La quotidianità non è fatta solo di grandi eventi, di persone notabili. La quotidianità è la parte che tiene conto della fetta del tessuto sociale che spesso sta ai margini, anche quando non dovrebbe. E’ la società dei bambini, con la loro spontaneità e la loro capacità di mettere il mondo in rima.  E’ il caso di Sabino, uno studente di una quarta elementare di Santo Stefano del Sole.

Questa è la sua poesia sull’amicizia:

“Il tuo amico è buono,

la sua voce per te è come un suono.

L’amicizia è come un seme che con lei nulla si teme

e crescerà come un fiore con un po’ d’amore.

Giocate e scherzate in un prato

io dell’amicizia sono innamorato.

Il mondo è pieno di amici, tutti insieme, felici.

L’albero degli amici è nel tuo giardino e gli devi stare sempre vicino.

Ehi soldato! Posa quell’arma, qui ci vuole un po’ di calma!

E’ difficile da capire è dolce come la cannella ma si deve dire l’amicizia è bella!”

Sono i versi di un piccolo già grande, che vive la sua età con spensieratezza e con la semplicità che traspare dal suo linguaggio e allo stesso tempo ha il sentore che c’è qualcosa intorno a lui che segue una scia sbagliata, una società che ha perso la calma, una società precipitosa, spesso violenta.  E noi? Noi abbiamo dimenticato le parole semplici, le abbiamo svuotate di valore, perché oggi c’è il gusto della forma. Non importa ciò che c’è scritto ma come è scritto, così come non si ascolta ciò che si dice se viene espresso in maniera credibile. Nel galà delle apparenze occorre salvaguardare i buoni esempi, renderli noti, perché la gente ha bisogno di buoni esempi, non di titoli guerrafondai e promesse disilluse. “La fine del mondo sarà causata dall’aggressività umana” ha dichiarato lo scienziato Stephen Hawking. Allora che a cento note negative si risponda con centouno messaggi di speranza, che al barbaro costume di certi adulti si opponga la genuinità dei bambini, che ai meri attacchi di palazzo si risponda con la poesia!

di Francesca Contino

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