Sel – Buscaino: “i cittadini hanno bisogno di eliminare il pareggio di bilancio…”

selGiuseppina Buscaino del coordinamento provinciale Sinistra Ecologia e Libertà afferma in una nota:

“Da quello che scrivono e dicono i media, sembra che il problema degli italiani non sia quello di non farcela con lo stipendio o di essere disoccupati, o precari e non poter progettare un futuro, di non aver una buona sanità pubblica e una buona istruzione (a causa dei tagli imposti), sembra che l’unico problema degli italiani sia di avere un senato non elettivo e degli sbarramenti che non consentono ai vari partiti più piccoli, che insieme hanno milioni di elettori, di entrare in Parlamento.

Sembra che l’unica preoccupazione degli italiani sia di combattere la democrazia. L’Italicum non è altro che il Porcellum (così chiamato perché una porcheria e bocciato dalla Consulta perché incostituzionale), un pochino modificato e peggiorato.

Una legge estesa da Renzi insieme ad un frodatore fiscale in luogo della legge vigente scritta dai padri costituenti, persone di animo nobile che hanno fatto la Resistenza perché noi fossimo liberi e perché in Italia non ci fosse più una dittatura. Sembrava che il Pd di Bersani fosse contro le liste bloccate e contro gli sbarramenti troppo alti. In coalizione, con l’Italicum c’è una soglia di sbarramento del 4% e gli alleati che non raggiungono questa percentuale devono lasciare i loro voti all’alleato che invece supera lo sbarramento e andare via.

Forse sarebbe stato più onesto dire a questi alleati, non vi vogliamo perché siamo autosufficienti oppure preferiamo allearci con Alfano e Berlusconi. Ma la chiarezza non è una dote del Pd. Il Pd tende a cancellare la democrazia e vuole controllare tutto e tutti. Renzi dovrebbe invece cercare di risolvere i problemi che ci sono in Italia invece di imporre date al Parlamento per realizzare progetti che fanno bene solo a se stesso che ha bisogno di rimanere a galla.

La crescita è giù e i conti pubblici a rischio. Ormai è quasi sicuro che ci sarà una manovra correttiva a settembre. Potrebbe essere dell’ordine di 20 miliardi di euro, che è anche la stessa cifra di cui si parla a porte chiuse nel Pd. Una stangata, insomma, tanto che si vocifera che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, stia pensando a un prelievo forzoso sugli assegni pensionistici oltre i 3 mila euro all’anno. Peccato che non si è riusciti ad oggi a toccare le tasche dei pensionati d’oro, ossia di quanti percepiscono assegni mensili spropositati, rispetto ai contributi versati. Renzi, se fosse un buon Presidente del Consiglio l’unica cosa che dovrebbe fare in un frangente così tragico, sarebbe di abolire il Pareggio di bilancio. Proposto da Monti e votato da Pd e Pdl senza che l’Europa l’avesse chiesto. Negli USA e in Giappone mettendo in atto una politica keynesiana si è avuta la crescita tanto invocata in Italia. Invece qui si applica l’austerità.

SEL ha aderito al referendum contro l’austerità che sta raccogliendo consensi trasversali tra le forze politiche e sociali. Nel rispetto dei vincoli costituzionali, l’iniziativa mira ad abrogare il deleterio surplus di austerity rispetto ai trattati, che in un eccesso di zelo rigorista ci siamo inflitti in Italia. Costituzionalizzare il pareggio di bilancio, equivale a limitare le decisioni di spesa del Parlamento e del governo, ma anche delle autonomie locali, soprattutto dei Comuni. I diritti sociali e i diritti civili dei cittadini non potranno essere garantiti: il funzionamento della scuola, degli ospedali, della giustizia, della sicurezza sono subordinati al vincolo del pareggio. Nella nostra Costituzione, prima della modifica dell`art. 81 C. il fine ultimo dell`ordinamento giuridico era la persona, quindi lo stato sociale, distintivo di una società in cui all`uguaglianza formale si affiancava quella sostanziale. Questa invece è una politica che infrange degli articoli fondamentali della nostra carta. L’articolo 1 della Costituzione  ed anche l’articolo 3. Una politica di estrema destra, una politica liberista. Era questo che andava cambiato dal Presidente del Consiglio che fra l’altro si considera di centro sinistra.