Sinistra Italiana: “Il ticket sociale in Campania è realtà”
Il ticket è iniziato a essere applicato al P.O. “San Giovanni Bosco” di Napoli
«Il Ssn è finanziato dalle tasse. I cittadini pagano le tasse e queste tasse devono essere utilizzate al meglio per far accedere ai servizi i cittadini. I ticket sono stati introdotti nei modelli assicurativo-sociali per scoraggiare i cittadini a un uso eccessivo e improprio delle prestazioni, ma se il finanziamento attraverso le tasse è adeguato i ticket non ci devono essere. Perché sono quelli che scoraggiano le persone soprattutto le più povere ad accedere a prestazioni anche essenziali, come la mammografia, vaccini per i figli, prestazioni diagnostica o terapeutica. I ticket non possono servire a fare cassa».
Non siamo solo noi a dirlo, ma queste sono le parole del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi.
Dopo tanto lavoro, ci siamo. Il “Ticket sociale”, inteso come forma di sostegno/protesta degli operatori sanitari in favore delle fasce più deboli della popolazione, è iniziata a essere applicato al P.O. “San Giovanni Bosco” di Napoli. Il “Coordinamento Campano per la Sanità Pubblica”, su proposta di “Medicina Democratica” e del “Comitato No alla Chiusura dell’Ospedale San Giovanni Bosco”, ha dato vita ad una delle forme di protesta e di sensibilizzazione più importanti mai viste nel settore sanitario.
Se dodici milioni di cittadini in Italia ormai rinunciano alle cure, perchè non possono permettersele, significa che il ticket è divenuto a tutti gli effetti un elemento di disparità nei trattamenti sanitari. E in una regione come la Campania con uno tra i redditi medi pro-capite più bassi d’Italia e un tasso di disoccupazione alle stelle, oltre che con un’incidenza tumorale elevatissima, l’effetto è praticamente disastroso.
Stamattina al “P.O. San Giovanni Bosco” è iniziata la marcia per la realizzazione del ticket sociale in tutte le realtà della Sanità Pubblica grazie al “Coordinamento per il Diritto alla Salute al P.O. San Giovanni Bosco” dove sono stati distribuiti centinaia di volantini ai cittadini, . il primo passo concreto di un percorso lungo e difficile ma che non si fermerà. Solo alcuni dati per comprendere meglio la portata di una realtà inaccettabile: corruzione e frodi nella sanità valgono sei miliardi di euro, cioè il 5% della spesa sanitaria pubblica; .due milioni di Italiani hanno pagato bustarelle per ricevere favori in ambito sanitario e dieci milioni hanno effettuato visite mediche specialistiche in nero.
IL ticket va abolito perché è una misura iniqua e contrari al dettato costituzionale che garantisce il diritto alla salute per tutti attraverso un prelievo fiscale per la spesa pubblica in ragione delle capacità contributive dei cittadini e uniformato ai princìpi di progressività. Non è più accettabile che le risorse per garantire lo stato sociale debbano avvalersi di un imponibile fiscale nazionale che grava per l’ottanta per cento sui redditi dipendenti dispensando da questo dovere di compartecipazione alla spesa pubblica i ceti sociali forti e interi territori del Paese. Un sistema sanitario trasparente ed efficiente insieme a una fiscalità giusta possono dare a tutti i cittadini, in base alle proprie possibilità e ai propri bisogni, il diritto alla salute e alla vita.
Tonino Scala Coordinatore Sinistra Italiana Campania
Giovanni d’Ambrosio Sinistra Italiana -Dip. Salute Campania