“Ultima fermata”: la Cardinale nel film di Assanti

E' un omaggio alla tratta Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, inaugurata nel 1895 e soppressa nel 2010. Era diventata un ramo secco

ultima fermataLioni –  Giambattista Assanti Per più di un secolo ha fatto da cornice a partenze e arrivi, gioie e dolori di numerose famiglie. La linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, inaugurata il 27 ottobre 1895, ha sospeso ogni servizio nel 2010. A rievocarne il lento declino è una diva del cinema, Claudia Cardinale, nel film “Ultima fermata”.

Opera d’esordio del regista irpino Giambattista Assanti, fondatore e direttore a Mirabella Eclano del festival “Scrivere il cinema”. Prodotto dalla Atalante Film, è una storia d’amore: sullo sfondo, la dismissione della tratta ferroviaria. Nicola Di Pinto interpreta il capotreno Domenico Capossela, testimone del fenomeno migratorio che nel dopoguerra, attraverso quella linea, spopolò l’Irpinia. La Cardinale è Rosa Santarcangelo, una sarta che custodisce un segreto. Completano il cast Luca Lionello, Sergio Assisi, FrancescaTasini, Salvatore Misticone e Francesco Dainotti.

 

Assanti, quando uscirà il film?

“A giugno, in tempo per il Taormina Film Fest che dedicherà una retrospettiva a Claudia Cardinale. Domenica, invece, parteciperò a un tour sui set del film organizzato dall’associazione In Loco Motivi per la Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate “.

Com’è nata l’idea di “Ultima fermata”?
“Dalla voglia di raccontare unalinea considerata nel tempo un ramo secco. Negli anni Cinquanta il treno fu il mezzo con cui tanti irpini lasciarono i propri paesi d’origine, in cerca di un futuro migliore. Ogni giorno si assisteva a scene di addio, ma anche di gioia per i brevi rientri degli emigranti. Ho deciso di fare il film nel 2010 senza alcun fine politico, solo per trarre un bilancio sentimentale”.

Il suo primo ricordo della Avellino-Rocchetta Sant’Antonio?
“È legato ai miei nonni materni. Erano di Cassano Irpino. Neglianni Settanta andavo da loro per le vacanze estive. Poi mio nonno si trasferì a Taurasi. Così trascorsi l’infanzia tra un binario e l’altro”.

Come ha convinto la Cardinale a far parte del cast?
“Andando spesso a Parigi, dove vive. Ho scritto il ruolo della sarta Rosa appositamente per lei. La prima volta mi ha accolto a casa sua con un po’ di diffidenza. Non avevo una sceneggiatura tra le mani. Le ho raccontato la storia del film e il personaggio che avrebbe dovuto interpretare. Inun attimo ha ripensato alla sua infanzia a Tunisi. Suo padre era un ingegnere ferroviario”.

Com’è andata a finire?
“Mi ha invitato a tornare da lei con un copione scritto. Gliel’ho consegnato dopo sei mesi. Nel frattempo sono andato a caccia di finanziamenti, non facili da trovare in Italia per un autore emergente. Ho continuato a corteggiare la Cardinale per un bel po’, finché mi ha detto sì. Abbiamo girato insieme dopo un anno e mezzo da quel primo incontro”.

Un aneddoto dal set?
“Durante una serata di pioggia, il direttore della fotografia mi ha obbligato a ritardare di un’ora l’inizio delle riprese per migliorare l’illuminazione di un interno. Non me la sentivo di dirlo alla Cardinale, rimasta seduta in disparte in attesa del ciak. Così le ho chiesto di raccontarmi davanti a una telecamera le sue esperienze professionali più divertenti. Ha capito subito che stavo prendendo tempo, ma è stata molto disponibile nel parlarmi di Alberto Sordi, Alain Delon, Burt Lancaster… Un piccolo trattato di storia del cinema”.

Cosa le riserva il futuro?
“Un film su un lato meno conosciuto di Karol Wojtyla, quello di autore teatrale negli anni dell’occupazione nazista della Polonia. S’intitolerà come un suo testo, “La bottega dell’orefice”".

Protagonisti?
“La Cardinale mi ha già dato l’ok. Sono in contatto con Jeremy Irons e Kevin Kline”.

Source: www.irpinia24.it