“Ma già prima di giugno”: la storia per voce di donne
L’ultimo romanzo di Patrizia Rinaldi è un duetto di voci di donne, madre e figlia al centro della storia
“Ma già prima di giugno”, edito da Edizioni e/o, è l’ultimo romanzo di Patrizia Rinaldi, scrittrice partenopea dall’indiscusso talento.
La narrazione è ambientata negli anni quaranta, in una Napoli caratterizzata da difficoltà quotidiane e da miserie e solitudini. Protagoniste del romanzo sono una madre, Maria Antonia, e la sua terzogenita, Ena. I racconti delle due donne si alternano nei capitoli del libro. A soli 25 anni, la giovane Maria Antonia, fugge da Spalato, dove si era recata per raggiungere Augusto, suo marito, che purtroppo non rivedrà più. La sua no è una storia facile, ma mai si lascia prendere dalla disperazione delle mille difficoltà quotidiane che la vita le presenta sul suo cammino. Ena, invece, trovandosi nella sua tarda età, allettata a causa di una frattura al femore, sente la necessità di mettere ordine ai vecchi ricordi e inizia il suo racconto. Ricostruisce la sua storia a piccoli tasselli, concentrandosi sul passato della madre, in una sorta di racconto familiare, utile ad esorcizzare il peso della solitudine, che nella vecchiaia si fa opprimente. La stagione finale della vita di Ena è aggravata dalle condizione di salute che necessitano la presenza di una donna di origine slava, che l’anziana chiama Abadessa, per racchiudere le caratteristiche di una badante fusa con una madre superiora. Emerge una leggera patina di tristezza, mista a ironia e rassegnazione, dalla convinzione di Ena di vedere ancora poche albe, finendo i suoi giorni nel mese di giugno.
Il titolo del libro trova la sua origine in un verso della poesia Il verso “quanto di morte noi circonda” di Elio Pagliarani, che l’anziana Ena recita a memoria:
“Ma già prima del termine di giugno
la mia palinodia divenne sorte:
nessun antagonista alla mia morte.”
“Ma già prima di giugno” si caratterizza per un linguaggio scorrevole, che rende molto piacevole la lettura, arricchito con forme dialettali, che colorano il racconto e lo vivacizzano con sapiente maestria. La struttura narrativa, mirabilmente costruita, tiene inchiodata l’attenzione e accresce la curiosità, finendo per rendere impossibile interrompere la lettura. È un libro da leggere tutto d’un fiato, lasciandosi sedurre dalle parole.
di Davide MARENA