“Ultima fermata” : La grande bellezza made in Irpinia

Un film che mette in luce l'anima di questa terra raccontata da luoghi incantati, tradizioni, sapori, odori, persone. Una terra morta , ma solo apparentemente, proprio come la storica linea ferroviaria Avellino - Rocchetta Sant'Antonio. Una terra orgogliosa e pura che si culla inerme sulle incomprensioni...

 avellino-rocchetta-saAvellino – Quando ho visto il trailer del film “Ultima fermata”, mi sono chiesta dove si trovavano quei paesaggi incantanti dove il tempo sembra essersi fermato, quelle valli immense in cui il silenzio è rotto solo dal rumore delle pale eoliche, quei campi di grano dorati che al tramonto regalano uno spettacolo unico. E sono rimasta alquanto meravigliata quando ho scoperto che la pellicola è stata girata proprio in Irpinia, tra Bagnoli Irpino, Mirabella, Lacedonia, Lioni, Calitri e tutti i borghi toccati dalla storica linea ferroviaria Avellino– Rocchetta Sant’Antonio. A volte  ci abituiamo troppo a ciò che ci circonda e alcune bellezze le diamo per scontate.

 Questo era uno degli intenti del regista Gianbattista Assanti quando ha scelto l’Irpinia per girare il suo film, cioè mettere in luce la  bellezza nascosta di questa terra. Una terra apparentemente morta, come quei binari abbandonati,  ma viva dentro che fa fatica a trovare il suo posto e resta inerme a farsi contemplare nella sua bellezza pura, naturale.  20151015_video_13021819_large

Un altro obiettivo è stato quello di far rivivere la centenaria linea ferroviaria, natanel 1895 e chiusa nel 2010. In “Ultima fermata”, infatti si narra la storia di Francesco, interpretato da Sergio Assisi, che torna in Irpinia per i funerali di suo padre Domenico, ferroviere.

In quei giorni scopre una parte del padre di cui era all’oscuro, ma anche posti, persone: un simpatico ferroviere nella solitaria stazione di Rocchetta, un profetico frate cieco nell’antica Abbazia del Boleto, un comunista senza più patria a Macedonia, un prete bizzarro e chiassoso a Morra De Sanctis, un musicista per passione a Calitri, un malinconico cinematografaro a Cairano e infine Rosa, un amore straordinario e per questo clandestino di Domenico.

E ritrova un sua vecchia fiamma, Nina, che lo accompagna in questo profondo viaggio.400

 Le certezze, le sicurezze di Francesco in quei pochi giorni crollano e si ritrova a essere un uomo nuovo, diverso. Come crollano le certezze di  chi tocca per la  per la prima volta  il Sud e in particolar modo l’Irpinia. Qui è facile lasciarsi travolgere dai sapori, dai luoghi, tradizioni, emozioni, ma soprattutto dalle persone che con il loro modo di fare raccontano e riescono a far innamorare di  questa terra.

 Tramite gli scritti di Domenico si rivivranno addii, gioie, dolore, baci, abbracci che hanno scandito gli anni della Avellino – Rocchetta Sant’Antonio. E da quei binari esce un’anima. Non si tratta  infatti solo di semplice ferraglia, ma di un raccoglitore di sentimenti. Lo stesso Domenico ritardava di qualche minuto il fischiare, per far vivere un’emozione più a lungo e darle il tempo di diventare un ricordo indelebile. “Ultima fermata” vuole onorare la memoria di uomini come Domenico che hanno fatto dell’Irpinia una grande bellezza. E non importa se ancora non viene compresa, noi ne siamo orgogliosi. Magari qualche coscienza si smuoverà e l’ Avellino –  Rocchetta Sant’Antonio non sarà  solo un nostalgico  ricordo. 

Source: www.irpinia24.it