“I fatti di Sabato”, il Pd bisticcia e la Città incassa i colpi

Intanto si attende la nuova convocazione dell'Assemblea, perchè non si rimandi più l'irrimandabile

logo_pd2_1Avellino – Dopo i fatti di Sabato, il Pd è nell’occhio del ciclone. Qual novità? Del resto, come si ricorda da “certe latitudini” in questa Provincia, pare che i giornalisti debbano il loro lavoro al variopinto quadro del Partito Democratico e alle sue vicissitudini interne. In effetti, quando si parla di Pd, va riconosciuto, si potrebbe scrivere per giorni, rimuginando sulle logiche, pervenute da ogni dove e che hanno sortito gli effetti presenti. Il solo problema è l’eventualità di cadere ancora e ancora, come un cane che si morde la coda, in giudizi formali antichi e in meccanismi politici non estranei, ma piuttosto reiterati nel tempo. Come nella commedia dell’assurdo, ogni tanto ci si scambia di ruolo, per toccare il punto più alto della drammaticità dell’azione. Poi, però, ogni personaggio torna all’originalità del suo copione, con i suoi vizi e le sue peculiarità e l’assurdo si dirama nella parvenza di un movimento incessante, che invece nasconde l’incapacità di cogliere il cambiamento. 

Dunque De Blasio è sotto assedio, ma inutile essere ipocriti, “si odorava nell’aria” da mesi e non nelle assemblee, o negli spazi preposti alla discussione politica interna, dove quelli che oggi rivendicano che si consumino certe scelte, poi non si fanno scrupoli ad usare altri mezzi e altri luoghi per ridefinire la propria posizione.

Insomma lo spettacolo è sempre ben condito e ciò che è veramente indecoroso, al di là di un’imperante sindrome da “asta da microfono”, accresciuta nell’era dei social( Umberto Eco ci aveva avvisati), è additare uno solo come responsabile di una fase politica, che ha trovato terreno fertile attraverso molti altri attori.

Questo non assolve De Blasio, che certamente poteva pazientare di più e attendere l’arrivo dei delegati, ma pur vero è che quei firmatari del documento richiedente l’Assemblea, ai fatti non erano lì nel numero atteso e dovuto (ed ecco il vertice di quella drammaticità di cui scrivevo sopra). 

Adesso in ogni caso, si attende la nuova convocazione dell’Assemblea, perchè “non si rimandi più l’irrimandabile”. Dopo di che, probabilmente non importa se sarà caos, o se ci sia o meno un vero progetto politico, nella spirale delle teste che cadono, non si contempla il futuro, piuttosto un eterno passato fatto di vendette e poteri da difendere. Non si sa, anche se alcuni lo presumono, se il passaggio in Segreteria si trascini dietro anche la volontà di ridiscutere il Sindaco Foti.

Il punto è che alla Città non importa di tutto questo, non importa se De Blasio ha abbandonato l’Assemblea, non importa quante firme siano pervenute e per quali ragioni. Avellino ha consegnato la Città al Pd, perchè la governi, e tutto questo chiacchiericcio nulla giova a una comunità che necessita di non essere più trascurata. Avellino ha delegato questa classe dirigente, perchè si faccia interprete delle sue esigenze, non perchè anche tra i banchi dell’amministrazione si ridefiniscano maggioranze, volte al mantenimento di certe gerarchie. Non mi pare che alcuno di noi comuni mortali si svegli con l’ansia che De Blasio o chi di loro vada a casa, perchè non sono certo queste “le cose che danno a campare”. Tuttavia, il teatrino dell’assurdo è figlio di tutti noi, di tutti coloro che il cambiamento lo chiedono, ma poi non contribuiscono mai, seduti sulle allodole di un’anti cultura che ha spezzato, probabilmente, il senso stesso della politica in questa città. 

di Francesca Contino

Source: www.irpinia24.it