Progetto Pilota Alta Irpinia, l’intervento dei Giovani Democratici

Famiglietti: "E' una possibilità che 25 comuni hanno per iniziare a pensare ad un presente e ad un futuro collettivi""

10417652_527338204106468_2556553505591915328_nStefano Famiglietti, membro della segreteria provinciale dei Giovani Democratici con delega al Welfare definisce Progetto Pilota Città dell’Alta Irpinia  ”solo un terreno di silenzi amministrativi e di inoperose polemiche”, spiegando che “tantissime speranze erano state caricate su questo progetto sperimentale, e fu proprio Barca, nelle fasi costitutive, a parlare di speranza, la speranza di ridare un presente ed un futuro concreti ad un territorio ricco di potenzialità che rimangono a tutt’oggi inespresse. La fase progettuale è stata a dir poco travagliata, e ha fatto emergere l’incapacità di molti amministratori nell’affrontare un ragionamento propositivo che potesse tracciare nuove linee programmatiche e politiche utili al territorio. Il 30 giugno di quest’anno si è comunque arrivarti ad approvare il documento preliminare di strategia puntando su un Distretto Turistico Alta Irpinia. Purtroppo poco dopo è esplosa l’ennesima zuffa tra sindaci sui Gal, una disputa con al centro solo interessi particolari di spartizione, dalla quale si evidenzia una mancanza totale di visione politica larga e di trasparenza. Si sarebbe potuto creare un unico Gal che mettesse insieme i 25 comuni del Progetto così da rendere sinergiche e valide le azioni di sviluppo ma si è scelta un’altra strada smembrato il territorio nel sentivo di sbriciolare la “pagnotta” in mille pezzi così dare ad ogni attore la sua briciola”.

La nostra terra – continua –  forse ancor di più l’Alta Irpinia, oggi vivono una situazione sociale ed economica difficilissima che andrebbe affrontata di petto con serietà ed urgenza, riscoprendo il senso di comunità, approntando un nuovo assetto di servizi che possano ridare vigore ai nostri centri e renderli luoghi dove vivere sia semplice e non dei borghi fantasma dai quali si è costretti a fuggire. Attraverso una rete di servizi di qualità, puntuali, pensati in maniera valida, che soddisfino le esigenze dei cittadini, si combatte in maniera reale lo spopolamento e la desertificazione che i nostri centri stanno subendo. Per questo il Progetto Pilota è di vitale importanza per le nostre comunità, per ricucire quel tessuto sociale che negli anni, a causa di politiche violente ed incoerenti, è stato squarciato. Il senso sperimentale del Progetto Pilota avrebbe aumentare il carico di responsabilità sulle spalle dei nostri amministratori, soprattutto di coloro che i processi di sviluppo falliti nel passato non solo li hanno vissuti ma li hanno decisi, amministrati e portati al fallimento. La scelta alla quale si è giunti, quella di creare una zona a Burocrazia Zero, deve essere analizzata e valutata con maggiore attenzione e con le dovute riflessioni politiche e tecniche, guardando a ciò che è accaduto alle altre zone di questo tipo, create in altri territori, e che si sono dimostrate un fallimento. La burocrazia va sicuramente snellita perché può essere un freno agli investimenti, ma i territori vanno difesi e salvaguardati nella loro bellezza e nella loro natura, in molti casi incontaminata. Se si vuole davvero agire sull’assetto economico ed industriale dell’Alta Irpinia, vanno coinvolti in un processo di progettazioni tutti gli attori, dagli imprenditori ai professionisti, dalle associazioni ai partiti, dai giovani che vogliono investire nelle proprie idee agli anziani che vogliono poter vivere i loro borghi con dignità e con sicurezza. Vanno creati tutti gli strumenti attraverso i quali intere generazioni possono trovare il loro posto nella storia di queste terre”.

Il Progetto Pilota non è la manna dal cielo, non è la bacchetta magica né una soluzione ai mali del mondo e dalla modernità, non trasformerà mai l’Alta Irpinia nella Silicon Valley, conclude Famiglietti. Però il Progetto Pilota è un’opportunità, un metodo di ragionare e di guardare il territorio con un un altro sguardo, che riesca a superare la solitudine del proprio campanile per avere una visione d’insieme. Il Progetto Polita è una possibilità che 25 comuni hanno per iniziare a pensare ad un presente e ad un futuro collettivi. Questa sperimentazione riparte se rimettiamo al centro la Comunità, le persone, i cittadini e le loro vite. Continuare invece a fare polemiche sterili, a stringere e rompere accordi, a liberare ed occupare poltrone, serve solo a rendere ancora più tristi e soli i presenti ed i futuri individuali. Ripartiamo dai cittadini e dai loro problemi, ripartiamo dalla Comunità dell’Alta Irpinia, per farlo anche la nostra organizzazione i Giovani Democratici devono darsi una mossa, iniziare a proporre per far diventare finalmente protagonista una generazione che rischia di scomparire”.

Source: www.irpinia24.it