Isacco Luongo: Ritrovato il ponte Montemiletto -Taurasi, citato da F. Scandone

IMG_3987b‘ Montemiletto ‘ A valle della contrada Ischia del Molino, dalla quale si vede dominante e torreggiante la rocca di Taurasi con le sue strutture archiformi e l’antico campanile; nell’area sottostante, nella sella compresa tra le due strade parallele che conducono a Festola e Caponi, a circa un chilometro in linea retta dal nuovissimo ponte metallico sul fiume Calore che congiungerà Montemiletto a Taurasi, affiora dalle secche dello stesso fiume, un pilone in ciottoli quadrangolari, lungo circa 6 metri. ‘ (quella misura, era la sua altezza, quando il ponte era funzionante). ‘ La pianta di base è costituita da un esagono irregolare con due lati paralleli allungati di circa 2,60 metri (quella misura, dall’anno1480 al 1840, indicava precisamente 10 palminapoletani). Tuttavia, spiega lo scrittore Isacco Luongo, (autore di Compendio S. Paolina); ‘ «la metà del pilone è insabbiato e coperto da ciottoli, e quindi, l’osservatore disattento vedrà una base trapezoidale». Ma scavando, ‘anche a mani nude tra i sassi’ si noterà che, la base del pilone è esagonale e appuntita. Questa forma serviva a deviare i flutti e liberare il ponte da eventuali accumuli di tronchi d’albero trascinati dalla corrente durante le piene invernali. Dunque, considerando anche i due vertici opposti e appuntiti, il pilone raggiungeva e superava i 3 metri di lunghezza (quella misura, era la larghezza della strada di attraversamento, fornita dal ponte, all’epoca in cui era operante). ‘ Questo pilone adagiato sul letto del fiume sul lato più largo «richiama alla mente la sagoma di, un grosso libro di pietra insabbiato nel letto del fiume e affiorante, come un isolotto rettangolare nel bel mezzo delle acque. Il pilone gemello evidentemente subì un collasso, evidentemente andò in frantumi su un grosso macigno, infatti si notano accumuli di ciottoli e pietre da taglio unite a gruppetti da malta biancastra, ma questi resti sono di minore entità, rispetto a questo pilone più integro che è rimasto vicino al punto di rottura ancora visibile e affiorante dalle acque. Così, Isacco Luongo in prima persona, racconta come è venuto a conoscenza del sito. ‘ ‘Sapevo di un ponte che congiungeva Taurasi alla frazione Festola di Montemiletto, attraverso gli scritti dell’archeo-club d’Italia, pubblicati da Simone D’Anna, e alcuni estratti di, queste sue ricerche le ho anche riportate col suo permesso scritto, nel libro che pubblicai l’estate scorsa, e lo feci anche per aumentarne la visibilità, perché ritengo che il suo lavoro di ricerca merita le giuste attenzioni. Però nell’opuscolo del sig. D’Anna, il soggetto era un presunto ponte romano detto «O’ ponte re zoccoletti», e questo non è stato mai riconosciuto come tale dagli esperti dell’Università Federico II di Napoli, tant’è che persino nelle più recenti tesi di laurea, «O’ ponte re zoccoletti» non compare tra i reperti d’interesse storico. E allora, per cercare di vederci chiaro, mi recai personalmente sul luogo assieme al signor. Bruno Martignetti, che essendo del posto, e considerando che, lavora al cantiere del nuovo ponte in acciaio, mi sembrò la persona più adatta per unire il sapere storico con la conoscenza del territorio. Così devo dire che, sono tornato sul posto altre due volte, ‘però il ponte re zoccoletti’ (Compendio S. Paolina p. 205 fig.40 lett. gamma e delta) mi desta molte, moltissime perplessità. ‘ A tal punto abbandonai il sito e, siccome avevo ancora ai piedi gli stivali di gomma, cominciai a risalire il fiume, guadando contro corrente, così incontrai una strana struttura in pietra da taglio nel ruscello adiacente e poi un muro livellatore in cemento armato degli anni ’60 del XX secolo, distrutto e disarcionato da qualche furia passata. Stavo quasi per gettare la spugna, così scattai alcune foto prima di lasciare il guado pietroso in cui ero finito. Ma, zoomando direttamente dal visore della fotocamera, notai quella struttura che, non lasciava spazio a dubbi, quelle pietre unite a quella malta biancastra era un uso tipico dell’edilizia del XVI° secolo. ‘ Il ponte indicato dallo storico F. Scandone era entrato nell’obiettivo della mia fotocamera. E fino ad ora nessuno si era accorto di quel pilone che dista solo 200 metri dal ponte ‘re zoccoletti’. Così, con gli elementi raccolti mi è stato possibile disegnare a chiaro-scuro, una ricostruzione dell’aspetto del ponte. E per concludere con lo storico irpino Scandone, sappia il lettore che questo ponte sostituì un ponte ‘molto antico’ che crollò il 13 gennaio 1513, e lo stesso storico comincia a nominarlo quando parla di Serino all’epoca del Vicereame spagnolo, perché ‘l’università di Serino’ non fosse costretta a contribuire alla spesa per la riparazione del ponte della via Taurasi ‘ Montaperto. Altro aspetto storico interessante, lo troviamo nei Documenti di Scandone vol. II, relativi a Montemiletto. Strano, le spese di riparazione non furono attribuite agli eredi del magnifico Algiasio Tocco, ma negli stessi documenti Vol.II (pag.103 28 aprile 1514) la notizia riporta che, pagò Montefusco! (Con l’ordine di non fare novità con le pietre rimosse dalle macerie). Quali erano le novità’ Erano preziose quelle macerie’ Quelle macerie divennero ‘riutilizzate’ l’odierno ponte re zoccoletti’ ‘ (probabilmente sì).