Avellino – Alla casina del principe arriva Carla Bozulich

Se mai fosse possibile parlare di un’eroina musicale contemporanea, Carla Bozulich ambirebbe di diritto allo scomodo trono. Operativa nell’ultimo decennio con la sigla Evangelista dopo una carriera spesa a fronte dei temibili industrial-rockers di Los Angeles Ethyl Meatplow e dei ben più noti alternative-country rockers Geraldine Fibbers (con quel fenomeno di Nels Cline alla chitarra) la nostra ha rifinito i confini tra canzone d?autore, poesia urbana e musica d’avanguardia.
Carla vive una seconda giovinezza artistica da quando nel 2006, all’epoca unica musicista non canadese, è stata accolta in casa Constellation, cult-label di Montreal su cui pubblicano tra gli altri i redivivi Godspeed You! Black Emperor. Il titolo del suo primo album, “Evangelista”, è diventato nel 2007 il nome del progetto stesso, sorta di laboratorio aperto i cui punti fermi sono presto diventati, oltra a Carla, Tara Barnes (basso) e Dominic Cramp (keyboards). Da allora Evangelista ha licenziato Hello, Voyager nel 2008, Prince of Truth nel 2009 e il recente “In Animal Tongue”, forse il più intimo e riflessivo del lotto, un lavoro in cui il trio di base è supportato da Sam Mickens (The Dead Science), Shahzad Ismaily (Laurie Anderson, Marc Ribot) e John Eichenseer (jhno). Questi lavori sono valsi alla Bozulich copertine di riviste specializzate (The Wire, Blow Up) e l?acclamazione unanime di critica e pubblico. Le registrazioni e i numerosi tour (americani ed europei) con Evangelista non hanno impedito a Carla Bozulich di portare avanti numerose collaborazioni (Nels Cline, Lydia Lunch, Thurston Moore, Mike Watt, Christian Marclay, Ches Smith, Shahzad Ismaily, Francesco Guerri, Sarah Lipstate) e di esibirsi in progetti di sound installation (presso la Schindler?s House e il Getty Museum). Nell?agosto del 2009 Carla ha suonato al fianco di Marianne Faithfull e Marc Ribot all?interno della Ruhrtriennale 2009 a Dusseldorf. E nel 2011 ha curato una giornata del prestigioso Donau Festival, dove ha invitato Laurie Anderson, David Tibet e Lydia Lunch oltre ad aver realizzato un’installazione nella chiesa medievale di Minoritenkirche. I live di Carla Bozulich e di Evangelista sono esperienze indimenticabili e dall’alto tasso emotivo in cui si rompono i confini tra artista e pubblico in nome di un irresistibile moto di trasformazione interiore.
Il 4 marzo è uscito “Boy”, il suo nuovo disco solista. Pubblicato dalla ormai fida Constellation, la cult label di Montreal (casa di band quali Godspeed You! Black Emperor e Thee Silver Mt. Zion) “Boy” è un album più diretto e votato alla forma canzone rispetto al progetto Evangelista – l’autrice lo definisce il suo “pop album” – e con la voce di Carla ancora più sugli scudi.
“Boy” sta ricevendo consensi unanimi e a dir poco clamorosi (come neanche i primi dischi Evangelista ebbero), da Pitchfork al Sunday Times, da Wire al NME, da Blow Up (rece boxata) al Mucchio (8.5/10 + intervista mese marzo) a Rumore (8/10) a Sentire Ascoltare e Distorsioni (8/10 e “straconsigliato”) e la recentissima “cover story” in homepage su Indie-Eye.
“Boy” sta ricevendo consensi unanimi e a dir poco clamorosi (come neanche i primi dischi Evangelista ebbero), da Pitchfork al Sunday Times, da Wire al NME, da Blow Up (rece boxata) al Mucchio (8.5/10 + intervista mese marzo) a Rumore (8/10) a Sentire Ascoltare e Distorsioni (8/10 e “straconsigliato”) e la recentissima “cover story” in homepage su Indie-Eye.
Per informazioni rivolgersi al 327 88 11 029.