Scala (Sel/Si): “Il Sud e la Campania hanno bisogno di una politica pulita”

Il Coordinatore regionale di Sel propone un’alternativa all’inquinamento della democrazia prima che diventi irreversibile

scalaNapoli“La vicenda, che ha visto indagato per concorso esterno associazione camorristica il presidente dell’assemblea regionale del Pd, Stefano Graziano, rappresenta l’ultima pagina di una lunga serie di episodi. I quali, messi uno dietro l’altro, perdono ogni presunto carattere di eccezionalità, di evento isolato, tale da far provare solo un giustificato imbarazzo come ha affermato qualche dirigente del Pd. Acquistano invece il carattere della sistematicità. Perché non indicano una infezione isolata, una mela marcia o una criticità, come si direbbe con asettico termine burocratico, ma la malattia e la degenerazione del sistema politico e del partito che con Renzi, l’uomo che associato Verdini alla maggioranza di governo, ne è diventato il baricentro. Un partito che incarna di per sé oggi, in Italia, la questione del potere. In modo particolare al sud. Un partito che ha eletto a sistema il trasformismo in un Parlamento eletto con una legge incostituzionale. E però ancora prima ha largamente praticato quel metodo sui territori meridionali e nel modo più spregiudicato possibile, utilizzando gli stessi discutibili sistemi e spesso ha integrato nelle proprie file lo stesso sottobosco politico e amministrativo.

Cosa rappresentano la vicende che hanno visto coinvolti negli anni tanti esponenti politici del Pd, compreso qualche celebrato protagonista dell’antimafia, se non questa commistione tra politica e affari, questa ricerca disperata di consenso senza farsi troppi problemi su chi si imbarca? C’è bisogno di molti voti e molti soldi per fare politica in questo modo. Chi più delle organizzazioni criminali può vantare forza e potere, e dunque voti e denaro? Oggi camorra, mafia significano camorra e mafia imprenditrice. Zagaria, i casalesi questo sono stato. Per condurre in porto i propri affari hanno avuto bisogno di un’interfaccia politica. E non è possibile che chi fa politica non sappia, non veda. Tutt’altro. E’ invalso un modo di fare politica che, al sud, sceglie di ignorare la natura dei propri interlocutori fino a diventare connivente con la criminalità. Si consegna così la politica a una zona d’ombra e perciò rimane, come dice bene Roberto Saviano, indifesa di fronte a queste infiltrazioni, incapace di stanarle e di combatterle.

Purtroppo non cambia il quadro il fatto che ci siano tante donne e tanti uomini che nello partito dei capobastone e dei collusi incarnano il valore dell’onestà e del disinteresse, lo spirito del bene comune. Ci sono, certamente, ma sono in grado di fare la differenza? Hanno davvero potere? Purtroppo no. Sono una utile decorazione da esibire quando le cose si mettono male. Non sono considerate – ancora una volta ha ragione Saviano- vere risorse per produrre una discontinuità, un rinnovamento etico e politico. Innanzitutto perché non sono detentori di pacchetti di tessere e di voti. Molti, del resto, stanno semplicemente tornando a casa, ammutoliti dallo strapotere dei notabili.

Questo è il quadro drammatico che abbiamo di fronte. Un quadro che richiederebbe una cesura, una risposta netta. Un distacco dai metodi e dai protagonisti di una stagione che sta diventando mefitica, chiusa com’è tra una realtà cupa e senza apparenti vie di uscita e una propaganda dispensata senza riguardo per la realtà. Una risposta che richiede coraggio e va data subito. Senza tentennamenti, senza dilazioni nel tempo affidate a riscatti futuri. Impossibili, perché impediti da rapporti di forza soverchianti, se non prodotti da un distacco, una presa di distanza netta e visibile.

Come ci si può alleare con questo Pd in provincia di Caserta quando i suoi massimi esponenti sono toccati da inchieste sulla criminalità e quando buona parte del partito in quella provincia è riconducibile alla filiera di quei personaggi? Come si può pensare che possa essere questo partito un partner politico affidabile sul terreno della legalità e della trasparenza amministrativa, se non fa della capacità di selezione in base ai principi dell’etica e della differenziazione dai tanti micro partiti affaristici che si muovono sul terreno della politica, la propria bussola?

E’ una sconfitta per la democrazia che il maggior partito del paese non rappresenti più al sud, e non solo al sud, una diga per la criminalità organizzata. Ma che anzi ne sia stato in tanti territori contaminato, attraversato e talvolta, come è successo a Roma, letteralmente conquistato.E’ arrivato perciò il momento di dare una risposta chiara e netta. Una risposta che è dovuta a chi ancora crede che la democrazia cammini sulla gambe di donne e uomini liberi, che fanno dell’etica la spinta per agire e pensare la politica.

C’è bisogno nella nostra regione di una grande mobilitazione civile e sociale che attraversi i territori e sia capace di mobilitare i cittadini delusi e arrabbiati. Non una mobilitazione contro la politica ma per la riconquista della politica come condivisione e partecipazione. Una presa di coscienza collettiva capace di indicare un’alternativa all’inquinamento della democrazia prima che diventi irreversibile e a un esercizio del governo regionale che dosa e somma accortamente quote di potere e sottopotere, attento solo a garantire i propri fedeli e i potentati, mascherando vecchissime pratiche spartitorie con il ghigno istrionesco dell’uomo del fare che distrae promettendo roboanti risultati.

Il Sud, la Campania, hanno bisogno di una politica pulita perché la sua gente ha bisogno di giustizia sociale e di uguaglianza, di sviluppo e di lavoro.Il primo passo è quella di offrire una scelta e di ridare voce ai cittadine/i contro una politica compromessa ostaggio di oligarchie che non rispondono a nessuno della loro azione e al massimo consentono lo sfogo di un populismo senza progetto. Per una politica fondata sulla partecipazione, attenta alla giustizia sociale, alle necessità di rilancio di un sud che non può più essere utilizzato solo come passerella da giovani leader e vecchi mestieranti difensori dell’esistente.Sinistra Italiana lavorerà in questa direzione con chiunque, indipendentemente dalla provenienza, voglia battersi per questi obiettivi”. Cosi in una nota si esprime il Coordinatore regionale di Sel Tonino Scala.

 

Source: www.irpinia24.it