Avellino – Palio della botte 2014 un successo di pubblico

palioGrande partecipazione per le visite guidate nell’ambito del Palio della botte 2014 che, oltre a colorare di folclore e bandiera la vecchia via Costantinopoli , quest’anno ha arricchito il suo programma con una serie di iniziative collaterali tra cui percorsi guidati dedicati alla conoscenza e alla valorizzazione dei monumenti, delle chiese e dei palazzi storici del cuore antico di Avellino.
Ancora una volta è il comitato Social District Centro Storico e Antonio Chiummo,  a farsi carico di una bella iniziativa che riporta alla luce la memoria e la bellezza della nostra città attraverso percorsi guidati che collegano i simboli , le opere e gli edifici piu’ importanti del capoluogo. Oltre mille anni di storia presentati al pubblico grazie all’impegno spontaneo di rappresentati di associazioni culturali, residenti, artisti, appassionati d’arte . cultori di storia locale e personaggi di spicco della nostra città.
Un viaggio che è cominciato sabato con la Chiesa del Carmine con l’introduzione dello storico Andrea Massaro, autore anche del quaderno sul Palio della botte insieme a Don Emilio Carbone, che ha ricordto ai presenti come si presentava Avellino nel 500 e precisamente via Costantinopoli , una delle aree più popolate e umili dell’antica Avellino,dove fioriva il commercio minuto e le tradizioni artigiane di ogni settore e ove si distinguevano per la loro bravura fabbricanti di carri e carrozze, maniscalchi e arrotini, ottonai e ramai, fabbri e scalpellini, sediolai e canestrai e infine i maestri bottai a cui si puo’ attributre l’origine dell’odierno Palio che rievoca l’impegno di questi artigiani nelle fiere e nei mercati nel presentare i loro prodotti attraverso il forzato rotolamento su strada.
A fornire poi maggiori dettagli sulla rievocazione Lina Vella, laureata in Archeologia e storia delle arti alla Federico II, che ha narrato invece la storia del Palio originariamente considerato un evento quasi minore rispetto alle grandi e fastose manifestazioni religiose che si svolgevano nel Centro Storioco. Il pubblico del Palio era prevalentemente formato da popolo , artigiani e mercanti e fu organizzato per festeggiare l’acquisto del feudo da parte della famiglia Caracciolo ( 1581 ), che segna l’inizio di un periodo florido per la città, e in occasione del ritrovamento dell’affresco della Madonna di Costantinopoli in localita’ Tuoppolo ( oggi San Tommaso ) . Iniziativa che si rinnova dal 1998 non solo come un gioco ma come rievocazione e ricostruzione di un periodo storico e di un’epoca florida per la città di Avellino.
Il tour entra nel vivo con Emilia Bonaventura, guida turistica della Regione Campania ,e la visita ad alcuni simboli del capoluogo in un’area che è stata il fulcro della vita culturale , amministrativa e religiosa, la collina della Terra . Necessaria dunque accennare alla Torre dell ‘orologio in stile barocco che sovrasta la Piazza Amendola dove si trova il Palazzo della Dogana e il monumento a Carlo II d?Asburgo, noto come Carlucciello o Re di Bronzo, relizzato dall’Architetto bergamasco Cosimo Fanzago . Successive tappe sono state poi la Confraternita’ dell’ Immacolata con la sottostante Cripta di San Biagio, la Cattedrale eretta tra il 1132 ed il 1166 dal vescovo Roberto e la Cripta decorata da stucchi tardivi e con scene della vita di San Modestino a pochi metri dai cunicoli longobardi , altro suggestivo sito sotterraneo, costituito da una fitta rete di gallerie e vie di fuga che conducevano al Castello e che portavano perfino ad Atripalda.
Affidata invece a Elisabetta Barbaro, studentessa del Corso di Laurea in Storia e Critica d’arte, la fontana di Bellorofonte o dei tre Cannuoli chiamata cosi’ per le tre bocche dalle quali sgorgeva l’acqua che confluiva nella vasca , un tempo uno dei tanti abbeveratoi della città fino a quando l’architetto Cosimo Fanzago venne incaricato dai Caracciolo del restau ro e del suo abbellimento intitolandola a Bellorofonte che venne rappresentato in una statua mentre uccide la Chimera .
Al centro della strada che conduceva verso le Puglie la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli , oggi organizzatrice del Palio della Botte da un’idea del suo parroco Don Emilio Carbone.
A raccontare la Chiesa Luca Nacca appassionato d’arte e amministratore del gruppo facebook ” Gruppo artisti irpini ” che ha messo in evidenzia la sua importanza fin dal 500 quando fu eretta con l?ampliamento di un’antica cappella votiva . La Chiesa ospitava in origine un’Arciconfraternita che fondò al suo interno un Monte di Pietà attivo fino al 1966.
Del castello di Avellino ne parla invece Carmen Siniscalco, docente di lettere, che esaustivamente ha discusso sull’antica fortezza e dell’opera dei Caracciolo ad Avellino. Edificato probabilmente dai Longobardi tra la fine del IX e inizio del X secolo , il castello è stato abitato dai Longobardi prima e poi da Normanni, Angioini e Aragonesi per poi diventare nobile residenza signorile sotto Camillo Caracciolo e meta di poeti e ospiti illustri.
Al castello apparteneva quella che oggi è chiamata la Casina del Principe e che era all’epoca dei Caracciolo un Parco con un elegante Casino della caccia . Nel racconto conclusivo di Generoso Vella , artista e studioso d’arte, si evince che il Parco del Castello era popolato da cervi e daini e ospitava piante e fiori, fino ad allora sconosciuti in Italia, , un laghetto artificiale , statue, viali, fontane , giochi d’acqua che facevano di questo straordinario giardino una delle meraviglie del regno . Venduto alla famiglia De Conciilis divenne locanda e successamente “Grande Albergo Mobiliato” dove i viaggiatori provenienti da Napoli e dirette in Puglia vi facevano sosta e vi trovarono ristoro.