Referendum – Scontro politico e generazionale tra Renzi e De Mita sul La7

Il Premier: “La tua classe ha fallito più volte nel tentativo di riformare il Paese”. Il leader di Nusco: “Se perdi è per la connessione con la legge elettorale. Se tu non hai questa consapevolezza che Dio ti aiuti”

IMG_20161028_224548Sul La7, nel salotto di Mentana, è andato in onda il confronto tra il premier Matteo Renzi e l’ex presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita sulla Riforma Costituzionale. La vecchia e nuova politica si sono incontrate e scontrate in un dibattito dai toni inizialmente, ricco di contenuti, riferimenti storici e frecciatine al vetriolo.

A De Mita le prime battute: “Se fossi giurista difficoltà a leggere la riforma così come è stata fatta. Da parlamentare ma anche prima, ho avuto subito curiosità per le istituzioni. Ho iniziato a fare politica poco prima che tu nascessi. La cosa che non condivido nella tua lettura della storia politica è che c’è stato un ritardo e ora avvento. Ma non è così. La storia non è iniziata quando sei arrivato tu, ignori cose regresse. I primi anni epoca centrista è stata una grandissima esperienza sul piano delle riforme, quella agraria fatta due mesi con bicameralismo perfetto. Se il Governo vuole vedere approvate le sue leggi deve avere una maggioranza formata non da somme di varie posizioni, ma da una coazione”.  

Renzi ricorda che la Riforma è attesa da decenni e quindi è non frettolosa, ma frutto di tre tentativi falliti di cui è testimone ne proprio De Mita: “ E’ interessante l’ analisi del presidente, sicuramente ne sa più d noi. Non immagino a mettermi qui a riscrivere storia, il nostro compito è riscrivere il futuro. Voi avete detto più volte che la riforma istituzionale è un elemento chiave per cambiare paese. Bisogna cambiare il bicameralismo. Nei 35 anni precedenti non l’avete fatto, ora volete bloccare i prossimi. Mi dica un Paese che ha ancora un sistema fiducia doppio”.

Il presente s legge meglio se si conosce la storia, ribatte De Mita. Il rischio per i rivoluzionari è pensare solo al presente. De decennio 1980 -1990 non do lettura catastrofica che dai tu. Il Paese negli anni 80 cresciuto dopo non è più cresciuto. La polemica non la faccio su queste cose ci porterebbe rissa e non dialogo sereno. Sono favorevole all’ eliminazione del Senato, ma non a un Senato composto da 100 persone tra consiglieri regionali e sindaci. Io avrei fatto un Senato dei notabili che rappresentano una comunità cresciuta. Non con funzione di giurisdizione, ma d consiglio. Mettere i cinque senatori a vita ed ex presidenti del Consiglio con consiglieri regionali svista imperdonabile, non ci può essere discussione feconda”.

Renzi specifica che si parla degli anni 80 non per marcare una differenza o per fare una rissa ma stabilire un dato d fatto: “Noi dobbiamo avere coraggio dire che in quel decennio li debito sul Pil era al 57% ora è al 124%.  Se il nostro paese oggi paga una montagna di interessi deriva dal fatto dagli anni ‘80 ai ‘90 qualcuno ha fatto la cicala costringendo noi a fare la formica. Meglio avere un Senato di autonomie territoriali e non fare l’inutile doppione della Camera”.

Il leone della vecchia Democrazia Cristiana lancia un monito al Premier: “Chi dice che tu ce la farai se noi non ce l’abbiamo fatta. C’è anche l’eventualità che tu fallisca, fai attenzione”.

I toni si sono alzati ulteriormente quando l’attuale presidente ha accusato De Mita di aver cambiato partito: “Tu non hai diritto di parlare di moralità politica. Questo mestiere lo sai gestire solo in maniera autoritaria. Non cambi partito, ma cambi amicizie. Non provo rabbia per le tue affermazioni, ma pietà.  Lo scontro ti piace, ma qualche volta riesce e qualche vota. Se perdi il referendum è per la connessione con la legge elettorale. Se tu non hai questa consapevolezza che Dio ti aiuti”.

Se ti ho offeso ti chiedo scusa, ma non capisco dove ti ho offeso, ha detto concludendo Renzi. Voglio arrivare alla tua età con la tua lucidità mentale e non con l’atteggiamento politico. Il compito della tua generazione non è mettere veti. Non tutti i tuoi coetanei sono per no, come Cassese che è un uomo della tua terra, perché pensano che non sei tu quello che dà voti e giudizi”.

A chiudere il sipario De Mita con una lezione non solo politica, ma anche di vita: “Facendo il sindaco di Nusco, nella terra dove sono nato, ho messo insieme 25 Comuni di un area di montagna dispersa. HO aiutato i sindaci a crescere. Aiutare gli altri a far qualcosa è meglio di avere la pretesa di fare tutto epr gli altri”. 

Source: www.irpinia24.it