Avellino – Ossigeno: “Dogana: no al centro convegni, si al teatro ridotto”
L'Associazione di Cipriano chiude la due giorno sul centro storico; Purchia: "Raddoppiare la programmazione e puntare sui bambini"
Avellino – La seconda giornata di proposte e riflessioni organizzata dall’associazione Ossigeno al Circolo della Stampa di Avellino è stata dedicata al futuro della Dogana, l’edificio di piazza Amendola sulla cui destinazione si sono spese, negli ultimi anni, solo vuote manifestazioni d’intenti. “Avellino riparta dai suoi simboli e dalla cultura”. Con questo incipit Luca Cipriano, presidente dell’associazione, ha aperto l’incontro, illustrando le idee di Ossigeno per far rivivere in maniera funzionale lo storico edificio a 25 anni dall’incendio che ne decretò l’inizio della fine. Nelle intenzioni dell’associazione Ossigeno, la Dogana necessita di una ristrutturazione funzionale alla sua destinazione futura, una destinazione che guarda alla cultura e alla formazione nel campo dell’arte, nell’ottica della nascita di un polo che coinvolga anche il teatro Gesualdo.
“Noi bocciamo senza appello la proposta inutile e frettolosa avanzata dal Comune di Avellino che punta a spendere ancora una volta milioni di euro per realizzare la solita sala convegni che non serve a nessuno – ha spiegato Luca Cipriano – Basterebbe studiare un po’ di più come funziona il centro storico della città per capire che questa non è la strada giusta. Ad esempio, ricordo a tutti che nel giro di poche centinaia di metri, sempre nel centro storico, ci sono già attive ben altre otto sale convegni, già di per sé poco utilizzate. E’ evidente la domanda: ma quanti convegni si immagina di fare ad Avellino? La nostra proposta va in un’altra direzione e punta a creare nella restaurata Dogana un secondo teatro per Avellino, una sala da 400 posti che sia abitata di continuo da eventi per le scuole ed i bambini, spettacoli e rassegne organizzate dalle compagnie locali, manifestazioni teatrali e musicali di nicchia o di ricerca alternative a quelle già ospitate dal Gesualdo. Due teatri in tandem che abbiano però un’unica regia ovvero un soggetto giuridico che, al di là della sciagurata decisione dell’amministrazione Foti di affittare il Gesualdo per due anni, la prossima amministrazione comunale dovrà comunque costituire”.
Ospite d’onore della serata è stata una dei massimi manager della cultura in Italia, la Sovrintendente del Teatro di San Carlo di Napoli, Rosanna Purchia che ha espresso valutazioni positive rispetto alla proposta presentata da Ossigeno, evidenziando quelli che potranno essere i punti di forza della nuova esperienza. “Investire in cultura – ha sottolineato – è sempre un fatto da osservare con favore. E’ uno di quei settori della vita di una comunità in cui, oltre a produrre crescita della conoscenza si genera un indotto importante. Trovo intelligente affidare la gestione di una simile struttura ad un’unica regia istituzionale con il vicino teatro Gesualdo”. La Sovrintendente del Teatro di San Carlo ha anche avanzato una sua personale idea per dare nuova brillantezza alla Dogana. “Vedrei bene lì la Casa dei Bambini – ha suggerito – un luogo in cui dirottare la programmazione teatrale e artistica dedicata ai più piccoli. Si otterrebbe un doppio vantaggio: da un lato far vivere la struttura te l’intero arco della giornata, dall’altro sarebbe un ottimo investimento nell’educazione e nella formazione dei bambini”.
In collegamento telefonico, poi, è intervenuto il maestro Ettore De Conciliis, impossibilitato a raggiungere Avellino. L’autore del Murale della Pace ha individuato nel restauro funzionale della Dogana il punto di partenza per un rilancio vero di tutto il centro storico di Avellino, ricordando il contributo che nel 2011 aveva prodotto all’amministrazione comunale di Avellino con un progetto che prevedeva, così come ripreso oggi da Ossigeno, anche la realizzazione di un piano sotterraneo, con tre spazi dedicati, rispettivamente, alla scienza, in memoria di Oscar d’Agostino; alla pace, con il lavoro preparatorio del Murale; e all’arte contemporanea con la nascita di una galleria dedicata. “Tutte le idee rischiano di rimanere vane – ha però osservato De Conciliis – se non integrate in un progetto di restauro mirato. La qualità dell’intervento di recupero è fondamentale per dare nuova vita alla Dogana, al contrario si rischierebbe solo di aggiungere inutili volumetrie”. “Un centro storico – ha ricordato infine Cipriano – che è l’unica cassaforte dei tesori storici e artistici della città di Avellino, con ben 8 chiese sulle 21 presenti nel capoluogo e oltre 400 tra opere pittoriche, scultoree e manufatti d’arte. Tutti numeri che dimostrano come anche Avellino non è una città senza storia, come qualcuno vuole fare credere, e che ci possono essere le carte in regola per alimentare percorsi turistici anche nella nostra città”.