Avellino – Il Comitato Salviamo la Valle del Sabato presenta i dati delle analisi sul suolo della Valle

Il dottor Mazza: “Sono anni che ascoltiamo chiacchiere che non portano a nulla, non ci stiamo più a parlare così della nostra salute, dei nostri figli, della nostra vita, vogliamo risposte e atteggiamenti seri

FullSizeRender (1)Avellino - Questa mattina presso il Circolo della Stampa in Corso Vittorio Emanuele i rappresentanti del Comitato Salviamo la Valle del Sabato hanno presentato i dati delle analisi geochimiche-ambientali sul suolo della Valle del Sabato coordinate dal prof Stefano Albanese, docente di Geochimica e Vulcanologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. A coordinare l’evento, il dottor Franco Mazza, presidente del Comitato. Le analisi sono frutto di una decisione presa il 27 luglio in un’assemblea molto partecipata. Proprio in quella sede si decise di voler verificare in proprio lo stato dell’inquinamento della Valle. L’analisi dei suoli ha richiesto uno sforzo economico di alcune migliaia di euro, ma è stato possibile effettuarla con l’aiuto dei cittadini e del prof Albanese che, in qualità d’irpino, ben conosce il problema della Valle del Sabato.

Solo quando c’è la partecipazione dei cittadini qualcosa si muove e si riesce ad ottenere un risultato. L’associazione di cui faccio parte è nata proprio grazie al popolo per via della questione rifiuti dello STIR di Pianodardine, che doveva essere ampliato, ma grazie anche all’aiuto di diversi sindaci che abbiamo convinto, ci si è opposti ottenendo così risultati”, afferma Mazza.

“I dati – continua – verranno consegnati al neo commissario dell’ARPAC perché ne faccia buon uso, in modo che l’Ente possa cominciare a fare quello che non ha fatto fin ora. Intanto una copia del documento è già nelle mani del Procuratore Cantelmo che in questi mesi ha ascoltato tutte le nostre richieste e grazie a lui qualcosa nella Valle del Sabato si sta muovendo”.

Io sono stato definito dal Presidente Gambacorta un agitatore di piazza – conclude il presidente del Comitato -  ma solo noi che viviamo all’interno della Valle del Sabato sappiamo cosa significa convivere ogni giorno con odori che vengono dalla Novolegno o dallo STIR. Andremo avanti e nessuno ci fermerà”.

Il professore Albanese ha spiegato che lo studio effettuato può essere definito conoscitivo, in quanto si tratta di uno screening iniziale per capire se davvero la situazione è critica. E’ stato analizzato il suolo perché questo, come una spugna, assorbe tutto, anche le cose che arrivano dall’atmosfera. “Si è deciso di distribuire 12 prelievi lungo tutto lo scorrimento del fiume Sabato, ha spiegato Albanese. Sono stati analizzati metalli tossici, diossine, formaldeidi, idrocarburi, ma per l’alto costo di altre analisi, ci siamo dovuti limitare. Le diossine provengono dalla combustione di rifiuti che contengono plastiche e da attività di industri, la formaldeide è utilizzata nel processo produttivo da alcune aziende, mentre gli idrocarburi si associano allapresenza di tratti autostradali. Questi erano gli indicatori chimici che ci potevano dare qualche informazione in più”.FullSizeRender (2)

“Per i metalli – continua – non ci sono situazioni particolarmente critiche, ma i livelli di concentrazione naturale del suono in Campania sono superiori alla soglia. Per quanto riguarda gli idrocarburi la situazione non è critica come ci si aspettava, i valori sono addirittura al di sotto della soglia. Diverso discorso invece per la formaldeide e per le diossine. Per la prima le concentrazione erano molto alte, anche per l’Istituto Superiore di Sanità. La cosa preoccupante è che la formaldeide è volatile, ciò significa che c’è un apporto massiccio nell’atmosfera. Questo ci fa capire la necessità imperante di attuare indagini più dettagliate nella Valle del Sabato”. Albanese continua spiegando che in merito alle diossine, i valori sono al di sotto della soglia di attenzione, ma comunque al limite per quanto riguarda le aree rurali in Campania. L’indagine è stata fatta solo su pochi campioni, ma bisognerebbe farne altre per monitorare l’aria. I costi, però, sono molto alti e serve l’intervento delle istituzioni. “Mi auguro – conclude il professore –  che il lavoro svolto faccia partire indagini più chiare e precise perché i risultati che abbiamo ottenuto dalle nostre indagini non ci danno rassicurazioni”.

L’Ingegnere Picariello spiega che l’ultimo monitoraggio fatto nella Valle del Sabato risale al 2007, e questo è il motivo per cui l’associazione si è dovuta sostituire agli organi competenti: “Come il professore Albanese pensiamo ci sia necessità di analisi specialistiche dell’aria, perché solo capendo il problema si può studiare una soluzione”.

“Le analisi sul fiume Sabato – prosegue Picariello -  hanno mostrato una elevata tossicità delle acqua, ma la cosa da sottolineare è che il fiume così come è adesso non ha più la portata minima delle acque per essere definito fiume. Sarebbe inutile quindi spendere milioni di euro per riqualificare un corso d’acqua che non lo è più. Bisogna prima ridare le portate minime al fiume per essere definito di nuovo tale”.

Mazza conclude complimentandosi col lavoro fatto dall’associazione, sono la dimostrazione che l’impegno porta risultati. “Sono anni che ascoltiamo chiacchiere che non portano a nulla, questo è insopportabile. Gli elementi con cui abbiamo a che fare hanno ben altre risorse per poter analizzare la Valle. Questa è una conca, lì tutto ristagna e avremmo già dovuto sapere che schifezza di aria respiriamo. Non ci stiamo più a parlare così della nostra salute, dei nostri figli, della nostra vita. Andiamo fino in fondo a queste questioni e aspettiamo un atteggiamento serio e delle risposte dalle istituzioni, che fin’ora non ci hanno dato”.

Laura Cucciniello

 

Source: www.irpinia24.it