“Il cielo di Palestina”, sabato 13 e domenica 14 Febbraio al Teatro 99Posti

La compagnia teatro Elicantropo diretta da Carlo Cerciello andrà in scena con lo spettacolo "il cielo di Palestina" il prossimo sabato e domenica al Teatro 99posti di Torelli di Mercogliano

cielo-di-palestina-300x198Mercogliano - Presentato da Teatro Elicantropo Anonima Romanzi e Prospet, le repliche del giorno 13 e 14 febbraio al Teatro 99 Posti di Mercogliano dello spettacolo “Il cielo di Palestina”, vedranno in scena oltre alla nutrita schiera dei giovani allievi del Teatro Elicantropo di Napoli e agli attori Omar Suleiman, Raffaele Imparato, Imma Villa, Paolo Aguzzi, Gian Marco Ancona, Luciano Dell’Aglio, Fabio Faliero, Vincenzo Liguori, Fiore Tinessa, anche 8 allieve dei due Laboratori Teatrali di Avellino, Vernicefresca: Nataliia Boichuk, Jessica Festa, Rossella Massari, Francesca Niespolo; 99posti: Ramona Barbieri, Anna Di Nardo, Maria Irpino, Samantha Rossi. 

Il regista Carlo Cerciello ha inteso con questa duplice collaborazione ribadire il senso profondamente sociale, civile e morale di questa operazione teatrale. 
Il teatro non è mai fine a se stesso, ma è piuttosto testimone e megafono del dolore umano. Gli allievi napoletani e avellinesi insieme hanno deciso di condividere solidali e convinti il progetto che evidenzia quanto la tragedia del popolo palestinese sia stata quasi del tutto cancellata dalla memoria occidentale. Lo spettacolo vuole essere un disperato omaggio a un popolo che “non conta niente” sullo scacchiere economico mondiale, e che, pur tuttavia, continua l’impari lotta per sopravvivere a chi l’ha privato di tutto, eccetto la dignità. 
Le scene sono a cura di Massimo Avolio e Roberto Crea, le musiche originali Paolo Coletta

IL CIELO DI PALESTINA — SAB 13 E DOM 14 FEBBRAIO 2016 

“i ricchi hanno dio e la polizia, i poveri le stelle e i poeti” 

da La terra più amata, voci della letteratura palestinese

con Omar Suleiman, Raffaele Imparato, Paolo Aguzzi, Gian Marco Ancona, Luciano Dell’Aglio, Fabio Faliero, Vincenzo Liguori, Fiore Tinessa

con gli allievi del Laboratorio Teatrale Permanente : Veronica Bottigliero, Claudia Cimmino, Paola Cipriano, Antonio Coppola, Dario De Simone  Livia Esposito, Gaetano Franzese  Matteo Giardiello, Annalisa Iovinella, Ianua Coeli Linhart, Giovanni Meola, Monica Pesapane, Carolina Rapillo, Roberta Ruggiero, Sara Savastano, Claudia Sorgiacomo, Agata Spina

con la partecipazione delle allieve dei Laboratori del Teatro 99 Posti e dell’Associazione Vernice Fresca

i brani iniziali sono cantati dalle allieve Valentina Clemente e Rosaria Alba Chiariello

con la partecipazione di Imma Villa

scene Massimo Avolio, Roberto Crea

musiche originali Paolo Coletta

foto di scena Andrea Falasconi

aiuto regia Aniello Mallardo

assistente regia Serena Mazzei

 

progetto adattamento e regia Carlo Cerciello

 

 

Dall’anno 2000, prima messa in scena dello spettacolo, a oggi, nulla è cambiato nella questione palestinese. Al contrario, la tragedia del popolo palestinese è stata quasi del tutto cancellata dalla memoria occidentale. La decisiva affermazione nel nostro Paese di un cinico liberismo e la sconfitta, forse definitiva, delle sinistre, ridotte ormai a una riserva indiana, ha deformato il nostro sguardo alla questione palestinese, sbilanciandolo, univocamente, a favore di Israele. Assistiamo, dunque, inerti e impotenti ad una sorta di “shoah” palestinese, un contrappasso ossimorico della storia.

Lo spettacolo vuole essere un disperato omaggio a un popolo che “non conta niente” sullo scacchiere economico mondiale, e che, pur tuttavia, continua l’impari lotta per sopravvivere a chi l’ha privato di tutto, eccetto la dignità.

Lo spettacolo, prima dell’ingresso in sala, inizia con un documentario sull’uccisione di Rachel Corrie, la ragazza americana travolta da una ruspa mentre cercava di far scudo col corpo all’abbattimento di un edificio, e sulla guerriglia negli insediamenti palestinesi. Lo spettatore acquisisce, così, la consapevolezza degli eventi che, di lì a poco, saranno rievocati in scena, attraverso le memorie di un maestro di scuola.

Il “racconto” scenico ripercorre, in maniera visionaria, le quotidiane e drammatiche vicende del popolo palestinese, e non teme di mostrare un punto di vista schierato in difesa dei più deboli.

Affidando il suo dolore al silenzio della scrittura, il poeta palestinese urla al mondo la tragedia delle sue radici spezzate. La speranza che, un giorno, sia il cuore a prevalere sugli interessi economici è affidata alla poesia, all’unica forma di rivolta non violenta possibile per uomini prevaricati, umiliati e dimenticati. Le scene sono a cura di Massimo Avolio e Roberto Crea, le musiche originali Paolo Coletta

Source: www.irpinia24.it