L’interrogazione di Giordano e Pannarale

Gli onorevoli chiedono al presidente del Consiglio dei Ministri quali azioni intenda mettere in campo il Governo al fine di correggere la drammatica situazione risultante dalla Riforma dell’ISEE che rischia di compromettere la possibilità per migliaia di studenti di accedere agli studi universitari o di proseguirli

arton32301-da323Roma – Di seguito l’ interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri dell’onorevole Giancarlo Giordano e dell’onorevole Annalisa Pannarale.

Premesso che:

  -         l’ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) è, da lungo tempo, il parametro attraverso cui vengono stabiliti l’accesso e la fruibilità di molte agevolazioni indirizzate a prestazioni di natura sociale;

-         tale parametro, tuttavia, è stato al centro di numerose critiche nel corso degli anni, a causa della sua inadeguatezza a rappresentare in modo puntuale la situazione economica dei nuclei familiari;

-         si è dunque avviata una riflessione circa l’opportunità di modificare tale parametro, per renderlo più aderente alla realtà ed evitare distorsioni nell’accesso ad alcune prestazioni e diritti fondamentali;

-         la riforma dell’ISEE è stata attuata attraverso il decreto del Presidente del Consiglio n. 159 del 2013, in vigore da gennaio 2015;

-         il principale obiettivo della riforma era la correzione di alcuni parametri che provocavano i succitati effetti distorsivi, rintracciati nell’eccessivo peso delle franchigie patrimoniali, nella non considerazione dei redditi esenti ai fini IRPEF, nella sottovalutazione di reddito e patrimonio e, di contro, di alcuni costi a carico delle famiglie;

-         il tentativo è stato, dunque, da un lato quello di considerare i reali redditi delle famiglie e le voci di spesa a loro carico (affitti, famiglie numerose, con presenza di minori o disabili) e, dall’altro, di rimodulare l’Indicatore della Situazione Patrimoniale (ISP);

-         tale operazione, tuttavia, ha generato sin da subito perplessità e preoccupazioni in particolar modo da parte degli studenti, per i quali il calcolo della situazione economica è fondamentale all’accesso a borse di studio ed altre agevolazioni, consentendo ciò che la Costituzione repubblicana descrive come la rimozione di tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando l’uguaglianza dei cittadini, non favoriscono le condizioni per assicurare a tutti il diritto all’istruzione e alla conoscenza;

-         in riguardo alle borse per il diritto allo studio universitario, in particolare, l’accesso è legato a requisiti di merito ed economici, condizionanti questi ultimi anche l’importo della borsa;

-         sin dall’entrata in vigore del decreto, le associazioni studentesche hanno denunciato l’inadeguatezza del nuovo sistema di calcolo, che comprende tra i redditi anche quelli esenti Irpef, penalizzando in tal modo soprattutto le famiglie meno abbienti e che hanno diritto ad agevolazioni, borse, o altro tipo di prestazioni considerate ora come parte integrante dei redditi;

-         gli allarmi lanciati dalle associazioni studentesche circa coloro che, beneficiari sino alla riforma, sarebbero risultati esclusi dai nuovi parametri di calcolo, si sono in realtà rivelati ottimisti, come dimostrano i dati emersi negli ultimi giorni;

-         si ricorda, infatti, come sulla base delle considerazioni emerse, nel mese di marzo il Ministero del Lavoro abbia diffuso le sue proiezioni circa un possibile calo del 10 per cento dei beneficiari delle borse;

-         tuttavia, se i primi allarmi concernevano il calcolo dell’ISR (Indicatore Situazione Reddituale), la reale criticità è risultata legata a un altro parametro, l’ISP (l’Indicatore della Situazione Patrimoniale), che ha adeguato il patrimonio immobiliare non ai fini ICI, ma IMU;

-         in tale modo il peso del patrimonio, anche riguardante l’abitazione principale, è notevolmente aumentato, determinando il superamento della soglia di trentatre mila euro relativo all’ISP;

-         tale parametro risulta rivalutato con una maggiorazione dal 40 al 60 per cento in più degli anni precedenti, provocando l’esclusione di migliaia di studenti dall’accesso alle borse, ledendone il diritto allo studio;

-         è chiaro come una rivalutazione del patrimonio, soprattutto se concerne la prima casa, di abitazione del nucleo familiare, non possa essere considerato quale indicatore di una situazione economica privilegiata;

-         l’Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana aveva pubblicato a maggio scorso uno studio volto a mettere in luce tali criticità, calcolando in circa il 14 per cento il livello degli esclusi dall’accesso alla borsa rispetto agli aventi diritto precedentemente alla riforma; 

-         come illustrato negli articoli de L’Espresso “Università. A rischio le borse di studio: «Con il nuovo Isee sono il 25 per cento in meno» dell’8 settembre 2015 e de La Repubblica “Borse di studio: migliaia di studenti escluso dal nuovo calcolo dell’ISEE” del 9 settembre 2015, i dati emersi alla scadenza dei bandi sono molto più allarmanti, configurando nella regione Toscana un calo degli aventi diritto di circa il 25%;

-         i sindacati studenteschi, che hanno consultato le aziende regionali per il diritto allo studio, hanno denunciato ulteriori cali vertiginosi, con picchi in regioni come l’Emilia Romagna e la Puglia, rispettivamente del 18 e del 30 per cento;

-         ai non idonei, infatti, si vanno ad aggiungere le migliaia di studenti che non presentano la richiesta di borsa, a causa dei nuovi criteri di accesso;

-         nelle ultime settimane è stata dunque avviata la campagna “Io non rinuncio”, che ha lanciato una petizione con richieste precise al Governo da parte degli studenti, i soggetti cui dovrebbe essere assicurata la reale godibilità di un diritto costituzionale;

-         in particolare, gli studenti richiedono l’abolizione dell’ISPE quale parametro scisso dall’ISEE, che la soglia del l’ISEE vanga innalzata a 23 mila al fine di consentire lo stesso livello di idonei dello scorso anno, l’avvio di una sanatoria per chi risulti idoneo ai parametri regionali ISEE ma non a quelli ISPE e l’esenzione dalle tasse universitarie per chi abbia un ISEE inferiore a 23 mila ma risulti escluso dalla borsa a causa dell’aumento dello stesso;

-         allo stato attuale, se i dati risultassero reali, si verificherebbe un grave vulnus del diritto allo studio, già gravemente compromesso dalle riforme del decennio scorso e pressoché ignorato dall’intervento del Governo durante la riforma conosciuta come la “Buona Scuola”, Legge 13 luglio 2015, n. 107;

 

 si chiede di sapere:

 quali azioni intenda mettere in campo il Governo al fine di correggere la drammatica situazione risultante dalla Riforma dell’ISEE, che rischia di compromettere la possibilità per migliaia di studenti di accedere agli studi universitari o di proseguirli, incrementando il già notevole divario tra coloro che provengono da situazioni economiche privilegiate e coloro che, invece, non godono di un sostegno adeguato e ledendo, in tal modo, i diritti garantiti dagli articoli 3 e 34 della Costituzione.

Source: www.irpinia24.it