A Castelvetere la presentazione del libro di Paolo Saggese

L'evento si terrà il 21 Novembre alle ore 17.30 presso la sede dell'associazione "La Ripa"

paolo-saggeseL’Associazione “La Ripa” presenta il romanzo di Paolo Saggese “Lettera a un Giudice. Racconto fantastico sulla corruzione” (Magenes Edizioni, Milano, 2015). Modera: Lucio Lanzetta, Presidente “La Ripa”. Intervengono: Emilio Del Sordo, studioso di storia locale, Peppino Iuliano, Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, Nino Lanzetta, scrittore ed editorialista. Letture a cura di Martina Matteis, Sarà presente l’autore. L’evento si terrà il  21 novembre 2015, Sede dell’Associazione, ore 17.30, Castelvetere. 

Al proposito, riportiamo alcune riflessioni inedite di Emilio Del Sordo, che scrive:

“Lettera a un Giudice. Racconto fantastico sulla corruzione”, è il primo romanzo di Paolo Saggese, intellettuale, professore e critico letterario. Adottato con orgoglio dalla comunità montellese, Saggese pone il suo impegno intellettuale a servizio della collettività, tra l’amore per l’Irpinia, la famiglia e la poesia del Sud. Paolo Saggese ha prodotto un romanzo epistolare, un racconto fantastico intriso di valori morali e civili di cui si fa portavoce il protagonista Candido: purezza, autenticità e rettitudine, un Nomen omen, dal grande valore allegorico.

Il protagonista, Candido, dopo aver preso parte ad un concorso, un’occasione per ricevere una gratificazione dopo anni di studi, si accorge di esser finito in un mondo troppo lontano da quello che immaginava essere “il migliore dei mondi possibili”. Il concorso si rivelerà dunque una grande presa in giro, dove a farne da padrone sarà la corruzione, un male troppo grande e radicato nelle Istituzioni del nostro Paese.

Così è costretto ad appurare, con amarezza e delusione che la realtà è ben diversa, irrazionale e distante dalle direttive morali e civili che aveva creduto sempre valide. Candido è deluso, arrabbiato, mortificato decide così di scrivere ad un Giudice, un modo catartico e liberatorio per sfogare la sua frustrazione, la sua rabbia, il suo dolore.

Non è solo una riflessione su ciò che gli è accaduto, sulla surreale vicenda che ha dovuto vivere, ma è piuttosto un grido d’allarme contro ogni forma di ingiustizia sociale. Un appello ai giovani a non rassegnarsi alle ingiustizie e soprattutto a mantenere la propria rettitudine morale e intellettuale, perché la nostra società ha più che mai bisogno di uomini onesti. Torna dunque alla mente la frase di Corrado Alvaro: «La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.»

Viviamo in un mondo al contrario, dove i posti di “responsabilità” si raggiungono per demeriti. Il mercimonio della dignità e la corruzione, sono divenute prassi per avere accesso al mondo del lavoro e garantirsi così la tanto agognata stabilità economica.
Questi sono i fondamentali del Sistema, un dogma, per avere possibilità di migliorare il nostro status.

Rinunciamo in questo modo a crescere e migliore: corruzioni, clientelismi, favoritismi vari hanno avviato il declino della nostra società, permettendo ai mediocri e agli inadeguati di avere le redini del nostro futuro. “Lettera a un Giudice” è un romanzo nel quale si riflette una realtà amara, che l’autore ci consiglia di affrontare con positività e saldi principi morali e civili. Un’opera di denuncia che serva da lezione.

 

 

Source: www.irpinia24.it