Ammortizzatori in deroga – Decreto su nuovi criteri di concessione e annunciato rifinanziamento per annualità’ 2014

melchionna cislFinalmente è stato emanato il decreto interministeriale, recante i nuovi criteri per la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga, previsto dall’art.4, co.2 della legge 18 luglio 2013, n.85.

Il testo, che vede la luce dopo molti mesi, essendo già stato presentato, in bozza,  dal precedente Governo alle parti sociali e alle Regioni,  ha raccolto solo in  parte le osservazioni che la Cisl ha presentato. Si tratta, in ogni caso, di prime risposte che fanno seguito alle iniziative di mobilitazione dei lavoratori e del sindacato con i presidi tenuti a Roma e nelle realtà’ regionali e territoriali.

Nel merito, mentre rientrano positivamente tra i beneficiari apprendisti e somministrati, preoccupa la soluzione individuata sulla durata massima che,  se, da una parte, fa salvo il 2014, dall’altra rinvia  l’emergenza al 2015, anno per il quale le previsioni economiche sono ancora negative. Il decreto non norma la cassa in deroga per il 2016, anno per il quale essa è ancora prevista in base alla transizione stabilita dalla legge Fornero. Peraltro, per quanto riguarda i limiti alle durate massime, le imprese aderenti ai fondi di solidarietà sono soggette alle stesse restrizioni delle imprese aventi diritto a Cigo e Cigs, senza tenere conto che i suddetti fondi non sono da subito in grado di assicurare le prestazioni.   Inoltre le  forti restrizioni per l’indennità di  cassa e mobilità in deroga ( tra l’altro la definizione dei datori di lavoro e l’innalzamento dei requisiti di anzianità’ dei lavoratori )   creeranno nel Paese e soprattutto nelle aree del Mezzogiorno (quindi anche in Irpinia e nel Sannio) problemi e tensioni sociali  che il Governo sottovaluta.

Esprimiamo, invece , apprezzamento per l’annunciato aumento degli stanziamenti per il 2014  con la certezza di finanziamenti  complessivi pari a 1 miliardo e 720 milioni. Le risorse aggiuntive (670 milioni di euro)  saranno inserite in un prossimo provvedimento di legge, benchè parte di esse saranno comunque rese disponibili a valere su risorse non utilizzate comunque relative al capitolo lavoro (il c.d. bonus Letta sulle nuove assunzioni che, purtroppo, non è stato molto richiesto dalle aziende e  la decontribuzione della produttività) e su risorse dei Fondi interprofessionali, cosa su cui esprimiamo riserve, trattandosi delle poche risorse che in Italia vengono spese effettivamente per politiche attive.

Sono stati poi recuperati , grazie alla positiva azione di monitoraggio messa in atto da Ministero del lavoro ed Inps,  450 milioni di euro assegnati alle Regioni nel 2013 e non utilizzati a causa del basso tiraggio. Sommando i 600 milioni già disponibili perché stanziati dalla legge di stabilità 2014, si arriva al totale di 1 miliardo e 720 milioni, a cui vanno aggiunti 8 milioni di euro per l’annunciato rifinanziamento, come da noi richiesto, delle indennità in caso di sospensione cofinanziate dalla bilateralità.  Avevamo chiesto come Cisl con forza al Ministro del Lavoro garanzie precise sulle risorse necessarie per l’intero anno,  è dunque positivo ed importante che ciò’ sia  avvenuto , anche per evitare il continuo stillicidio della mancanza di coperture e la incertezza dei finanziamenti.

Abbiamo risollecitato , ancora una volta, affinché  la somma  ad oggi già disponibile ( 600 milioni L. Stabilità’ 2014 ) venga immediatamente assegnata alle Regioni:  moltissimi  lavoratori e lavoratrici attendono da gennaio il pagamento delle indennità’ maturate.

La vera sfida adesso e’ quella di collegare obbligatoriamente   i  trattamenti di sostegno al reddito a percorsi di politiche attive per il lavoro con precise responsabilità’ delle stesse Regioni ed Enti Locali che, anche alla luce del decreto di riordino dei criteri, devono assicurare risorse, strumenti e  progetti  in un contesto di integrazione dei finanziamenti e di maggiori opportunità’ occupazionali  da costruire per i lavoratori e le lavoratrici.

