.” PRESIDENTE. “Allora, voglio sapere chi ha acquistato e pagato quelle attrezzature, qual è il motivo per cui non sono mai state collaudate e perché non hanno mai avuto conseguentemente alcun funzionamento, atteso che ciò avrebbe aggravato fortemente i costi per la rimozione dei fanghi.” La Commissione esamina inoltre la vicenda degli 11 impianti di depurazione, di proprietà dell’ASI, gestiti dal Consorzio Gestione Servizi. ( pag. 34 ) FOGLIA: “Quando arrivano le acque, innanzi tutto svolgiamo gli esami di laboratorio. Gli 11 impianti di cui vi ho dato notizia sono dotati di laboratori con apparecchiature di elevatissima qualità. Quindi, eseguiamo il primo esame presso l’azienda che vuole conferire le acque e poi da ogni singola autobotte che arriva all’impianto vengono prelevati i campioni per verificare se quell’acqua può essere sversata perché corrisponde a quella testata in azienda.” IERVOLINO (UDC). “Cosa succede se non corrisponde?” FOGLIA. “Se ne va con l’autobotte perché non siamo in grado di trattarla: farebbe saltare l’impianto.” IERVOLINO (UDC). Questo passaggio è molto importante: dove va a finire quell’acqua? FOGLIA. “Io non so dove vada a finire.” E’ molto probabile che quelle autobotti abbiano sversato i venefici liquami nei fiumi d’Irpinia”.
Arch. Claudio Rossano