Vede la luce il libro “Irpinia, la storia negata”
Il libro, ad opera di Andrea Forgione, Federico Barbieri ed Angelo Oliveto, racconta il viaggio alla riscoperta dell'Irpinia
Paternopoli – “Irpinia, la storia negata”. E’ questo il titolo del libro scelto dai tre autori, Andrea Forgione, Federico Barbieri ed Angelo Oliveto per raccontare il viaggio alla riscoperta dell’Irpinia, dei suoi castelli e delle sue chiese, dei suoi borghi e della sua varia umanità. Cinquemila chilometri percorsi, ottantatre paesi visitati, otto mesi di viaggio, cinquemila foto scattate, centinaia di irpini incontrati, fra cui sindaci, amministratori e cittadini comuni. Ora finalmente il libro vede la luce.
Oggetto del libro è l’Irpinia d’oriente, la terra dei pastori guerrieri sanniti, che i romani sottomisero e distrussero dopo trecento anni di guerra. Eppure da questo popolo e da questa terra i romani impararono l’arte militare, la fierezza e la tolleranza, doti che poi reinterpretate ne fecero i padroni del mondo. Furono loro, i romani, i primi a cancellare la storia di questa terra. Poi seguirono altri invasori, per ultimo i Piemontesi, che hanno continuato ad abusare di questo territorio. Ancora oggi i nuovi predatori di risorse, i grossi gruppi finanziari, la cattiva politica e la camorra, perseguono l’obiettivo di speculare su questa terra: la più bella, la più selvaggia, la più generosa , la più crudele ma anche la più delicata e fragile.
Ecco quindi il libro, per raccontare come oggi sia diventata questa porzione di Irpinia ma anche cosa siamo disposti a fare per conservarne lo spirito e l’onore. In attesa della uscita gli autori hanno realizzato un video-clip, fatto da loro stessi, che è visionabile su YOU TUBE e che ha lo stesso titolo del libro “IRPINIA; LA STORIA NEGATA”.
Un viaggio alla riscoperta della propria terra ma anche un viaggio dentro di sé, alla riscoperta di una nuova narrazione di se stessi, per tornare ad innamorarsi della propria madre, in quanto figli dell’Iprinia e per tornare ad essere i fieri pastori-guerrieri sanniti.