Federmot, Sica: “Il Governo continua a violare i principi sanciti dalla Costituzione italiana”
La nota della dr. in qualità di rappresentante della "Federazione Magistrati Onori di Tribunale"
Avellino – La dr. Grazia Sica nella qualità di rappresentante Federmot (Federazione Magistrati Onori di Tribunale) dichiara in una nota: “Lealtà, correttezza, coerenza: doti che appartengono al professionista che mette a disposizione le sue conoscenze, il suo operato al servizio dello Stato, come il Magistrato, anche onorario. Tali qualità dovrebbero essere comuni, in primis, a chi opera in ambito politico. La premessa scaturisce dalle dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore che, più di ogni altro, per il ruolo che ricopre, dovrebbe possedere quelle qualità e, soprattutto, dovrebbe conoscere l’ambito in cui opera. Al di là delle competenze specifiche che un Sottosegretario al Ministero della Giustizia , per formazione e cultura personali, può o meno possedere, non possono passare inosservate, inascoltate ed incontrastate le sue affermazioni sulla riforma della magistratura onoraria ed il suo sgomento dinnanzi ad un malcontento della categoria che egli stesso definisce “inatteso”.
La legge delega n. 57/16 sarebbe stata, a suo dire, frutto di un progetto condiviso con le associazioni di categoria, le cui osservazioni sarebbero state tenute in debito conto nel testo della riforma. I magistrati onorari in servizio dovrebbero addirittura esser lieti di godere di un trattamento privilegiato rispetto ai nuovi (schiavismo per quattro mandati di quattro anni ciascuno) e di aver ottenuto compensi più che ragguardevoli (16.000,00 euro lordi annui)! Parole davanti alle quali un magistrato onorario che lavora da due decenni quattro o cinque giorni a settimana per cinque/otto ore giornaliere ( a volte anche dieci o tredici), dietro compenso di un solo gettone ad udienza pari a 98,00 euro lordi, privo di ogni diritto costituzionalmente garantito ad ogni lavoratore, non può che inorridire.
Questo Governo ha sì varato una riforma della categoria, a differenza di tutti i precedenti Governi, ma trattasi di riforma che è tale solo nel nome e non nel contenuto (basti considerare il regime delle proroghe, non più annuali o semestrali, ma predefinite in 16 anni, ; medesimo trattamento retributivo rispetto all’attuale per ulteriori quattro anni, previdenza a carico di singoli…). Questo Governo ha solo legalizzato il lavoro nero, quello dei magistrati onorari, continuando a violare i principi sanciti dalla Costituzione italiana, nonché quelli riconosciuti dalla Comunità Europea. Di fronte a questa situazione che in un qualunque Stato di diritto sarebbe definibile a dir poco “vergognosa”, come può un magistrato onorario non ribellarsi? Quella che ha intrapreso e che porterà a termine è una battaglia di giustizia sostanziale. Rispetto a tante nefandezze, tanta ingiustizia non si può continuare ad ingannare, a dire falsità… Il cittadino italiano, non solo magistrato onorario, comincia a capire…”