Scampia, chiuso il cantiere della facoltà di Medicina

Il progetto per la nuova università è un punto di rinascita per il quartiere

IMG_3767-8-9.tifScampia – E’ partito qualche giorno fa l’ordine di servizio da parte del Comune di Scampia di chiudere il cantiere della Facoltà di Medicina. L’edificio praticamente completo, era destinato ad ospitare più di 2500 studenti dell’ateneo Federico II di Napoli. Un’opera costata 31 milioni di euro, in gran parte fondi europei. Il governo cittadino di Palazzo San Giacomo ha accusato la Regione di aver bloccato i finanziamenti provocando la sospensione delle attività e l’inevitabile licenziamento dei lavoratori. Il progetto di tale struttura risale al 2007, e doveva essere pronta entro il 2014. A causa di molti ritardi nei fondi da parte della Regione, i lavori sono rallentati, nonostante le sollecitazioni dei compitati di quartiere – molto attivi sulla vicenda – e dal Comune.

Non è possibile proseguire ulteriormente nella realizzazione delle opere”, le fredde e amare parole scritte nell’ordine di servizio. Il comune, avendo un debito troppo consistente con le imprese è costretto ad arrendersi, attribuendo però la responsabilità alla Regione Campania. I fondi indispensabili per il proseguimento dei lavori non sono stati ancora accreditati e, purtroppo, non c’è nessuna certezza; con la sospensione totale dei lavori i tempi di consegna si sono allungati. Attribuire le cause della chiusura del cantiere alla Regione, appare però scorretta, infatti, la Regione si sta impegnando ad erogare i circa 3 milioni relativi al progetto, nonostante la perenzione delle risorse. 

Scampia è un quartiere periferico della Città di Napoli conosciuto da tanti solo per le scene dal film “Gomorra”, un paese pronto al riscatto, purtroppo, circondato da tanti pregiudizi; il progetto per la nuova università è un punto di rinascita,  un edificio di 5 piani, per una superficie totale di 15 mila metri quadrati, dove saranno collocate 48 aule per 330 posti complessivi, un’aula magna, studi medici e laboratori, uffici e servizi alla didattica, consultori e ambulatori e, naturalmente, servizi per gli studenti. L’Università potrebbe rigenerare il quartiere, favorendo un processo di emancipazione sociale. Sarebbero necessario un tavolo di concertazione tra l’amministrazione comunale e la giunta regionale per superare gli ostacoli burocratici e accelerare i tempi di realizzazione dell’opera. 

Source: www.irpinia24.it