Roma – Prudenzano : “Un contratto per un Sì”

Segretario Generale di Confintesa evidenzia alcuni rilevanti punti di caduta trascurati dalla pubblicità pre-referendaria

logo2Roma - “Potrebbe essere il titolo della soap opera andata in onda ieri sera a Palazzo Chigi, girata per trainare il voto del SI dei 3,2 milioni di lavoratori pubblici che aspettano il rinnovo del contratto dal 2010.” Dichiara il Segretario Generale di CONFINTESA, Francesco Prudenzano.

“Per chiarire l’equivoco in cui può incorrere un ignaro lavoratore alla lettura del titolo, non stiamo parlando della firma del nuovo CCNL, ma solo di un elenco di impegni che, per essere tradotti in fatti concreti, avrà bisogno di almeno altri 6/12 mesi. Infatti le procedure contrattuali, che come è noto si svolgono all’ARAN e non a Palazzo Chigi, non hanno visto neppure l’invio dell’Atto di Indirizzo sulle prerogative dei nuovi Sindacati rappresentativi, figuriamoci parlare del rinnovo del CCNL. Continua il Segretario Generale.

Nel merito del protocollo d’intesa sottoscritto ieri vogliamo evidenziare alcuni rilevanti punti di caduta trascurati dalla pubblicità pre-referendaria.

 -Lo sbandierato aumento medio di 85 euro lordi ci sarà, ma solo a regime, ovvero da fine 2018. Per gli anni precedenti, infatti, gli stanziamenti assicurano solo 15 euro lordi per il 2016 e 40 euro lordi per il 2017.

L’accordo nulla dice circa il secondo semestre del 2015 che, secondo quanto stabilito dalla Consulta, deve essere ricompreso nella tempistica del rinnovo ma che pare essere stato “abbonato” dai firmatari dell’accordo.

-L’incremento netto, che si aggirerà a regime intorno ai 50 euro mensili è assolutamente inadeguato a garantire la perdita di potere di acquisto delle retribuzioni del pubblico impiego dal 2009 ad oggi.

-Circa il fatto che l’aumento possa essere “assorbito” dal bonus fiscale di 80 euro, il protocollo non prevede alcuna modifica delle misure fiscali (unico modo per evitare che ciò accada) rinvia alla contrattazione il compito di “valorizzare i livelli retributivi che più hanno sofferto la crisi economica” lasciando intendere che la compensazione della perdita dei benefici fiscali sarà posta a carico dei contratti. Tradotto in parole povere, saranno i lavoratori, con le loro risorse, che dovranno compensare misure di fiscalità generale ” !

“È evidente la logica pre referendaria dell’accordo, per questo giudichiamo pessimo l’accordo firmato ieri, convinti che sia andata in scena una operazione di facciata, con sole finalità mediatiche, come del resto ci ha abituato Matteo Renzi da tempo.” conclude Prudenzano.

Source: www.irpinia24.it