Intervista a Morante,il primo irpino premiato alla Triennale di Milano

La sua collezione curata nei minimi dettagli ha stregato i giurati e verrà messa presto in produzione da Calzedonia. Inoltre per lui uno stage di sei mesi presso l'azienda veronese. "La moda è un mondo difficile, ma ha bisogno dei giovani talenti per rilanciare il marchio Italia"

aristide-morante-fotoAvellino – Un intreccio di 14mila metri di filo, un progetto importante, un premio esclusivo e un brand italiano tra i più famosi al mondo. Questi sono stati gli ingredienti dell’evento che si è svolto la scorsa settimana presso la Sala d’Onore della Triennale di Milano dove ha trionfato, per la prima volta in assoluto, un giovane irpino. Lui è Aristide Morante, 25enne di Grottolella.

Dopo aver terminato le scuole superiori ha deciso di trasferirsi nella capitale italiana della moda, per proseguire i suoi studi alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano  e specializzarsi, successivamente, in modellistica presso Afol Moda.

In occasione del Talent Scout “Vision to come – Segui il filo” promosso da Falconieri (brand di maglieria del gruppo Calzedonia), ha presentatola collezione “Land Art”. Sulla passerella sono stati mostrati dieci capi composti da filati grossi e lane mohair ispirati al rapporto tra uomo e natura. A rendere la serata ancora più magica tantissimi ospiti d’ eccezione tra cui l’ex Miss Italia Miriam Leone, Luca Argentero, Veronica Ferraro.

Probabilmente Aristide sognava tutto ciò fin da piccolo, da quando ha iniziato a muovere primi passi verso il fatato e misterioso mondo della moda. La posta in gioco era abbastanza alta: 10mila euro, un periodo di stage retribuito presso la sede di Calzedonia a Dossobuono di Villafranca (VR) e la messa in produzione della collezione vincitrice. 

Il talento irpino è riuscito ad avere la meglio sugli altri finalisti, stregando la giuria con la serie di capi curati e studiati nei minimi dettagli. Dopo la premiazione, il suo nome è balzato sulle maggiori testate giornalistiche di moda, come Vanity Fair, Elle.

Ora, però, vuole rimanere con i piedi saldi a terra e godersi il momento, spazzando altrove le ansie per il futuro.

Che cosa ha significato per te avere questo importante riconoscimento?

“Per me vincere è stato un po’raggiungere  l’apice dell’impegno accademico, ma anche la maturità lavorativa e progettuale che alla fine mi ha portato a questo traguardo. Ho voluto dedicare questa vittoria e questo premio ai miei genitori e alle mie sorelle che mi hanno sempre seguito e incoraggiato nel mio percorso di vita. La moda ha bisogno di nuove iniziative, per il rilanciare il marchio Italia, in Europa e nel Mondo. E alcuni risultati possono essere raggiunti solo puntando sui nuovi talenti, ha fatto bene il gruppo Falconieri ha promuovere questo importante evento.”

Il mondo della moda, però, è abbastanza serrato. E i giovani facilmente si scoraggiano…

“Si è vero. Ora come ora è difficile economicamente parlando anche perché le scuole di moda son tutte private. Alla fine è però la curiosità e la persona che si muovono oltre a quelli che sono tutti i mezzi scolastici. Anche il fattore  del voler mettersi in gioco, al di là del percorsi che si fanno, può essere d’aiuto. Una scuola può arrivare fino a un certo punto poi è la persona che si forma e sviluppa l’interesse che ha per questo campo.”

Come affronterai lo stage che ti aspetta a Calzedonia? Potrà essere un trampolino di lancio…

“Cercherò di essere me stesso, dare tutto ciò che sono. Metterò tutta la passione in questo stage che rappresenta anche il mio futuro lavorativo. I dieci capi che ho presentato al concorso verranno già messi in produzione. Ma questo è solo un punto di partenza…”

Come mai hai scelto di cimentarti nella maglieria?

Per curiosità mia personale. Tra l’altro Falconieri è un brand che fa esclusivamente quello, mi sono quasi sentito in obbligo e poi non mi dispiaceva affatto.”

Il più delle volte la moda è considerata qualcosa di frivolo soprattutto al Sud…

“Questo accade perché non si conoscono tutti quelli che sono i sistemi della moda. Si pensa che lo stilista è uno e non esiste nessun altro. L’importanza della moda è quella di lavorare in team. Ogni stilista ha la sua squadra. In effetti è il contributo di tante forze messe insieme che porta il risultato finale. Questa realtà non si conosce e neanche io la conoscevo prima di venire a Milano. In azienda, per la realizzazione della mia collezione, c’è stato comunque l’aiuto di tutti, anche tra noi finalisti.”

Come vedi il domani?

Adesso non ho voglia di fare progetti futuri.  Mi vivo un po’ il momento e mi prendo quello che sarà.”

Cataldo Daniela

Source: www.irpinia24.it