Ieri migliaia di studenti italiani hanno scioperato in massa contro l’Alternanza scuola-lavoro, il programma introdotto dalla legge della cosidetta “Buona scuola” varata dal governo Renzi. A partecipare alla manifestazione anche gli studenti avellinesi che si sono incontrati alle 9 a via Pescatori e hanno concluso con un sit-in in Piazza Libertà.

Dal luglio 2015 l’Alternanza scuola-lavoro è obbligatoria e prevede che gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori svolgano un’attività di tirocinio nel corso dell’anno accademico. Un milione e mezzo i ragazzi che fanno parte del programma.

Perché gli studenti di tutt’Italia protestano? Le critiche al programma derivano dagli episodi di sfruttamento degli studenti da parte delle aziende presso cui sono andati a prestare servizio. Emblematico il caso del ragazzo rimasto ferito a La Spezia da un muletto, per il quale era necessario un patentino, e che evidenzia come alcune aziende abusino del programma per far lavorare gli studenti più che per prepararli ad un mestiere.

L’Alternanza scuola-lavoro, infatti, nasce per “incrementare le opportunità di lavoro e la capacità di orientamento degli studenti”, è “un’opportunità formativa e gli studenti non devono sostituire posizioni professionali”, si legge nel testo della legge.

Inoltre, gli studenti criticano la scelta di alcune collaborazioni che nulla hanno a che fare con il proprio indirizzo di studi o con l’avviamento al lavoro.

“Chiediamo al ministero dell’istruzione che fine abbia fatto lo statuto delle studentesse e degli studenti in Alternanza scuola lavoro e il codice etico per le aziende”, ha detto la coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, Francesca Picci. “Viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di Alternanza. Siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende”.

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