Serino – 25 aprile sempre

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Locandina Iniziativa 30 Aprile 2015 su Berlinguer Ingrao il Lavoro e la LiberazioneSerino – A distanza di alcuni giorni dallo svolgimento delle celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione, Marcello Rocco, Segretario PD di Serino del Circolo “E. Berlinguer” ha scelto di renderci partecipi di alcune considerazioni sul 25 aprile: «Ho deciso di scrivere queste considerazioni sulla Festa della Liberazione qualche giorno dopo il 25 Aprile  perché ritengo, al pari di tanti altri, che questo momento di festa e commemorazione debba essere celebrato, anche con piccoli gesti, nella quotidianità.

La Liberazione dal cancro del nazi-fascismo è stato un movimento di popolo che non è riconducibile ad una sola forza politica. In prima linea infatti ci furono partigiani di diversi orientamenti politici, anche molto diversi e contrastanti tra loro, come: comunisti, cattolici, liberali, monarchici, azionisti, repubblicani e anarchici. Pertanto il 25 Aprile è da considerarsi la Festa di tutti gli italiani che credono in una società che si basa sui principi di libertà, eguaglianza e fratellanza.

Grazie alla Resistenza italiana il nostro Paese ritrovò quella dignità che aveva perduto a seguito dell’asservimento dei più alla dittatura fascista. Chi ha condotto eroicamente quella lotta, in tanti casi fino all’estremo sacrificio della vita, oltre ad averci fatto dono della libertà ha anche il merito di aver fatto aprire gli occhi a tanti italiani che fino a quel momento, grazie alla propaganda fascista ed alla censura, non avevano cognizione dei crimini efferati di cui si era macchiata quella bieca dittatura a cominciare dalla persecuzione degli ebrei , dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938 e l’eliminazione fisica degli oppositori del regime, da Matteotti ai fratelli Rosselli, da Giovanni Amendola a Piero Gobetti, per citarne solo alcuni. Per non parlare delle migliaia di condannati dal tribunale speciale, finiti in carcere o al confino  come Antonio Gramsci, morto di stenti  per le inumane condizioni carcerarie, Sandro Pertini, Umberto Terracini,Giorgio Amendola e tantissimi altri.

«A migliaia morirono, lasciati sul ciglio di uno spoglio sentiero con un cartello al collo recante la scritta “banditen”. Scelsero quella strada per sottrarsi alla leva di una Repubblica fantoccio, governata dal burattino del Fuhrer. Cantavano “Bella ciao” mentre si inerpicavano sui pendii scoscesi e quando attraversavano i campi incolti punteggiati dal rosso dei papaveri», scrive lo storico Marcello Ravveduto per dare l’idea dell’immane sacrificio che tanti uomini e donne italiani, spesso giovanissimi, compirono per gettare le basi per un presente ed un futuro migliori.

Per questo abbiamo ritenuto opportuno organizzare un’unica grande manifestazione che incarnasse lo spirito del 25 Aprile e del 1° Maggio, Festa dei Lavoratori, per riflettere su quegli straordinari eventi e per riaffermare i valori di solidarietà e uguaglianza di cui oggi la nostra società sembra purtroppo aver deciso di fare a meno.

Pertanto giovedì 30 Aprile; alle ore 17.30, presso il Circolo GD–PD “E. Berlinguer” di Serino, in collaborazione con l’ANPI e l’Associazione Idea Irpinia; terremo l’iniziativa: “Berlinguer, Ingrao, il mondo del lavoro e la Costituzione a 70 anni dalla Liberazione”.

Oltre al sottoscritto prenderanno parte all’evento: Giovanni Capobianco, Presidente provinciale ANPI Avellino; Rosetta D’Amelio, consigliere regionale e componente della Direzione nazionale del PD ed Antonio Bassolino, Presidente della Fondazione Sudd.

A 78 anni dalla scomparsa di Antonio Gramsci mi sembra opportuno concludere questa breve riflessione con uno stralcio preso dagli Indifferenti comparso sul numero unico di Città Futura: “Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti [...]. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? [...] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”»

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