“Faremo un giorno una carta poetica del Sud”, la presentazione il 25 Ottobre

"Vorremmo un Sud – come scrive Peppino Iuliano - meno legato alla protesta e più legato alla proposta"

paolo-saggeseAvellino – Il giorno 25 ottobre, alle ore 18.00, presso il Circolo della stampa di Avellino, sarà presentato il libro “Faremo un giorno una carta poetica del Sud. Restituiamo la Letteratura meridionale ai Licei”, a cura di Alessandro Di Napoli, Giuseppe Iuliano, Alfonso Nannariello, Paolo Saggese, Raffaele Stella (Digital Graphic, Montella, 2016).

Interverranno

L’assessore alla cultura del Comune di Avellino, prof. Bruno Gambardella

I curatori del volume e componenti del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud

Alessandro Di Napoli

Giuseppe Iuliano

Alfonso Nannariello

Paolo Saggese

Raffaele Stella

Conclude la Presidente del Consiglio regionale della Campania, On. Rosetta D’Amelio.

Qui di seguito si riporta la storia della questione descritta da Paolo Saggese

In un intervento lontano, risalente al 1953, il Premio Nobel Salvatore Quasimodo auspicava la definizione di una “Carta poetica del Sud”. Da quel “Discorso sulla poesia” sono trascorsi più di sessant’anni, è più volte cambiato il mondo, eppure questa “geografia” è ancora in divenire. Pare che di quella profetica speranza sia rimasta una petizione di principio, paradossalmente ancora più remota da quando sono state emanate le “Indicazioni nazionali” per i Licei (DM 211), il 7 ottobre del 2010. Domani cadrà, dunque, il settimo anniversario di questo documento ministeriale, che intendeva rinnovare un segmento importante del Secondo ciclo d’Istruzione, quello liceale, e che da subito ha suscitato la perplessità del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, almeno relativamente alla rappresentazione “geografica” della Letteratura italiana del Novecento. Infatti, come i lettori ricorderanno, nelle “Indicazioni nazionali” erano citati, a titolo esemplificativo, 17 autori del XX secolo nessuno dei quali nato a sud di Roma, con la presenza di una sola donna, Elsa Morante.

La perplessità suscitata dall’assenza di scrittori e poeti come Quasimodo, Sciascia, Vittorini, Scotellaro, Sinisgalli, Gatto, De Filippo, Alvaro, Bodini, Cattafi, Piccolo, Di Giacomo, Pomilio, Brancati, Ortese, Rea, e così via ha prodotto una discussione vivace e appassionata, che si è riverberata anche sulla stampa nazionale e nelle sedi parlamentari nazionali e regionali, ed è culminata nella Risoluzione approvata nella VII Commissione della Camera dei Deputati (il 25 febbraio 2015), con la quale si imponeva al Governo di modificare l’elenco arricchendolo con altri nomi o di eliminare qualsiasi indicazione esplicita, così da garantire una piena libertà di insegnamento e così da evitare il rischio di proporre una sorta di “Canone ministeriale” della Letteratura italiana del Novecento.

Inoltre, nell’estate del 2014, l’allora Ministro Stefania Giannini dichiarò la sua volontà a modificare l’elenco, che risultava incompleto, accogliendo così il punto di vista del Centro di documentazione sulla Poesia del Sud.

E tuttavia, da allora, niente è cambiato.

Per questa ragione, a breve, grazie all’interessamento diretto e deciso del Presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosa D’Amelio, sarà inviata una lettera al Sottosegretario all’Istruzione Vito De Filippo – che tra l’altro ha la delega anche al Secondo ciclo -, in cui si richiederà di ripensare le Indicazioni nazionali relativamente allo studio della Letteratura italiana del Novecento. D’altra parte, sembra una contraddizione evidente il ruolo riconosciuto a Matera di Capitale europea della Cultura 2019 e l’assenza della Letteratura meridionale del secolo scorso dal documento ministeriale.

Autorevolmente, alcuni anni fa, sulle colonne de “Il Mattino”, Silvio Perrella ha scritto: “Al lavoro dei poeti dobbiamo molto in generale. E lo dobbiamo in particolare quando hanno cominciato a dissodare i nostri territori, trasformando la vegetazione, il mare, la siccità, il vento, le pietre e quant’altro in parole puntuali e ritmiche e sintetiche, sempre pregne di succo conoscitivo”.

In effetti, se perdiamo i poeti, perdiamo non solo la nostra storia, ma anche la nostra essenza, la nostra vita. I poeti sono da sempre considerati degli esseri sacri, perché donano agli uomini l’immortalità e la memoria. Essere grati ai nostri poeti è perciò innanzitutto un atto d’amore per noi stessi.

Paolo Di Stefano, nella Prefazione al secondo volume di “Faremo un giorno una Carta poetica del Sud” (a cura di Giuseppe Iuliano, Alessandro Di Napoli, Alfonso Nannariello, Raffaele Stella e di chi scrive), ha inoltre osservato: “È inspiegabile e preoccupante che il ministero dell’Istruzione nel tracciare le linee dell’insegnamento letterario nelle scuole, ovvero ‘gli obiettivi specifici di apprendimento’ per i Licei, abbia dimenticato il Sud. Non sottovalutato: del tutto ignorato”.

Anche noi non riusciamo a spiegarlo. Siamo solo convinti che è nostro dovere continuare a testimoniare, è nostro dovere compiere questo atto d’amore, che tuttavia non vorremmo sia di pochi: vorremmo un Sud – come scrive Peppino Iuliano – meno legato alla protesta e più legato alla proposta, un Sud, che voglia essere con noi non in una lotta contro gli altri, ma in una lotta per la verità.

 

Source: www.irpinia24.it