 

Di seguito, una sintesi del decreto sui nuovi criteri:

Le nuove regole si applicheranno agli accordi stipulati dopo l’entrata in vigore del decreto, ferma restando l’applicazione dei limiti di durata anche ai trattamenti concessi precedentemente alla sua entrata in vigore.

Cassa integrazione:

Con accordi quadro regionali sono individuate le priorità di intervento.

- lavoratori beneficiari: lavoratori subordinati, compresi apprendisti e somministrati, con anzianità aziendale di almeno 12 mesi (ridotta a 8 mesi per il solo 2014)

- causali: restano le causali vigenti, escludendo però la cessazione di attività e sancendo una specificità per il settore pesca, per il quale verranno considerate le causali specifiche di cui agli accordi stipulati in sede ministeriale

- datori di lavoro: solo le imprese di cui all’art.2082 del cod.civ, quindi vengono esclusi studi professionali  e onlus

- domande: vanno presentate sia alla Regione che all’Inps entro venti giorni dall’inizio della sospensione

- limiti temporali di durata del trattamento:

a) Imprese escluse dalla disciplina relativa alla Cigs e ai fondi bilaterali di solidarietà:

2014:  11 mesi

2015:  5 mesi

b) Imprese rientranti nella disciplina relativa alla Cigs e ai fondi bilaterali di solidarietà: stessi limiti temporali di cui sopra sia per il 2014 che per  il 2015, ma solo in presenza di concrete prospettive di ripresa della attività produttiva

Per unità produttive site in diverse Regioni, l’Inps trasmette la domanda al Ministero del lavoro che, effettuata l’istruttoria e verificati i presupposti, emana il provvedimento di concessione di concerto con il Ministero dell’Economia.

Mobilità:

- lavoratori beneficiari: lavoratori disoccupati ai sensi del d.lgs.181/2000, con anzianità aziendale di almeno 12 mesi

- datori di lavoro: solo le imprese di cui all’art.2082 del cod.civ, quindi escluse onlus e studi professionali

- domande: vanno presentate all’Inps entro 60 giorni dal licenziamento o dalla scadenza del precedente trattamento

- limiti temporali di durata del trattamento:

Nel 2014:

a) lavoratori che abbiano già beneficiato del trattamento per più di 3 anni:

5 mesi  (8 nel Mezzogiorno) non ulteriormente prorogabili

b) lavoratori che abbiano  beneficiato del trattamento per meno di 3 anni:

7 mesi (10 nel Mezzogiorno) non ulteriormente prorogabili  (comunque non oltre 3 anni e 5 mesi complessivi, che diventano 3 anni e 8 mesi nel Mezzogiorno)

Nel periodo 1 gennaio 2015 – 31.12.2016:

a) lavoratori che abbiano già beneficiato del trattamento per più di 3 anni: il trattamento non sarà concesso

b) lavoratori che abbiano  beneficiato del trattamento per meno di 3 anni:  6 mesi (8 nel Mezzogiorno) (comunque non oltre 3 anni e 4 mesi complessivi)

Per lavoratori già dipendenti da unità produttive site in diverse Regioni, l’Inps trasmette la domanda al Ministero del lavoro che, effettuata l’istruttoria e verificati i presupposti, emana il provvedimento di concessione di concerto con il Ministero dell’Economia.

Disposizioni finali e  transitorie

Vengono, infine, riservate delle risorse per assicurare una graduale transizione al nuovo sistema, una sorta di “deroga alla deroga” :

-              In presenza di programmi di reindustrializzazione o riconversione di specifiche aree può essere disposta,  con decreto dei Ministeri del lavoro e dell’economia, su proposta del Ministero dello sviluppo economico, entro il limite di 55 milioni di euro, la proroga dei trattamenti di cig e mobilità concessi prima dell’entrata in vigore del decreto, anche in deroga ai nuovi criteri, comunque entro il 31.12.2014

-       Le Regioni o Province Autonome possono disporre la concessione della cassa integrazione anche in deroga ai nuovi criteri entro il limite di spesa di 70 milioni di euro e comunque per una somma non superiore al 5% delle risorse loro attribuite   ed  entro il  31.12.2014. Oltre la quota del 5% gli oneri aggiuntivi saranno a carico delle finanze regionali ovvero a carico delle risorse assegnate alle Regioni ai sensi dell’art.1, co.253 della legge n.228/2012, che prevede la possibilità, nell’ambito della  riprogrammazione  dei  programmi  cofinanziati  dai  Fondi strutturali 2007-2013, di finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, in connessione con  misure di politica attiva.