Avellino ricorda Ugo Attardi, l’artista del mito

A dieci anni dalla scomparsa un seminario commemora un sensibile ed eclettico testimone del novecento

seminario AttardiAvellino – Ritornano, dopo la pausa estiva, i seminari organizzati dagli amici del Mdao sotto la direzione del Prof. Stefano Orga. Sabato scorso il primo appuntamento del nuovo ciclo, dedicato ad Ugo Attardi, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Esperti e appassionati d’arte hanno commemorato un autore importante del novecento considerato uno dei piu’ versatili  del secondo dopoguerra, in grado di occuparsi, ad altissimi livelli, di pittura, incisione, scultura e scrittura.

“Un artista alla continua ricerca di trovare nuove modalita’ di espressione. – lo ha definito il giornalista e moderatore Generoso Vella – Le cui opere, soprattutto del periodo astratto,  sono considerate di una straordinarietà fuori dal comune. Grazie al suo talento e alla sua bravura riuscì ad ottenere apprezzamenti da uomini di cultura e delle istituzioni assai importanti come Carlo Levi e l’emerito Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che ne esaltò la sua capacità a comprendere l’intima essenza delle cose”.

A sostegno dell’iniziativa alcune presenze fisse di questi incontri come Don Gerardo Capaldo che ha definito “l’arte come il mezzo per elevarci e avvicinarci alla spiritualita’ e all’Altissimo” e il Dott. Giuseppe D’amore , cultore d’arte, che ha evidenziato principalmente l’ecletticità dell’artista, come i geni del rinascimento, e sottolineato ampiamente le sue competenze e conoscenze che provengono  da intensi studi in Architettura e all’ Accademia di belle arti.

L’incontro entra nel vivo con il Dott. Luca Nacca, presidente del Gruppo artisti irpini, che ha relazionato in maniera dettagliata sulla vita e l’attività artistica dell’autore: “Ugo Attardi è nato in provincia di Genova e giovanissimo si trasferisce in Sicilia dove inizia gli studi artistici. Nel 1945 è ospitato da Pietro Consagra a Roma, conosce Renato Guttuso e fonda il movimento Forma 1, il primo gruppo astratto italiano del secondo dopoguerra . Non fu soltanto un artista astratto e nei primi anni cinquanta orienta la sua arte verso l’espressionismo accostando il suo interesse per l’arte all’impegno politico nel partito comunista. Nel 1952 e nel 1954  è invitato alla Biennale di Venezia e nel 1961 fonda il gruppo ” Il pro e il contro” . Nel 1970 scrive il romanzo ” Erede selvaggio” con il quale ottiene il Premio Viareggio. Attardi ha realizzato importanti opere pubbliche come  l’ “Ulisse” a Battery Park a New York , l’  “Ulisse” a Palazzo Valentini di Roma e il ” Cristo” donato a Papa Giovanni Paolo II nel 2002″. Tra i tanti riconoscimenti conseguiti, nel 2003 riceve, dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica, per i suoi meriti artistici. Si spegne, qualche anno dopo, nel 2006 a 83 anni.

“Una carriera densa di tappe significative e di passaggi ben definiti – ha evidenziato il giornalista Vella – che lo hanno identificato come un uomo e un artista poliedrico e di larghe vedute. Uno sperimentatore di più correnti e tecniche espressive e con una personalità aperta a ogni forma di comunicazione e di manifestazione del pensiero umano. Non a caso per molti risulta difficile collocare Attardi in uno spazio ben definito della cultura italiana del secondo dopoguerra avendo attraversato sei decenni in maniera diversa e variegata”.

Affidate al prof. Stefano Orga le conclusioni dell’incontro. Il critico d’arte ha spiegato come l’artista ha saputo appropriarsi del mito e accostarlo alla modernità e alla realtà del suo tempo: ” Attardi è considerato oggi come un sensibile e indimenticato testimone del novecento per la sua grande esperienza nell’arte dal secondo dopoguerra in poi. Nell’ultimo periodo della sua vita il mito e il viaggio diventano il filo conduttore della sua attività artistica e poetico narrativa. E’ attratto dalle esplorazioni, dalle scoperte, dagli spostamenti e rimane colpito dai viaggiatori mitologici della letteratura antica come Ulisse ed Enea, il primo proposto in varie edizioni e il secondo destinato al porto di Vallette ( Malta ). Attardi è l’autore che meglio ha saputo affrontare il mito attraverso le immagini e il mondo dell’inconscio e dell’orrore. I soggetti delle sue opere sono  uomini inquieti e tormentati, come è stato egli stesso nella sua vita, rappresentati attraverso corpi ben definiti, classicheggianti e allungati”. Gli eroi di Attardi sono dotati di una forte personalità, grande coraggio e determinazione. “L’Ulisse di Attardi – continua Orga –  è un viaggiatore che supera le avversità e che non si tira indietro davanti le  difficoltà”.

Nel corso dell’incontro è stato esposto un bassorilievo in bronzo del maestro Ugo Attardi, ”Il ritorno di Ulisse”, realizzato nel 1999. L’opera mostra Ulisse su un’ imbarcazione con un gladio nella mano destra e un’asta con la vela nella sinistra.  La scena si arricchisce con la presenza di un bambino ai piedi dell’eroe, una donna sulla destra, un sole e una luna dal volto umanizzato  e un uccello dalle fattezze di un aeroplano. Non passa, inosservato il particolare elmo di Ulisse assai simile al casco di un astronauta.

Un pubblico attento e partecipe ha apprezzato l’opera in esposizione e ha espresso la propria opinione sul maestro. Secondo il Dott. Angelo Cutulo,appassionato d’arte, il romanzo ” Erede Selvaggio” del 1970, composto a meta’ della sua vita artitica,  anticipava già alcuni momenti successivi della carriera dell’artista compresa quella conversione religiosa ben evidente nelle opere degli ultimi anni.  Il pittore Edoardo Iaccheo ha affermato, invece, che il tema del viaggio ha sempre affascinato intellettuali e artisti di ogni tempo e ha  definito Attardi come uno dei massimi esponenti della scultura del secondo dopoguerra per il classicismo, la linearità, la bellezza e la modernita’ delle sue opere.

Source: www.irpinia24.it