“La vita infinita di una donna” è la dedica di Giuseppe Famiglietti alla moglie

L'avvocato ricorda attraverso le sue parole la prematura scomparsa della moglie, morta a soli 47 anni

IMG_5010Avellino – “Durante tutto l’anno si ravviva in me e nei miei figli la consapevolezza di avere vissuto e di continuare a vivere con una vera donna splendida nel fisico, dal viso soave, amabile, dal comportamento esemplare, che é espressione del massimo della dignità.

ANNA, giovane (di appena 47 anni) non poteva lasciarci ; abbiamo voluto, fortemente voluto , con fede, ed aderendo alla volontà del Signore, che continuasse con noi la sua vita radiosa.

Non possiamo avere di lei il ricordo, che col tempo si affievolisce, fino a svanire. LEI vive effettivamente con noi, attraverso l’attività della sua famiglia, ancora più unita, nell’impegno diuturno del suo amato sposo, nel crescere graduale, corretto, produttivo dei suoi figli Carmen, Antonio ed Ada, ormai grandi, affermati professionisti, che LEI sempre di più accudisce, (unitamente alle loro rispettive famiglie, ai sei nipoti, alcuni più grandi, altri piccoli, ma che LEI Certamente ama in eguale misura).

I frutti di un insegnamento costante per una educazione, che doveva essere pregnante, decisiva per l’avvenire dei figli, si raccolgono ogni giorno, nel corso degli anni (già VENTICINQUE) ; la SUA vita, la nostra vita sono ancora più sublimi, perché ravvivate dalla luce del Cielo. lo sento il bisogno di offrire una testimonianza. Certamente ho conosciuto, più di ogni altro, la dolce ANNA.

La vidi, una mattina del marzo 1961, attraversare la Piazza Umberto I di Solofra ; era una fanciulla longilinea, esile come un giunco, caracollante, con un vestito azzurro, del colore del cielo, con i capelli corti corvini. Aveva uno sguardo che esprimeva la purezza, ma incuteva rispetto. Aveva, allora, solo 17 anni. Divenne la mia sposa ; e furono ventisei anni meravigliosi, perché nella vita ANNA era ciò che esprimeva nel volto. E si dimostrò poi donna forte, piena di coraggio. Affrontò il male e seppe resistergli; continuò la sua vita dispensando la gioia, nascondendo ogni atroce dolore. E tanto fece per donare sempre sé stessa agli altri.

Soffrì molto, ma noi non lo abbiamo mai saputo ; ci offrì sempre il suo gioviale sorriso, volle essere l’espressione della vita, che deve essere solare, senza nubi, perché dono di Dio, per volare poi nel Cielo dove la stessa continua specie per i Giusti. Noi, io ed i miei figli, sentiamo il bisogno di un legame con LEI senza fine. In questi anni ho cercato di non piangere ; LEI non voleva. Ritengo di dovere rassegnare che LEI non riteneva la vita quantificabile.

Pochi giorni prima del 27 maggio 1991 mi disse NON HO BISOGNO DI VIVERE UN GIORNO DI PIU’, HO VISSUTO MOLTI ANNI (ed erano soltanto 47), COME MEGLIO NON SI POTEVA, DEVO RINGRAZIARE IDDIO DI QUANTO MI HA DONATO : QUEL BIMBO (e mi indicò un bambino di 20 mesi, che era nella sua stessa stanza del Policlinico di Napoli, che teneva spesso in braccio ; il fanciullo voleva stare sempre con LEI) HA IL MIO STESSO MALE INGUARIBILE.

Ritengo di dovere rassegnare un altro episodio determinante per la nostra edificazione e per la SUA esaltazione : Ci recammo presso lo Studio dello Specialista che diagnosticò il male : scendemmo le scale del palazzo ; giunti nell’androne, mi trovai di fronte una donna diversa, sicura di sé, decisa. Mi disse : PEPPINO IL MALE E’ INGUARIBILE, E’ MORTALE. TU DEVI ESSERE CERTO, COME LO SONO IO, CHE IO STO BENE, NON HO ALCUN MALE ; ABBIAMO TRE FIGLI CHE DEBBONO VIVERE, DEBBONO CRESCERE NELLA GIOIA; HO MIO PADRE E MIA MADRE CHE NON STANNO BENE.

I genitori ed i familiari nulla seppero, non avvertirono la gravità del male. È stata ANNA una vera eroina • abbiamo vissuto nella gioia, opprimendo l’angoscia; i quattro anni della malattia sono stati anni stupendi, LEI sempre sorridente ; ha curato, seguito i figli con abnegazione, li ha seguiti negli studi, ovunque ; si è anche dedicata ad opere di carità ; siamo stati coniugi inseparabili. Eppure, ANNA ha avuto tre operazioni, senza mai mostrare la sofferenza.

Siamo orgogliosi di LEI, donna eccezionale, come si deve essere nella moderna società ; è modello di vita. Pochi mesi prima del decesso, in coro con i tre figli, in una mistica cerimonia presso la Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra, abbiamo celebrato le nostre Nozze di argento. Sono trascorsi altri venticinque anni. Confermo che il legame di amore è identico.

Con l’avviso annuale inviato per le cerimonie che si sono svolte presso la Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra il giorno 27 maggio, ore 19,30 e presso la Comunità Francescana del “Roseto” di Avellino il giorno 28 maggio, ore 18, ho rassegnato : ” Dolce ANNA, ho appreso da Te, Tuo sposo, che la Vita è eterna, così come è eterno l’AMORE. Siamo stati insieme felici per altri 25 anni. Con i Nostri figli, le loro famiglie ed i tanti amici celebriamo le NOSTRE NOZZE D’ORO “.

Tanto è avvenuto in un clima di autentica spiritualità come in occasione delle nostre Nozze di argento. Un’altra necessaria considerazione si ha il dovere di fare per quanto oggi avviene nonostante il progresso. Pare che non si considera che la Costituzione ha sancito (e già da tanti anni) che tra l’uomo e la donna vi è parità. Le norme vigenti (se pure in notevole ritardo) tanto dispongono. La parità tra l’uomo e la donna deve realizzarsi in virtù di un elemento determinante: Tra le due persone deve esserci reciproco rispetto. Ognuno deve sapere donare ; la vita impone alle persone che sono insieme a sapersi superare ogni giorno nella donazione ; solo così si realizza l’amore. In ogni caso è certo che tanto contribuisce ad affrontare con successo, in massima parte, le difficoltà. Questa problematica impone migliori approfondimenti”.

Questo quanto scritto dall’avvocato Giuseppe FAMIGLIETTI in ricordo della scomparsa della moglie Anna Parmigiano.

Source: www.irpinia24.it