Avellino – Elvino Vardaro, il tango in un violino

violino e tangoAvellino - Non tanti conoscevano il suo nome e cognome ma tutti conoscevano la sua musica perché il violino di Elvino Vardaro è una perla del tango.

L’interesse per il libro Elvino Vardaro, il tango é nato in un violino di Massimo Di Marco(432 pagine, Casa Editrice Mediafactory)  é stato un’esplosione sia tra i maestri argentini che i maestri italiani, nell’ambiente dei musicalizadores, fra i tangueros più appassionati, nelle milonghe italiane più celebri. E uno dei più famosi pittori italiani, Bruno Fael, lo ha scelto come fonte d’ispirazione per dipingere 100 quadri che, assieme al libro, entreranno nello spazio dell’Expo riservato alle arti. Del resto non è una sorpresa che il tango e la pittura camminino assieme nella musica di Buenos Aires: questa sarà la prima in Italia.

Il viaggio di Massimo Di Marco nella storia del tango stavolta è iniziato a Montefalcione, un piccolo paese sulle colline di Avellino. All’inizio del 1900 un emigrante (Felix Vardaro) attraversa il mare e va a Buenos Aires. Qui conosce Giuditta, una sartina di Caserta. I due si sposano e quando nel 1905 nasce il loro primo bambino lo chiamano Elvino, come il grande personaggio de “La Sonnambula“, opera che Felix ama. Il destino ha già scritto tutto. A 4 anni Elvino mette assieme dei legnetti e dei pezzetti di corda che assomigliano ad un violino. A 10 tiene il suo primo concerto di musica classica e i grandi autori del tango se lo contendono. Il bambino comincia a frequentare le tane di Arolas, Canaro, Firpo. I primi piccoli guadagni sembrano essere il diavolo che lo allontana da Beethoven ma non è così: accanto al diavolo c’è un angelo. Quando, trascorsi anni di successi, Tito Schipa gli propone di entrare a New York nell’orchestra di Arturo Toscanini ringrazia ma: “non posso fare a meno del tango, mi ha preso il cuore”.

Nella vita di Elvino che con la sua musica dolce e romantica ha conquistato “el pueblo“di Buenos Aires non è questo l’avvenimento più impressionante. Un giorno apre una lettera. E’ un ammiratore che gli chiede la fotografia con l’autografo. Il mittente si chiama Astor Piazzolla. “Elvino Vardaro, il tango è nato in un violino” è un libro ricco di immagini e di tante cose, raccontate spesso da un suo pronipote, Osvaldo Rubén Vardaro, professore di storia all’università di Buenos Aires. Nelle pagine destinate ai documenti c’é tutta la discografia di Vardaro, i suoi film, le lettere originali di Piazzolla. Il violino di Vardaro, come il bandoneón di Troilo, la voce di Gardel, il pianoforte di Pugliese, ci ha lasciato una musica commovente, coinvolgente, sognatrice, stupenda.