CGIL Avellino – Lettera aperta di Franco Fiordellisi sulla questione turca

"La povertà, la disuguaglianza, per costoro sono il paradigma che determina l'inferiorità e l'incapacità, ma questo modello deve essere respinto in toto"

 news27691Guardando le immagini di esseri  umani rinchiusi, denudati e picchiati che ci arrivano dalla “democratica” Turchia, alleata dell’UE e membro dell’Alleanza Atlantica, la mia mente si riempie di ricordi,  proiettati a quindici anni fa Genova, quando a decine di migliaia ci ritrovammo al Social Forum, alternativa dei popoli e delle associazioni al G8. Ero arrivato il Lunedì, 16 Luglio, per partecipare ai forum della CGIL e di altre associazioni pacifiste, alter-mondiste e poi alle manifestazioni previste al G8, giovedi 19 Luglio, la prima, sulla libertà di movimento delle persone , contro ogni più rosea aspettativa, fu immensa e faceva ben sperare, ma poi le cose furono diverse e drammatiche come da tutti risaputo, facendo perdere speranze a intere generazioni. 

Rappresentavamo una umanità varia, eterogenea, giovane ed ideale che voleva esprimere tutte le sue ragioni e preoccupazioni verso la globalizzazione senza regole, sulle criticità ambientali, sugli effetti devastanti del capitalismo finanziario, sulle disuguaglianze sociali che aumentavano drammaticamente tra paesi ricchi e paesi poveri, tra popolazione abbiente e meno abbiente, tra fortunati e diseredati, di fatto  eravamo i più sensibili ed accorti alle dinamiche mondiali ecologiste, pacifiste, dei beni comuni e dai rischi del capitalismo finanziario, sostanzialmente avevamo già visto i problemi e avevamo le soluzioni.

In particolare chiedevamo l’annullamento del debito per i paesi più esposti, Terzo mondo, o la radicale riduzione degli interessi sui debiti sovrani per quello che comportava, in termini di sacrifici immani, per le popolazioni di quei paesi il recupero degli interessi unitamente alle criticità derivate dall’appropriazione delle risorse naturali e di materie prime in questi paesi da parte delle multinazionali decapitando crescita e sviluppo locale. Queste criticità negli anni si sono accentuate, venendo meno  le “democrazie e le politiche” di governo atte a dare regole alla globalizzazione, al liberismo e il mercato sempre più aggressivo ed incontrollato, con la finanza speculativa spregiudicata che specula sul debito e sulla povertà dei popoli e delle nazioni. 

Tutte queste cose furono discusse al social forum di Genova dal “movimento”, una rete eterogenea composta da associazioni laiche, confessionali, ambientaliste, di economia di base, di beni comuni, tutte istanze  fondate e valide, non dimentico le cause, le sentenze, svariate ma l’ultima in ordine di tempo la condanna ad agenti e dipendenti della pubblica sicurezza condannati seppur  ad una esigua somma, devono pagare e questo la dice tutta su cosa accadde contro i cittadini e i manifestanti inermi in quei giorni, etichettati come sovversivi e delinquenti.  Nell’attuale e lunga fase di crisi economica strutturale si sentono ancora ultra liberisti e tecnocrati chiedere ai governanti  leggi e norme ulteriormente  svincolate dagli stati e dal controllo democratico a favore del mercato (ttip), a tutela delle attività finanziarie speculative in luogo di prevedere, vincoli e controlli certi e democratici per affermare la primazia della politica .

Queste richieste, dobbiamo renderci conto e combatterle in quanto indeboliscono ulteriormente le popolazioni più deboli, spostando consenso politico a chi ha paura o trasmette paura degli “altri”, in particolare verso i più poveri. La povertà, la disuguaglianza, per costoro sono il paradigma che determina l’inferiorità e l’incapacità, ma questo modello deve essere respinto in toto, è inaccettabile, ma è pur sempre presente, avvertibile, nelle nostre comunità, nelle nostre città, fondendosi  e aumentando nelle incertezze lavorative, nell’insicurezza sociale, nel vedere venir meno il proprio status garantito sino ad oggi, è miscela esplosiva contro gli ultimi, i diversi, i poveri, gli emarginati i immigrati.

A Genova avevamo letto cosa si sarebbe verificato, cosa si stava configurando e da li si deve partire, ritrovare la forza, continuare attivando una nuova rete di soggetti, associazioni che  possono, partendo dalle comunità locali, dare una lezione di buone pratiche al globale. Parliamo dei servizi minimi essenziali, che partendo dai tagli lineari fatti disgraziatamente, dobbiamo riorganizzarli e portarli avanti, trasporti, sanità, scuola, servizio idrico, in sostanza i beni comuni al pari dell’accoglienza o assistenza ai cittadini poveri come ai migranti che deve essere diffusa e capillare nei paesi, nelle comunità, evitando così difficoltà di conoscenza, di solidarizzazione, di Umanità”. – Questa la nota di Franco Fiordellisi, Segretario Generale Camera del Lavoro Territoriale CGIL Avellino.

Source: www.irpinia24.it