“Sblocca Italia”, Simeone (Uil): “Se il Governo non interviene impugneremo il decreto”

Simeone_Luigi_-_seg_gen_uil_av_bnAvellino – “La nomina dell’Amministratore Delegato di FS quale Commissario  per la tratta AV/AC Napoli Bari non può esautorare le prerogative e le funzioni degli enti locali, ne tantomeno può garantire la imparzialità di un soggetto portatore d’interessi di una società che per quanto di totale capitale pubblico, resta sempre una società con personalità giuridica che prevede il perseguimento di interessi che non è detto coincidano con quelli generali e del territorio”. Così nella nota il Segretario Generale Uil Luigi Simeone.

“Le analisi della Uil Avellino Benevento, più volte rilevate,  partono dalla considerazione che a fronte di decisioni, deliberazioni e atti formali, della Regione e dei Comuni interessati dalla realizzazione del tratto Irpino della Linea AV/AC Napoli Bari, sarebbe insostenibile una decisone ,affidata ad un soggetto tralatro esecutore, potenzialmente difforme da quanto definito dagli stessi soggetti costituzionalmente competenti.

La realizzazione di opere infrastrutturali resta ancora materia concorrente tra Stato ed Enti Locali e nonostante le ipotesi del governo Renzi di modifica del titolo V la competenza resta attualmente invariata.

 In tal senso si è espressa la Corte Costituzionale che con la sentenza 179/2012  ha accolto il ricorso presentato dalle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Liguria ed  ha ribadito ancora una volta che nel campo delle infrastrutture, del governo del territorio e dei beni culturali e ambientali, sono materie che rientrano tra quelle a potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni, nelle quali il Governo non può assumere decisioni unilaterali, senza aver prima esperito «idonee procedure per consentire reiterate trattative volte a superare le divergenze». Nello specifico la Corte dichiarò incostituzionali le norme dell’articolo 49, comma 3 lettera b), del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 (decreto Sviluppo),  nella parte in cui, nella deliberazione del Consiglio dei Ministri effettuata per superare un dissenso espresso da amministrazione preposta a tutela in Conferenza di servizi, si consente allo stesso Consiglio dei ministri di procedere anche senza l’intesa con la Regione interessata, qualora questa non sia raggiunta entro trenta giorni.

La previsione dell’intesa, imposta dal principio di leale collaborazione, implica che non sia legittima una norma contenente una “drastica previsione” della decisività della volontà di una sola parte, in caso di dissenso, ma che siano necessarie “idonee procedure per consentire reiterate trattative volte a superare le divergenze”.

Partendo da queste considerazioni, il Segretario Generale UIL Luigi Simeone afferma come sia evidente che la norma contenuta nell’Art.1    D.L.  133 del 12 settembre 2014 sia da rivedere nella sua interezza, per ristabilire le regole e titolarità delle procedure. Secondo Simeone, l’ipotesi minima immaginata nell’incontro di lunedì con i parlamentari Irpini, per provare almeno a preservare le decisioni assunte per la tratta Irpina, anche alla luce delle considerazioni del presidente ANAC, semmai recepita potrebbe solo parzialmente  risolvere il problema di merito, lasciando del tutto inalterato la sostanza della titolarità delle decisioni.

<<Alla luce delle scelte che saranno prese – conclude Simeone – e  con una eventuale riconferma delle posizioni del Governo, proporremo un’iniziativa unitaria del sindacato, sui Comuni e sulla Regione Campania per impugnare la norma contenuta nel Decreto “Sblocca Italia”, che risulta ancora più incoerente di quanto non risultò il “Decreto Sviluppo” del 2010, avendo affidato ad un “commissario” e nemmeno al Consiglio dei Ministri facoltà di decisioni di competenza concorrenziale>>.