Orologio Apple, l’importanza di chiamarsi iWatch

L'indagine dell'azienda avellinese TrenDevice: : Il 23% non conosce il nome, il 72% lo compra per tracciare le attività fisiche

iwatchAvellino – Ad un mese dal debutto sul mercato italiano, l’unica certezza è che, puntualmente, sono ancora molti i consumatori che chiamano iWatch l’orologio di Cupertino, senza conoscerne il nome.

Gli italiani – secondo l’ultimo sondaggio promosso nel mese di luglio da TrenDevice, l’innovativo servizio di reCommerce di BuyDifferent.it per il ritiro di iPhone, iPad ed Apple Watch usati – sono sempre più indecisi: come si chiama e a cosa serve davvero l’orologio Apple?

I risultati dell’indagine, su un campione di oltre 1.500 consumatori esperti, confermano l’andamento altalenante del mercato e le perplessità dei consumatori del Bel Paese.

Sono ancora pochi, infatti, gli italiani che hanno già acquistato Apple Watch (15%) e la quota non sembra destinata ad aumentare nel mese di agosto (il 35% non ha intenzione di comprarlo e gli indecisi salgono al 50%). I consumatori che hanno previsto a breve di acquistare Apple Watch (15%), preferiscono la versione Sport (59%). Il modello più economico precede la versione Watch (37%) e la più esclusiva Edition (4%), dato confermato anche da chi possiede già Apple Watch (Sport 63%, Watch 33%, Edition 4%).

Le risposte mostrano dati sorprendenti, a cominciare dalla confusione relativa al nome dell’orologio. Cresce, anche tra i consumatori fidelizzati Apple, la percentuale degli utenti convinti che l’orologio Apple si chiami iWatch (23%), a fronte di chi lo chiama correttamente, ma sempre più a malincuore, Apple Watch (76%). Percentuali che cambiano, ma solo leggermente, se si pone lo stesso quesito a chi già possiede l’orologio Apple (iWatch per il 16% ed Apple Watch per l’84% dei proprietari). Tra i motivi del mancato acquisto, alcuni consumatori ammettono candidamente di non capire ancora bene a cosa serve Apple Watch (11%), dal momento che non sostituisce completamente l’iPhone, altri indicano come causa la mancanza del sistema GPS (7%), lo trovano inutile (23%) o non amano il design (6%), ma è sicuramente il costo ad incidere maggiormente (per il 71% costa troppo ma si dichiara disponibile a valutare l’usato).

Interessante, invece, il dato relativo agli utenti Android, disposti a passare anche a iOS pur di provare Apple Watch (53%), ma senza rinunciare al telefono Android per un iPhone.

“La confusione generalizzata e l’indecisione sull’acquisto sono situazioni usuali quando un’azienda lancia una nuova categoria di prodotto – commenta Alessandro Palmisano, Marketing manager e cofondatore di BuyDifferent / TrenDevice – ricordo che lo stesso avvenne nel 2001 dopo l’introduzione del primo iPod, inizialmente accolto con freddezza dal popolo della Mela. È evidente che i consumatori, in queste settimane, siano alla ricerca di informazioni per capire quali saranno gli impatti concreti di Apple Watch sulla loro vita quotidiana”.

Il consumatore tipo di Apple Watch ha una età media di 43 anni (fino ad un massimo di 64 anni), è di sesso maschile (91% maschi, 9% donne), preferisce la cassa da 42mm (63% che sale al 71% se si considerano anche gli utenti che hanno già acquistato l’orologio) e vuole comprarlo per i seguenti motivi: il design (32%), la gestione delle app di iPhone da orologio (34%), la sua estrema leggerezza (4%) e la possibilità di avere le mani libere mentre utilizza il telefono (30% contro il 26% di chi già lo possiede). Confrontando le risposte dei consumatori decisi ad acquistare Apple Watch, con chi lo ha già comprato, si ottiene un quadro più chiaro: il 45% lo utilizzerebbe per lavoro (contro il 56% di chi già lo possiede), l’83% per tempo libero/sport (82%), il 24% per i social network (28%) ed il 40% per informazioni e news (36%).

Tra le funzioni più utili, invece, si registra per il 69% del campione il tracciamento delle attività fisiche quotidiane (contro il 72% di chi già lo usa ogni giorno), per il 25% il controllo della fotocamera iPhone in remoto (29%), per il 43% l’integrazione con la propria auto in remoto, ad esempio per sbloccare le portiere, accendere i fari ed attivare l’aria condizionata (25%), per il 42% il controllo della musica su Mac, Pc ed Apple tv in remoto (39%), per il 14% la condivisione della posizione (12%), per il 30% la possibilità di silenziare il telefono iPhone (34%), per l’11% di attivare la modalità aereo (10%), per il 56% di chiamare ed inviare messaggi vocali (64%).

Ecco i problemi riscontrati dopo 30 giorni dai consumatori della prima ora: usura del cinturino (8%), graffi sul display (6%), riconoscimento vocale (7%), inutilità (16%), blocchi anomali del sistema operativo (4%), durata della batteria (15%) e segnale Bluetooth (3%).

TrenDevice è l’unica azienda italiana specializzata nel ritiro e nel ricondizionamento di device Apple usati

Source: www.irpinia24.it