Avellino – Rossano: “si indaghi sul piano urbanistico”
"Credo che il Comune di Avellino sia in Italia uno dei pochi comuni capoluoghi non dotato di un valido PEEP - Piano per l'Edilizia Economica e Popolare – nel quale possono essere individuate le aree da assegnare alle cooperative edilizie"
L’Arch. Claudio Rossano afferma in una nota:
Le indagini che coinvolgono alcune cooperative avellinesi andrebbero inquadrate nel più vasto scenario delle tante irregolarità del Piano Urbanistico Comunale PUC di Avellino, adottato in tutta fretta dall’Amministrazione Comunale Galasso ed approvato con altrettanta fretta dall’Amministrazione Provinciale De Simone. Credo che il Comune di Avellino sia in Italia uno dei pochi comuni capoluoghi non dotato di un valido PEEP – Piano per l’Edilizia Economica e Popolare – nel quale possono essere individuate le aree da assegnare alle cooperative edilizie. La legge 167 del 1962 prevede infatti che i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti o che siano capoluoghi di Provincia sono tenuti a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare. Nella stessa legge si dice che l’estensione delle zone da includere nei piani è determinata in relazione alle esigenze dell’edilizia economica e popolare per un decennio e non può essere inferiore al 40 per cento e superiore al 70 per cento del fabbisogno complessivo di edilizia abitativa nel periodo considerato. Ma nella allegra stagione urbanistica avellinese nessuno si è preoccupato di porre mano al PEEP (strumento obbligatorio per i comuni capoluogo) confondendo volutamente l’edilizia residenziale pubblica con l’edilizia realizzata per venire incontro alle esigenze dei terremotati. E nel PUC approvato “stranamente” il numero dei vani realizzabili è stato abilmente “gonfiato”: si è fatto riferimento ad un arco temporale trentennale mentre la legge urbanistica vigente prevede che sia decennale. Basta leggere la conferenza di servizi in cui si approvava il PUC per rendersi conto di ciò. E a quella conferenza di Servizio partecipavano anche persone che in base alle disposizioni di legge non potevano parteciparvi! Qualche tempo fa evidenziavo ad un autorevole Organismo di controllo che i parametri adottati in sede di Conferenza di Servizio non rispettavano quanto previsto dalla legge 18 aprile 1962, n.167. Infatti sui complessivi 10247 vani residenziali previsti dal PUC (in realtà sono molti di più) solo il 34,89 % è stato teoricamente riservato all’Edilizia Residenziale Pubblica. Nè si comprende se nei tantissimi permessi a costruire rilasciati dall’approvazione del PUC ad oggi siano state riservate le aree atte a soddisfare il fabbisogno complessivo di edilizia residenziale pubblica ( dal 40 al 70 % ). Spero che la Procura di Avellino voglia al più presto avviare approfondite indagini sul PUC di Avellino, adottato dal Consiglio Comunale di Avellino, spacciando come “ parere favorevole “ del Genio Civile un parere palesemente interlocutorio, in attesa di studi geofisici preliminari. Né si comprende come il PUC sia stato elaborato, in mancanza di tali studi e come siano state individuate le aree adatte alla edificazione.