Referendum 17 Aprile – Ferrante: “Questa battaglia coinvolge tutti, dobbiamo riprenderci il territorio”

Nicholas Ferrante, in una nota, ribadisce l'importanza del voto e della riappropriazione del territorio, minacciato dalle trivelle

trivelle“Si avvicina l’appuntamento referendario del 17 aprile per ribadire l’idea della democrazia energetica: dire stop alle trivelle e difendere la vocazione del territorio. Il territorio è di tutti e non delle lobby del petrolio.

Al di là dei classici schemi, questa è una battaglia che coinvolge ognuno di noi. Saremo chiamati ad abrogare la norma introdotta dall’ultima Legge di Stabilità che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas che insistono nella zona di mare vicina alla costa di non avere più scadenza.

Portare avanti una politica energetica che incoraggia l’estrazione di fonti fossili è un controsenso, mentre nel resto del mondo si accelerano i vari processi per arrivare all’energia verde. Il petrolio è sì necessario, ma non può essere il futuro soprattutto in un Paese come il nostro: significa essere fuori dalla storia. È cosa buona e giusta, inoltre, se dovesse passare il referendum, salvaguardare gli investimenti fatti sin ora delle multinazionali e i posti di lavoro (le cifre parlano di una forbice che va dalle mille alle diecimila unità ), mediante una maggiore disciplina della normativa e garanzie da parte dello Stato.

La norma oggetto del referendum riguarderà soltanto le aree costiere e non quelle interne. Ma il voto sarà un modo per sensibilizzare l’Irpinia, il polmone del Mezzogiorno, che ha fatto della forte vocazione agroalimentare e naturalistica il proprio brand.  Perché anche il nostro territorio è minacciato dalle trivelle e se venissero estratti idrocarburi, verrebbero mandati al massacro il verde, la sua salubrità e a risentirne sarebbe la salute dei cittadini. Dicono che saranno usati i più moderni metodi nell’estrazione per rispettare l’ambiente, ma quando si trivella viene manomesso l’intero ecosistema sotto i nostri piedi. Si pensi alle falde acquifere. In tal senso, l’Irpinia è ricca di acqua. Il punto inoltre è la quantità di fonti fossili a nostra disposizione, che è esigua e che copre percentuali del 1 -3% del fabbisogno nazionale. Quindi saremo sempre dipendenti dall’estero e rischieremo di vedere evaporare il nostro Made in Irpinia, fatto soprattutto di buon vino, olio, formaggio. Una contraddizione in termini è dimenticarsi del nostro territorio a vocazione agricola.
 
Il voto per questo referendum  è un momento per affermare una riappropriazione dei territori. Importante sarà un’azione da parte di ognuno, delle associazioni e di tutte le forze politiche sul territorio.  Il 17 aprile si scriverà l’agenda sullo sviluppo energetico e la  vocazione dei territori: un percorso di costruzione che parte dalla nostra identità“. Questo quanto riportato in una nota da Nicholas Ferrante.

Source: www.irpinia24.it