A Mirabella il Festival della Sceneggiatura, intervista a Chiara Ingrao

pellicolaMirabella Eclano - Habiba la magica, è l’ultimo libro Chiara Ingrao presentato presso la libreria Ubik di Mirabella Eclano nell’ambito del festival Scrivere il cinema. Scrittrice di saggi e romanzi, già interprete e sindacalista, formatrice nelle scuole, ama costruire progetti con i ragazzi. Ci ha raccontato di provenire da una famiglia di insegnanti (dalla madre alla zia) che le hanno fornito l’imprint pedagogico giusto appassionandola fin da piccola con i loro racconti “fugurati”, ai grandi romanzi delle letteratura italiana: “L’insegnamento è fondamentale nella società e incide fortemente nella vita di un individuo, nella sua sensibilità verso la cultura intesa come visione e allargamento degli orizzonti. La cultura è la più grande ricchezza di un Paese, che non può né dev’essere misurata solo in termini monetari: il Pil dovrebbe misurarne anche la ricchezza culturale. Bisogna investire di più nella scuola pubblica, la cultura va sostenuta, le scuole devono essere belle, sicure, allettanti. Se la scuola è sgradevole perché le pareti sono sporche, perché manca la palestra, mancano di conseguenza anche creatività e allegria”. Le abbiamo chiesto cosa pensi dell’attuale situazione politica: “Ho fatto attività politica per molti anni, quando ero molto giovane ho anche lavorato come sindacalista in alcune fabbriche di Roma, ora faccio politica attraverso i miei libri e investendo sulla cultura e la formazione, anche attraverso le storie, i sentimenti, la magia. Non sono contenta del quadro politico degli ultimi anni e spero che la destra non torni a governare, ma non posso nemmeno dirmi soddisfatta del quadro politico attuale”. Habiba la magica, prendendo spunto dall’aggettivo che viene attribuito alla squadra della Roma, è la storia di una bambina romana proveniente da una famiglia africana, fatta di avventura, momenti amari di riflessione, ironia. Una favola per ragazzi che invita gli adulti a riflettere sull’integrazione: com’è nata? “Non so come sia nata esattamente, ma quando le mie figlie erano piccole dovevo inventare delle favole per loro. Non fidatevi mai del motivo per cui uno scrittore vi dice di scrivere. Per me, un motivo potrebbe essere quello di essere diventata nonna, oppure di aver acquisito sicurezza come scrittrice. In ogni modo, ho sentito una spinta ad occuparmi di questo argomento, dai racconti ascoltati dalle tante persone che ho incontrato, dalla cronaca, dal cambiamento in atto nella nostra società avviata verso la multiculturalità. Habiba, la giovanissima protagonista, come molti immigrati nati in Italia ma non considerati italiani, sente il bisogno di cercare un’identità: si sente italiana, tifa per la Roma, prende 10 in Italiano, la madre ha attraversato il mare in tempesta per farla nascere qui, ma la zia, mentre le fa le treccine, le dice che è africana. Il problema del sangue va superato, ciò che conta è dove si nasce. Non bisogna aver paura delle diversità, comprese quelle religiose, ma interagire e far diventare la diversità ricchezza, che in realtà è la nostra stessa identità. Non siamo frutto del resto noi stessi, della provenienza dagli antichi romani, dagli arabi, dagli spagnoli, dai greci, dai normanni?”.

Faccio parte di un’associazione che si batte perché chi nasce qui venga considerato italiano e anche le leggi dovrebbero andare più rapidamente in tal senso. Il libro affronta dunque le tematiche delle paure: di essere inadeguato, non all’altezza delle situazioni, di non essere uguale agi altri, sfida la paura di avere paura, la libertà di non voler necessariamente omologarsi per essere accettato. La magia è un modo di concedersi di immaginare una realtà diversa, di poterla trasformare superando i propri limiti. Quella di Habiba è la storia di un percorso, di come lei cambia, dei conflitti con se stessa e con gli altri. La mia ambizione è che nel personaggio tutti i bambini, soprattutto di origine straniera, possano riconoscersi. È fondamentale per tutti noi imparare a riconoscerci gli uni negli altri partendo dai sentimenti. Molti sono gli spunti che si possono trarre dalla storia: ai docenti la scelta di quelli che riterranno più opportuni. Alcune insegnanti di Roma ne hanno tratto spunto per far visitare ai bambini i monumenti che vi sono citati”. Per saperne di più sull’autrice: www.chiaraingrao.it La serata finale del festival dedicato alla sceneggiatura, ha premiato come miglior opera prima Diventare Italiano con la Signora Enrica, film del giovane regista turco Ali Iihan, con protagonista Claudia Cardinale e la partecipazione di Giada Benedetti.